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giovedì 20 maggio 2021

La danza del mulino

Ritorna l’appuntamento con la saga di Poldark, e col nono volume le storie narrate si riferiscono al 1812 e al 1813. Ancora una volta, una buona fetta della storia si sviluppa in Cornovaglia, e c'è anche un breve spazio per tiepidi riferimenti di tipo geopolitico determinate dai conflitti, come l’evolversi del potere di Napoleone; e quindi le Voci si connettono dall'Inghilterra, dalla Russia, dalla Francia e dalla Spagna, fino ad arrivare col pensiero nei territori americani. 

Nei precedenti romanzi abbiamo conosciuto nei minimi particolari le figure centrali della saga, e nel nono volume le nuove generazioni occupano il posto centrale della storia, perché fino adesso i principali personaggi erano nel pieno delle loro vitalità. Ma il tempo passa, i figli crescono, e come la logica della vita richiede, con l’aggiunta di nuovi capitoli, il baricentro delle storie si sposta. I personaggi doc hanno oltrepassato i cinquant’anni e senza perdere il loro spirito autonomo e libero continuano a seminare condotte oltre il limite, anche se in tono minore, anche se meno impulsivo la tenacia non sbiadisce, ma i loro gesti sono nell’ombra e accompagnano le nuove generazioni.

Gli affari a Nampara sono sempre in movimento, e la novità più rilevante riguarda una scoperta sensazionale, perché in miniera, durante un controllo di routine, si trovano dei filoni mai visti e forse scavati in epoca romana.

Ross e Demelza ritrovano la serenità, e i figli Jeremy, Clowance, Isabella-Rose, e il nuovo erede Henry portano nuova vitalità, ma sono i maggiori a dare filo da torcere. Jeremy tenterà di introdurre un macchinario capace di rivoluzionare il lavoro in miniera, si lascerà trascinare in una losca avventura che potrebbe spalancare le porte della forca, e sempre con la testa impegnata col nome di Cuby Trevanion. Lo spirito libero di Clowance è sempre più carico, sempre con la testa calda e il suo cuore è sempre in tribolazione; sulle prime fissa la data di nozze col forestiero Sthephen Carrington per poi rompere il fidanzamento, notizia (forse) gioiosa per il babbo Ross.

In casa Warleggan si respira aria di lutto, ma per poco tempo, perché dopo la morte della madre George convola a nozze più per il potere che per sostituire la prima moglie Elizabeth; e qui ne vedremo delle belle, perché la seconda moglie ha una mentalità più aperta e indipendente rispetto alle pretese del banchiere. Oltre ai mal di testa di natura matrimoniale, George affronta i soliti problemi di tipo finanziario, in più si accentuano le conflittualità col figlio Valentine, il primo sempre immischiato nei suoi giochini, e il secondo più propenso a godersi la vita tra una festa e l’altra sempre più sfarzose e pagate dal paparino. Ancora, i rapporti tra George e il figliastro Geoffrey sono sempre ai ferri corti, ma questa non è una novità per i lettori più attenti, e in questo nono volume ci sono più dettagli che decretano e indeboliscono i già precari rapporti.  

Nel romanzo “La danza del mulino”, pur incastrando nuove avventure gestite e manipolate dalla nuova generazione, Winston Graham, continua con il solito schema: cambia i nomi ma non le sfide e le rivalità in famiglia, e ricorda alcune circostanze precedentemente sviluppate con la vecchia generazione. Ad esempio, se va in porto il matrimonio combinato e ideato da George tra Valentine e la bella di Jeremy, torniamo indietro al primo volume quando Francis sposa la storica fidanzata di Ross, con un particolare in più estrapolato da una frase di Verity, la quale trova una netta somiglianza di Valentine col padre di Ross; di conseguenza se prima la rivalità riguardava due cugini, col nono volume lo scrittore suppone un nuovo conflitto tra due fratelli. E se la saga è composta di dodici volumi, con “La danza del mulino” lo scrittore predice in un senso l’evoluzione delle avventure; perciò, chissà come andrà finire questa ipotesi.

La danza del mulino” arricchisce il lettore aggiungendo nuovi tasselli, ad esempio se prima conoscevamo nei minimi particolari l’intuito, l’intelligenza e le aspirazioni di natura politica di Ross, in questo romanzo, in pochissime righe da cogliere senza distrarsi, conosciamo meglio il lato spirituale e le sue convinzioni religiose: in una conversazione esplicitamente riferisce di essere protestante e quali sono le sue idee sulla Chiesa di Roma.

Come gli altri volumi, il nono romanzo “La danza del mulino” si legge in un baleno, ma dal momento che lo scrittore è stato più che prolifico, ed è stato capace di pubblicare ben 12 volumi, per non monopolizzare le mie letture con la stessa storia avventurosa della famiglia Poldark, io l’ho letto piano piano e con calma, di conseguenza per finirlo ho impiegato più di tre mesi, perché tra un intervallo e l’altro ho inserito altri libri di diverso genere.

Al lettore consiglio la lettura del romanzo “La danza del mulino” a patto di iniziare dal primo volume senza salti per accorciare il discorso, perché i romanzi sono tutti collegati, e c’è continuità tra una storia e l’altra e tra un romanzo e l’altro. 

 


Scheda del libro:

Titolo: La danza del mulino

Sottotitolo: La saga di Poldark

Autore: Winston Graham

Titolo originale: The miller’s dance

Traduzione: Maura Parolini e Matteo Curtoni

Casa editrice: Sonzogno

Genere: romanzo

Prezzo di copertina: € 18, 00

Anno: 2020

Pagine: 461


Ricordo i precedenti romanzi tratti dalla saga di Poldark:

Ross Poldark

Demelza

Jeremy Poldark

Warleggan

La luna nera

I quattro cigni

La furia della marea

Lo straniero venuto dal mare


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4 commenti:

  1. Ciao, ho visto la prima stagione della serie "Poldark", qualche anno fa in tv, ma non ho mai letto i libri, mi scoraggia un po' il loro numero ;-)

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    1. Ciao @Ariel. Capisco il tuo pensiero, è un sentimento comune; io li sto leggendo a mano a mano che escono le traduzioni. Però, lo ammetto, dall’ottavo volume è subentrata la stanchezza perché la saga, come dici tu, è troppo lunga. Il decimo volume è stato appena tradotto, e inizierò a leggerlo con calma, perché (ripeto e sottolineo) tutti questi volumi non devono monopolizzare le giornate.

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  2. Risposte
    1. Arrendersi? Mai, la bandiera bianca la lascio all'armadio. Si va avanti ... (la lettura) con calma e (e si va in libreria) senza spingere.
      Ciao @Gus.

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