Benvenuti nel mio salotto virtuale, un luogo dove posso condividere le mie passioni con chi passa da qui. Si parla di piccole chicche quotidiane, di curiosità lontane e vicine, di storie locali e non solo. Mettetevi comodi e partiamo per un lungo viaggio.

lunedì 30 ottobre 2017

Quarta candelina

Oggi il Taccuino delle Voci compie quattro anni
 Buon Compleanno
 
I post pubblicati in questi 12 mesi sono di diverso genere e, senza allontanarmi dalla base principale del blog, nel Taccuino ho annotato  alcune Voci legate alla mia terra, o attinenti ad alcune mie letture, il tutto senza trascurare i post musicali o cinematografiche e gastronomiche.
Da pochi giorni ho affiancato al blog un social network, per cui dopo Instagram ci saranno anche dei cinguettii  direttamente legati e che faranno da spalla al Taccuino senza sostituirlo. Ho aperto Twitter per inserire alcune Voci del blog anche in questa piattaforma virtuale, e attualmente sto postando alcune post recenti e degli anni passati.
Ringrazio tutti i lettori che si sono soffermati nel Taccuino per  leggere i post, e tutti coloro che hanno arricchito il blog con i commenti o con i suggerimenti.
Un caloroso saluto ai follower e un abbraccio agli amici di sempre che mi hanno consigliata anche nel corso degli ultimi 12 mesi.

venerdì 13 ottobre 2017

Quasi Grazia

Consigli di lettura. Oppure i consigli della bibliotecaria. Così dovrei intitolare il post. E sì andare in biblioteca, oltre a scoprire libri su libri, apre la mente e gli orizzonti, e quando il consiglio di lettura proviene direttamente dalla tua bibliotecaria, quella che non sbaglia mai, quella che ti consiglia, la parola "delusione" non esiste nel vocabolario. Il caso vuole di passare in biblioteca in un momento di spensieratezza e di veder spuntare un libro dalle mani della bibliotecaria. Questa volta la bibliotecaria mi ha consigliato il libro “Quasi Grazia” di Marcello Fois, un libro o meglio un testo teatrale strutturato in tre parti. Nella prima parte la scrittrice Grazia Deledda lascia la sua terra contro il parere della madre per trasferirsi col marito a Roma, e con i dialoghi, che si sviluppano nella casa natia a Nuoro, tra la scrittrice, la madre, il marito e il fratello, respiriamo ciò che ha rappresentato la partenza e la separazione. Nella seconda parte ci trasferiamo in una camera del Grand Hotel a Stoccolma nel giorno in cui le viene consegnato il prestigioso Premio Nobel per la Letteratura: in questa parte del libro assaporiamo le emozioni della scrittrice, del marito e di un giovane giornalista. La terza parte riguarda un momento triste per la sua vita perché è incentrato in uno studio medico dove le viene diagnosticato un tumore  incurabile: è la parte più delicata di tutto il libro, dove un medico deve trovare le parole giuste per informare il paziente del suo male.

mercoledì 11 ottobre 2017

Via col Vento di Margaret Mitchell

Desideravo leggere il romanzo di Margaret Mitchell da diversi anni, tuttavia c’era sempre quel timore di avere tra le mani un libro sopravalutato dal mondo del cinema e di portarmi dritta verso uno stato di totale delusione. Dopo aver letto la biografia sull’attrice Vivien Leigh scritto da Michelangelo Capua (guarda QUI), con una buona dose di pazienza, dopo aver fatto un bel respiro con un bel sorso d’acqua ho iniziato quest’avventura. E sì, si deve parlare di avventura perché le 872 pagine del volume pubblicato dalla casa editrice Oscar Mondadori, collana Classici Moderni, pesano in tutti i sensi, perché sono scritte con caratteri piccoli e con spazi tra i paragrafi ugualmente fitti tali da stancare la vista, e se prendiamo in considerazione la traduzione la lettura non è stata agevole; inoltre nel libro si scorgono intere frasi pronunciati dagli schiavi tali da farli apparire come persone che non conoscono la propria lingua, situazione inverosimile se sono nati in quel territorio. Escludendo questi particolari, le pagine ti trasportano e ti catapultano verso un mondo ignoto e non visibile alla grande platea cinematografica perché una buona parte del romanzo è stata tagliata forse per esigenze di copione, tralasciando così la parte più autentica e più delicata del romanzo.