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sabato 4 agosto 2018

Un palazzo da favola: Casa Zapata

Nel momento in cui s’individua un locale da adibire a museo per ospitare reperti archeologici, non s’immagina minimamente che rinnovarlo può cambiare la vita di un intero territorio, il motivo? Andiamo per ordine. 
A Barumini, nel 1541, arrivò dalla Spagna la famiglia Zapata e costruì un palazzo nobiliare, un complesso residenziale agricolo con annesso giardino da utilizzare come una classica casa di campagna per l’estate, mentre la residenza abituale venne stabilita a Cagliari.  
Passano gli anni e, alla morte di Donna Concetta Ingarao, nel 1980 il Comune di Barumini eredita una parte della casa con destinazione come “casa protetta”, mentre la parte cospicua del patrimonio la eredita il nipote il quale, trasferitosi a Roma, lascia l’intero complesso in stato di totale abbandono.
Nello stesso periodo, alla morte della Marchese, negli anni ’80, il Comune di Barumini era alla ricerca di una struttura idonea per aprire un museo capace di ospitare i numerosi reperti archeologici provenienti, in prevalenza, da Su Nuraxi: identificò l’area in Casa Zapata, ormai ridotta al degrado assoluto, acquistandola nel 1987 senza conoscere i dettagli che avrebbero rivoluzionato la sorte di tutta la zona.
 
 












 
 
Prima di aprire il museo, negli anni ’90 iniziarono i lavori di ristrutturazione dell’intero complesso, e l’architetto consigliò di togliere tutta la pavimentazione perché i precedenti rifacimenti, effettuati sopra vecchi selciati, così come d’abitudine in tempi antichi, non permettevano di ottenere un buon risultato. Ignari di ciò che custodiva la casa sotto il pavimento, il Comune iniziò i lavori di smantellamento della pavimentazione, pianella dopo pianella e tutto ciò che si trovava sotto, fino allo strato in cui emerse un masso sospetto, elemento di una scoperta sensazionale.
Si scoprì, dunque, per puro caso, grazie ai lavori di ristrutturazione, che la famiglia Zapata, seguendo un progetto, aveva edificato la loro dimora agricola su una base ben solida, vale a dire che il palazzo aveva alla base un muro portante eretta sopra un nuraghe. Fino ai nostri giorni, eccetto il progettista e chi fece i lavori, nessuno conosceva questo segreto, e l’unico che intuì la presenza del complesso nuragico, fu il professore e archeologo Giovanni Lilliu osservando il piazzale della chiesa confinante con Casa Zapata. Il palazzo nacque in tale struttura archeologica di straordinaria importanza sapendo ed essendo ben consapevoli di aver eseguito le fondazioni sopra un complesso nuragico, tacendo per sempre fino al rifacimento del pavimento. In altre parole grazie ad una semplice ristrutturazione, si è scoperto che una dimora agricola venne costruita sopra un enorme nuraghe partendo dalla torre centrale, investendo piano piano le altre torri, risparmiando tempo e denaro, con i muri del palazzo all’interno del nuraghe, mentre il complesso nuragico ha un’estensione che verosimilmente si estende oltre la zona perimetrale di casa Zapata e della parte cortilizia. Come potete immaginare la notizia ha fatto il giro del mondo sorprendendo tutti, dagli archeologi a comuni cittadini, compresa la sottoscritta.
Il nuraghe Nuraxi ‘e Cresia, così si chiama per la presenza di una chiesa nelle vicinanze, è di enormi proporzioni e si estende ben al di fuori dei confini di Casa Zapata, con un perimetro ancora da tracciare con successivi scavi, ma che concretamente non conosceremo mai la vera dimensione perché bisognerebbe smantellare le case e la chiesa, in altre parole una parte del paese di Barumini.
Gli scavi hanno portato alla luce un nuraghe risalente dall’età del Bronzo Recente (1300 a.C.) al Bronzo Finale (1100-800 a.C.), costruita prendendo in considerazione non un unico progetto ma creandola in diversi stadi spalmati in più anni, utilizzando blocchi di marna calcarea prelevata dall’altopiano della Giara di Gesturi; per il tipo di struttura si classifica come un nuraghe di tipo trilobato con una torre principale e tre torri più piccole unite da cortine.
Casa Zapata è unico nel suo genere, riesce a stimolare la nostra immaginazione con emozioni incalcolabili, perché siamo circondati dalle mura di una casa di campagna, e contemporaneamente camminiamo sopra un nuraghe; passeggiamo sopra una pedana costituita da diversi “ponti” trasparenti sospesi nell’aria con travi di acciaio con cui possiamo vedere, con i nostri occhi, lo spessore della costruzione; mentre gironzoliamo sembra di volare sopra un complesso nuragico, una magia amplificata dalle luci che entrano e che riflettono negli specchi e nel colore bianco delle pietre, il tutto impreziosito dai reperti archeologici trovati nella zona.
È sensazionale.
 
 









 















 
 
Attualmente, il palazzo con nuraghe annesso è diventato “Il Polo Museale Casa Zapata”, la cui grandezza ci permette di osservare, oltre ai piatti forti, anche altre sezioni: la sezione storica con documenti della famiglia Zapata; la sezione etnografica nei locali agricoli con l’esposizione di attrezzi delle principali attività del territorio; la sezione delle Launeddas dedicata al maestro Luigi Lai.
 
 
Per maggiori informazioni suggerisco il sito della Fondazione Barumini, questo è il link:
www.fondazionebarumini.it
 
 


8 commenti:

  1. Mi sembra fantascienza.
    Grazie per il post.
    Ciao Innassia.

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    1. Esiste esiste. È pura realtà. Controlla il sito, scoprirai la bellezza del luogo. Ciao

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  2. Ma che meraviglia, lo vedrei come luogo per girare un film o luogo dove ambientare un romanzo. Grazie per la descrizione e le immagini.
    sinforosa

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    1. Se ti capita, ti consiglio di farci un salto. È a pochi minuti dal nuraghe Su Nuraxi (nominato dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità) e si trova nella strada principale del paese. Ciao

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  3. Nella mia città, nel tentativo di ristrutturare la pavimentazione di una piazza, trovarono delle preziose grotte archeologiche.
    Gli scavi rimasero, quindi, esposti, coperti da un vetro che permette di ammirarli.
    Buona serata e grazie per avermi fatto scoprire questa parte di mondo.

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    1. Wow … quando il muratore inizia i lavori di ristrutturazione ci mettiamo le mani nei capelli e poi e poi … voilà la sorpresa che incanta tutti. Ciao

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  4. Che meraviglia! Grazie per le foto e le notizie che ci hai dato, Inassia.
    Io sono stata in Sardegna una sola volta, nel 1995, ad Alghero: in quell'occasione con i miei genitori visitammo il Complesso Nuragico di Palmavera. Fu una bella esperienza che ricordo sempre con piacere!
    Un abbraccio.

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    1. Casa Zapata è un luogo fuori dal comune e per la particolarità del sito, come dice Sinforosa, si potrebbe girare un film o scrivere un romanzo. Mentre a Palmavera non sono mai andata e all'istante la metto nella lista dei luoghi da scoprire. Ciao

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