Benvenuti nel mio salotto virtuale, un luogo dove posso condividere le mie passioni con chi passa da qui. Si parla di piccole chicche quotidiane, di curiosità lontane e vicine, di storie locali e non solo. Mettetevi comodi e partiamo per un lungo viaggio.

venerdì 30 settembre 2016

Ross Poldark di Winston Graham

Anno 1783. Il capitano Ross Poldark, figlio di un piccolo proprietario terriero, dopo aver combattuto per l’esercito inglese in un lungo ed estenuante conflitto nella rivoluzione americana, finalmente ritorna a casa dai suoi cari sano e salvo. La guerra ha cambiato il suo carattere e non sarà più l’uomo calpestato che tutti conoscevano prima di partire tra le file dell’esercito inglese. Il conflitto, oltre a mutare il carattere, ha deturpato i lineamenti del suo viso con una visibile cicatrice sulla guancia e ha reso zoppicante una caviglia dopo essere stato colpito in combattimento, particolari che lo distingueranno per sempre. Per tutto il periodo della guerra ciò che lo ha tenuto in vita è stato il pensiero di ritornare a casa per riabbracciare la sua fidanzata Elizabeth, ma rincasando scopre, oltre la morte del padre, che la sua amata sta per sposare suo cugino Francis perché tutti pensavano che fosse morto in combattimento.

mercoledì 14 settembre 2016

Al Museo delle Maschere

Le maschere sarde sono conosciute ovunque in tutto il mondo, eppure erroneamente le persone le identificano come maschere carnevalesche, ma realmente hanno una lunga storia ben più intrigante e colma di misteri. Mamoiada, un piccolo paese della Barbagia, famoso per i Mamuthones e Issohadores, per far conoscere la storia e la cultura delle maschere tradizionali sarde, ha messo in piedi uno dei musei più singolari della Sardegna.
Al Museo delle Maschere Mediterranee il visitatore si avvicina al mondo delle maschere sarde già nella prima sala: qui sono state sistemate tre maxischermi distanziati l’uno dall’altro dai Mamuthones e Issohadores. La sala multivisione, partendo dalle maschere create interamente a mano dagli  artigiani mamoiadini, alla fabbricazione dei campanacci da parte di pochissimi artigiani di Tonara, dalla vestizione, fino al carnevale barbaricino, tra suoni, immagini e testi  si inizia a prendere confidenza con le persone del luogo che spiegano la storia e il significato delle maschere mamoiadine.

sabato 10 settembre 2016

Il pollaio di cotone

Tra i buoni propositi dell’anno in corso, sussiste ancora il desiderio di completare il presepe all’uncinetto. Teoricamente dovevo ultimarlo un paio di mesi fa, ma in questi casi vige il proverbio “chi va piano va sano e  va lontano”. Nel caso in cui si voglia accertare il mio scarso rendimento, o si voglia valutare in senso negativo il mio impegno nel concludere il progetto organizzato dal sito “La Torre di Cotone”, posso tranquillamente dire di avere le spalle coperte da una grossissima giustificazione. Osservando i soggetti e le ambientazioni già ultimati posso tranquillamente valutare il lavoro richiesto in termini di tempo e di impegno, perciò stimando il programma completo si può constatare quanto sia laborioso. Sinceramente in alcuni casi mi pongo la domanda “chi me lo ha fatto fare”. La risposta è sempre la stessa. Al solo fine di creare soggetti tridimensionali, nella mia testa c’è il desiderio di imparare una nuova tecnica con l’uncinetto, e il progetto mi ha sostenuto in questo nuovo percorso creativo. Il presepe è stato uno strumento indispensabile per apprendere con semplicità e allegria le  nozioni di basi di un nuovo mondo uncinettario. In altre parole, il presepe come soggetto religioso non mi interessa, il  mio scopo è un altro, ovvero vorrei acquisire le basi fondamentali per creare con il cotone e un semplice uncinetto degli oggetti dotandoli di un corpo e una forma tridimensionale, e considero questo progetto un valido esercizio.