La maggior parte delle pasticcerie sarde hanno un punto in
comune: sono fornite di soffici dolcetti immersi nell’alchermes, rotolati nello
zucchero e farcite con la crema pasticcera. I dolcetti golosoni sono le pesche
cagliaritane, e hanno una particolarità che le distingue da tutti gli altri, perché sono formate da due palline incollate tra di loro con la crema
pasticcera. Gli ingredienti sono tutti genuini e per ottenere la giusta
consistenza è necessario lasciarle lievitare per molte ore. Gli ingredienti si
lavorano tutti insieme e l’impasto si deve lievitare tre volte: all’inizio si
lascia lievitare fino a quando raddoppia; dopo la prima lievitazione si lavora l’impasto
per pochi minuti, e senza aggiungere altri ingredienti si deve lievitare
per una seconda volta fino a quando raddoppia; dopo la seconda lievitazione si
preparano tante palline di circa 30 grammi, si appoggiano in una teglia
foderata con la carta da forno distanziandole tra di loro, si coprono con un
canovaccio e si lascia lievitare fino al raddoppio. Terminata la terza
lievitazione, si cuociono in forno a 180° per circa 15 minuti fino a quando
sono dorate. Sforniamo, e quando le palline saranno fredde si devono bagnare
nell’alchermes fino a quando diventeranno rosse da cima a fondo, poi si rotolano
nello zucchero ad esclusione del fondo. Prendiamo le palline, ricopriamo il
fondo con la crema pasticcera, poi le uniamo due a due. Le pesche cagliaritane si servono per tutte le occasione e a tutte le
ore della giornata. Buon appetito.
Ingredienti:
250 gr di farina “0”
250 di farina “00”
Mezzo bicchiere di latte
10 gr di lievito di birra
4 cucchiai di olio
2 uova
50 gr di zucchero
Un pizzico di sale
Buccia di un limone
Buccia di un’arancia
Crema pasticcera
alchermes
QB zucchero per guarnire
Non sapevo fossero sardi. Li trovo anche dalle mie parti, ma non sono di mio gusto.
RispondiEliminaPerò complimenti. Sei stata bravissima. Sembrano perfetti!
Non conosco le origini della ricetta. Io includerei il dolce tra i ricettari nazionali e ogni regione ha la sua variante, ogni impasto è diverso dall'altro, così come gli ingredienti. Questo è il classico isolano e le dosi le ho copiate al corso di cucina. Ciao
EliminaBrava ad averli fatti, e mi è piaciuto anche il lavorato procedimento, ma... sai che questa tipologia di dolci non mi è mai piaciuta?
RispondiEliminaMi fanno pensare a cose non proprio dolci... XD
Moz-
Forse li consideri così perché sono più di un piccolo spuntino, e poi sono enormi con due paste attaccate con la crema, addirittura qualcuno fa un piccolo foro per riempirli dentro e fuori con la crema....sono più di una merenda. A me piacciono a patto di non vederli sempre giusto ogni tanto per coccolarmi con questi vizietti casalinghi. Ciao
EliminaMh, no... è che non amo i dolci liquorosi, non amo l'alchermes e mi fanno un effetto tipo "case dei vecchi" XD
EliminaPerò, ripeto, complimenti!
Moz-
Sono allergico alle uova. Peccato.
RispondiEliminaCiao Innassia.
Non è un problema... si eliminano, conosco diverse persone che non le aggiungono mai: la crema pasticcera senza le uova è perfetta, per l'impasto idem. Ciao.
EliminaDa noi le chiamiamo pesche dolci, ma guardando alla tua ricetta sono certa che le tue sono molto più golose di quelle che mangiavo da piccola, in quelle non ricordo la crema pasticcera. Brava Innassia.
RispondiEliminasinforosa
In alcune pasticcerie le chiamano semplicemente 'pesche', e ho letto diverse ricette con marmellata e non con la crema. Sono tutte diverse anche per la lievitazione. Ognuno ha la sua ricetta. Ciao
EliminaAmo le pesche dolci! Le ho mangiate sempre nelle Marche, nelle vacanze estive a San Benedetto del Tronto, e le ho anche fatte io a casa qualche volta, però anni fa. La ricetta non la ricordo bene adesso, ma credo sia simile a quella che hai postato tu.
RispondiEliminaAl centro però era prevista la crema alle nocciole.
Mi hai fatto venir voglia di farle di nuovo, complimenti perchè le tue sono davvero invitanti!
Ciao @Maris. Per un bel po non potrò prepararli. Dalle mie parti, con l'inizio della quarantena il lievito di birra è introvabile, e ieri ho scoperto che non c'è neanche la farina. La storia del lievito è pazzesco tanto da 'sfornare' diversi aneddoti, ma non trovare la farina è un disastro. Per la farina dobbiamo aspettare il prossimo rifornimento, ma per il lievito l'attesa è più lunga.
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