C’era sempre stato qualcosa di antico in quel luogo, e
qualcosa di nuovo. Ogni custode aveva lasciato una traccia del suo passaggio.
Chi era venuta dopo aveva raccolto quella tradizione, l’aveva arricchita con la
propria esperienza. Tutto, alla fine, era entrato a fa parte della memoria.
Angelica era l’ultima di molte. E come avevano fatto quelle che l’avevano
preceduta, quella sera di maggio si era seduta ai piedi dell’immenso ulivo che
custodiva le api d’oro e attendeva paziente.
Angelica ha un dono speciale che la distingue dai suoi coetanei, non riesce e
non desidera mettere radici e non ha mai accettato di incatenarsi da nessuna
parte e in nessun luogo. Nel suo cuore e nella sua testa non c’è posto per né
per una casa né per una città, perché il suo amore sono le api e i viaggi per l’Europa
per raggiungere gli apicoltori che hanno bisogno della sua abilità e delle sue
innate competenze.
La capacità di comunicare con le api è un segreto che solo in pochi conoscono perché trasmessa di donna in donna, e lei l’ha acquisita quando era piccola. Le api sono il suo ambiente naturale, sono la sua casa, e con la sua Voce riesce a parlarci scambiando emozioni, sentendo ciò di cui hanno bisogno con una bravura innata trasmessale da una donna, una parente, che durante l’infanzia le fece da madre: Margherita Senes, sopranominata Jaja.
La capacità di comunicare con le api è un segreto che solo in pochi conoscono perché trasmessa di donna in donna, e lei l’ha acquisita quando era piccola. Le api sono il suo ambiente naturale, sono la sua casa, e con la sua Voce riesce a parlarci scambiando emozioni, sentendo ciò di cui hanno bisogno con una bravura innata trasmessale da una donna, una parente, che durante l’infanzia le fece da madre: Margherita Senes, sopranominata Jaja.
La vita di Angelica muta
drasticamente quando alla morte di Jaja riceve in eredità un patrimonio che la
porterà nei luoghi dell’infanzia, costringendola così a rivedere il suo stile
di vita. L’eredità la riporterà nella sua terra, in un’isoletta spazzata dal
vento al largo della Sardegna sudoccidentale, in una casa che sorge fra le rose
cosparse di profumo, dove c’è un albero che nasconde un prezioso segreto.
Angelica tornerà nella terra di Jaja, dove si respira la sua Voce, un luogo in
cui troverà il “Quaderno del miele” il cui contenuto la riporterà indietro nel
tempo. La vitalità di Angelica è rafforzata dalla presenza di un carissimo
amico d’infanzia che la aiuterà a ritrovare sé stessa e le sue radici in un
posto dove può essere libera.
Ci sono dei romanzi che
ti catturano nel momento in cui lo sfogli e inizi a leggere e saltellare da un
capitolo e l’altro, tra una riga e l’altra. Quando l’ho sfogliato in biblioteca
non conoscevo il contenuto, e la magia della lettura è iniziata quando, volta
per volta, ho letto l’introduzione dei capitoli ben congegnati con una breve
descrizione del miele, con i vari nomi, con capacità terapeutiche, con le caratteristiche
e proprietà organolettiche e olfattive; partenza delicata per introdurre il
mondo della protagonista, un materiale prezioso da copiare e conservare.
Prendendo in prestito il libro concretamente non sapevo che cosa aspettarmi dal
romanzo, per me era una storia sconosciuta e non avevo letto nessuna recensione,
e la scatola chiusa mi ha catapultata in un mondo insolito e sconosciuto ai non
addetti ai lavori, fatto di miele e di api.
Con il libro “La custode
del miele e delle api” mi sono immersa genuinamente all’interno e in prima fila
in un ambiente incontaminato, in cui la solidarietà e i conflitti tra le donne
fanno da padrona, un ambiente semplice e naturale fatto di tradizioni da
tramandare, da custodire, e da difendere con ogni mezzo.
Del romanzo ho amato il
calore delle persone, delle donne del luogo fatto di dolcetti appena sfornati,
di prodotti locali, e di un modo di vivere genuino e ben custodito dagli
abitanti della piccola isoletta sarda. Ma è la casa di Jaja fatta di profumi di
lavanda, di fiori freschi, che richiama la riflessione su ciò che sta
accadendo, sul malaffare di uomini senza scrupoli che speculano sulla propria
terra. La sorpresa più interessante è stata conoscere la magia delle api, e ho molto
gradito la descrizione dei vari tipi di miele, alcuni ignoti e mai sentiti, e lo
considero un prezioso dono dell’autrice perché è stata capace di farmi sentire
il gusto e il profumo sfogliando il suo romanzo.
Alcune Voci tratte dal
prezioso Quaderno del Miele da trascrivere e conservare nel Taccuino:
Miele di Eucalipto (Eucalyptus spp). Balsamico e intenso. È
il miele del respiro e rende più chiaro il pensiero. Profuma di bosco, di
funghi e di zucchero cotto. Leggermente salato, il suo colore è ambra, i
cristalli spessi … pag. 48
Miele di girasole (Helianthus annuus). Il suo profumo è di
fieno, di frutta dolce ed esotica. È il miele della passione e della
sensualità. Inebria i sensi e apre il cuore. È dorato come il colore che il
sole dipinge sui petali del fiore da cui nasce. La sua cristallizzazione è fine … pag. 131
Miele di trifoglio (Trifolium spp). Morbido, profuma di erba
fresca e di fiori appena sbocciati. È il miele della delicatezza e stimola la
fantasia. Sa di banana e caramello al latte. Avorio, quasi bianco, cristallizza
finemente … pag. 180
Miele di maro (Teucrium marum). Dal caratteristico profumo
intenso e pungente, è il miele dell’armonia e dell’ordine. Miele della Sardegna
per eccellenza, trae forza dalla sua terra e aiuta a ritrovare la strada quando
sembra perduta. È ambrato e cristallizza in modo variabile … pag. 264
Scheda del libro
Titolo: La custode del
miele e delle api
Autrice: Cristina Caboni
Genere: romanzo
Casa editrice: Garzanti
Anno:
2016, nuova edizione
Prezzo di copertina: €
12.00
Pagine: 328
All’inizio del post ho
trascritto le prime righe dell’epilogo (pag. 313).
Non amo il miele, nè i libri che superano le 150 pagine..
RispondiEliminaQuindi non lo leggerei, però il personaggio di Angelica sembra molto interessante.
Uno spirito libero o un'eterna sognatrice?
…uno spirito libero con radici solide; lei non lo sa ma lo scoprirà ritornando nella terra natia.
EliminaPer il miele … siamo in due, non amo il gusto che rilascia in bocca, in alcuni dolci si a patto di non sentirlo troppo. Ciao.
Il sapore del miele è ininfluente.
EliminaMi sento molto vicino a Cristina.
Dal mio punto di vista il sapore è fondamentale, e se lo devo acquistare deve essere di ottima qualità e non industriale. Quando lo uso per i dolci devo conoscere la provenienza e il tipo di fiore. Ciao @GusO
EliminaAdoro il miele, in tutte le sue varianti, io ho la fortuna di gustare anche un miele africano che è davvero... una magia, come del resto lo è il paese da cui proviene. Il libro cattura. Ciao e buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Ho la fortuna di avere amici stretti apicoltori, chi per passione e chi come lavoro per pareggiare i bilanci familiari, e questo è una garanzia per avere un prodotto genuino a km 0 e ottimo da regalare. Ciao.
Elimina👍🏻. 🤗🤗
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