Ritorna l’appuntamento con la saga di Poldark, e col nono volume le storie narrate si riferiscono al 1812 e al 1813. Ancora una volta, una buona fetta della storia si sviluppa in Cornovaglia, e c'è anche un breve spazio per tiepidi riferimenti di tipo geopolitico determinate dai conflitti, come l’evolversi del potere di Napoleone; e quindi le Voci si connettono dall'Inghilterra, dalla Russia, dalla Francia e dalla Spagna, fino ad arrivare col pensiero nei territori americani.
Nei precedenti
romanzi abbiamo conosciuto nei minimi particolari le figure centrali della
saga, e nel nono volume le nuove generazioni occupano il posto centrale della
storia, perché fino adesso i principali personaggi erano nel pieno delle loro
vitalità. Ma il tempo passa, i figli crescono, e come la logica della vita richiede,
con l’aggiunta di nuovi capitoli, il baricentro delle storie si sposta. I
personaggi doc hanno oltrepassato i cinquant’anni e senza perdere il loro
spirito autonomo e libero continuano a seminare condotte oltre il limite, anche
se in tono minore, anche se meno impulsivo la tenacia non sbiadisce, ma i loro
gesti sono nell’ombra e accompagnano le nuove generazioni.
Gli affari a Nampara sono sempre in movimento, e la novità più
rilevante riguarda una scoperta sensazionale, perché in miniera, durante un
controllo di routine, si trovano dei filoni mai visti e forse scavati in epoca
romana.
Ross e Demelza ritrovano la serenità, e i figli Jeremy,
Clowance, Isabella-Rose, e il nuovo erede Henry portano nuova vitalità, ma sono
i maggiori a dare filo da torcere. Jeremy tenterà di introdurre un macchinario
capace di rivoluzionare il lavoro in miniera, si lascerà trascinare in una
losca avventura che potrebbe spalancare le porte della forca, e sempre con la
testa impegnata col nome di Cuby Trevanion. Lo spirito libero di Clowance è
sempre più carico, sempre con la testa calda e il suo cuore è sempre in
tribolazione; sulle prime fissa la data di nozze col forestiero Sthephen
Carrington per poi rompere il fidanzamento, notizia (forse) gioiosa per il
babbo Ross.
In casa Warleggan si respira aria di lutto, ma per poco tempo,
perché dopo la morte della madre George convola a nozze più per il potere che
per sostituire la prima moglie Elizabeth; e qui ne vedremo delle belle, perché
la seconda moglie ha una mentalità più aperta e indipendente rispetto alle
pretese del banchiere. Oltre ai mal di testa di natura matrimoniale, George
affronta i soliti problemi di tipo finanziario, in più si accentuano le
conflittualità col figlio Valentine, il primo sempre immischiato nei suoi
giochini, e il secondo più propenso a godersi la vita tra una festa e l’altra
sempre più sfarzose e pagate dal paparino. Ancora, i rapporti tra George e il
figliastro Geoffrey sono sempre ai ferri corti, ma questa non è una novità per
i lettori più attenti, e in questo nono volume ci sono più dettagli che
decretano e indeboliscono i già precari rapporti.
Nel romanzo “La danza del mulino”, pur incastrando nuove
avventure gestite e manipolate dalla nuova generazione, Winston Graham, continua
con il solito schema: cambia i nomi ma non le sfide e le rivalità in famiglia, e
ricorda alcune circostanze precedentemente sviluppate con la vecchia
generazione. Ad esempio, se va in porto il matrimonio combinato e ideato da
George tra Valentine e la bella di Jeremy, torniamo indietro al primo volume
quando Francis sposa la storica fidanzata di Ross, con un particolare in più estrapolato
da una frase di Verity, la quale trova una netta somiglianza di Valentine col
padre di Ross; di conseguenza se prima la rivalità riguardava due cugini, col
nono volume lo scrittore suppone un nuovo conflitto tra due fratelli. E se la
saga è composta di dodici volumi, con “La danza del mulino” lo scrittore
predice in un senso l’evoluzione delle avventure; perciò, chissà come andrà
finire questa ipotesi.
“La danza del mulino” arricchisce il lettore aggiungendo
nuovi tasselli, ad esempio se prima conoscevamo nei minimi particolari
l’intuito, l’intelligenza e le aspirazioni di natura politica di Ross, in
questo romanzo, in pochissime righe da cogliere senza distrarsi, conosciamo
meglio il lato spirituale e le sue convinzioni religiose: in una conversazione
esplicitamente riferisce di essere protestante e quali sono le sue idee sulla
Chiesa di Roma.
Come gli altri volumi, il nono romanzo “La danza del mulino”
si legge in un baleno, ma dal momento che lo scrittore è stato più che
prolifico, ed è stato capace di pubblicare ben 12 volumi, per non monopolizzare
le mie letture con la stessa storia avventurosa della famiglia Poldark, io l’ho
letto piano piano e con calma, di conseguenza per finirlo ho impiegato più di
tre mesi, perché tra un intervallo e l’altro ho inserito altri
libri di diverso genere.
Al lettore consiglio la lettura del romanzo “La danza del
mulino” a patto di iniziare dal primo volume senza salti per accorciare il
discorso, perché i romanzi sono tutti collegati, e c’è continuità tra una storia
e l’altra e tra un romanzo e l’altro.
Scheda del libro:
Titolo: La danza del mulino
Sottotitolo: La saga di Poldark
Autore: Winston Graham
Titolo originale: The miller’s dance
Traduzione: Maura Parolini e Matteo Curtoni
Casa editrice: Sonzogno
Genere: romanzo
Prezzo di copertina: € 18, 00
Anno: 2020
Pagine: 461
Ricordo i precedenti romanzi tratti dalla saga di Poldark:
Le altre Voci provenienti dal mondo dei libri ... sono QUI
Ciao, ho visto la prima stagione della serie "Poldark", qualche anno fa in tv, ma non ho mai letto i libri, mi scoraggia un po' il loro numero ;-)
RispondiEliminaCiao @Ariel. Capisco il tuo pensiero, è un sentimento comune; io li sto leggendo a mano a mano che escono le traduzioni. Però, lo ammetto, dall’ottavo volume è subentrata la stanchezza perché la saga, come dici tu, è troppo lunga. Il decimo volume è stato appena tradotto, e inizierò a leggerlo con calma, perché (ripeto e sottolineo) tutti questi volumi non devono monopolizzare le giornate.
EliminaIo mi sono arreso subito.
RispondiEliminaArrendersi? Mai, la bandiera bianca la lascio all'armadio. Si va avanti ... (la lettura) con calma e (e si va in libreria) senza spingere.
EliminaCiao @Gus.