Nel momento in cui s’individua un locale da adibire a museo per
ospitare reperti archeologici, non s’immagina minimamente che rinnovarlo può
cambiare la vita di un intero territorio, il motivo? Andiamo per ordine.
A Barumini, nel 1541, arrivò dalla Spagna la famiglia Zapata e
costruì un palazzo nobiliare, un complesso residenziale agricolo con annesso giardino
da utilizzare come una classica casa di campagna per l’estate, mentre la residenza
abituale venne stabilita a Cagliari.
Passano gli anni e, alla morte di Donna Concetta Ingarao, nel
1980 il Comune di Barumini eredita una parte della casa con destinazione come “casa
protetta”, mentre la parte cospicua del patrimonio la eredita il nipote il
quale, trasferitosi a Roma, lascia l’intero complesso in stato di totale
abbandono.
Nello stesso periodo, alla morte della Marchese, negli anni ’80, il Comune di Barumini era alla ricerca di una struttura idonea per aprire un museo capace di ospitare i numerosi reperti archeologici provenienti, in prevalenza, da Su Nuraxi: identificò l’area in Casa Zapata, ormai ridotta al degrado assoluto, acquistandola nel 1987 senza conoscere i dettagli che avrebbero rivoluzionato la sorte di tutta la zona.
Nello stesso periodo, alla morte della Marchese, negli anni ’80, il Comune di Barumini era alla ricerca di una struttura idonea per aprire un museo capace di ospitare i numerosi reperti archeologici provenienti, in prevalenza, da Su Nuraxi: identificò l’area in Casa Zapata, ormai ridotta al degrado assoluto, acquistandola nel 1987 senza conoscere i dettagli che avrebbero rivoluzionato la sorte di tutta la zona.
Prima di aprire il museo, negli anni ’90 iniziarono i lavori di
ristrutturazione dell’intero complesso, e l’architetto consigliò di togliere
tutta la pavimentazione perché i precedenti rifacimenti, effettuati sopra
vecchi selciati, così come d’abitudine in tempi antichi, non permettevano di
ottenere un buon risultato. Ignari di ciò che custodiva la casa sotto il
pavimento, il Comune iniziò i lavori di smantellamento della pavimentazione, pianella
dopo pianella e tutto ciò che si trovava sotto, fino allo strato in cui emerse
un masso sospetto, elemento di una scoperta sensazionale.
Si scoprì, dunque, per puro caso, grazie ai lavori di
ristrutturazione, che la famiglia Zapata, seguendo un progetto, aveva edificato
la loro dimora agricola su una base ben solida, vale a dire che il palazzo
aveva alla base un muro portante eretta sopra un nuraghe. Fino ai nostri
giorni, eccetto il progettista e chi fece i lavori, nessuno conosceva questo segreto,
e l’unico che intuì la presenza del complesso nuragico, fu il professore e
archeologo Giovanni Lilliu osservando il piazzale della chiesa confinante con
Casa Zapata. Il palazzo nacque in tale struttura archeologica di straordinaria
importanza sapendo ed essendo ben consapevoli di aver eseguito le fondazioni sopra
un complesso nuragico, tacendo per sempre fino al rifacimento del pavimento. In
altre parole grazie ad una semplice ristrutturazione, si è scoperto che una dimora
agricola venne costruita sopra un enorme nuraghe partendo dalla torre centrale,
investendo piano piano le altre torri, risparmiando tempo e denaro, con i muri
del palazzo all’interno del nuraghe, mentre il complesso nuragico ha
un’estensione che verosimilmente si estende oltre la zona perimetrale di casa
Zapata e della parte cortilizia. Come potete immaginare la notizia ha fatto il
giro del mondo sorprendendo tutti, dagli archeologi a comuni cittadini,
compresa la sottoscritta.
Il nuraghe Nuraxi ‘e Cresia, così si chiama per la presenza di
una chiesa nelle vicinanze, è di enormi proporzioni e si estende ben al di
fuori dei confini di Casa Zapata, con un perimetro ancora da tracciare con successivi
scavi, ma che concretamente non conosceremo mai la vera dimensione perché
bisognerebbe smantellare le case e la chiesa, in altre parole una parte del
paese di Barumini.
Gli scavi hanno portato alla luce un nuraghe risalente dall’età
del Bronzo Recente (1300 a.C.) al Bronzo Finale (1100-800 a.C.), costruita prendendo in considerazione non un
unico progetto ma creandola in diversi stadi spalmati in più anni, utilizzando
blocchi di marna calcarea prelevata dall’altopiano della Giara di Gesturi; per il
tipo di struttura si classifica come un nuraghe di tipo trilobato con una torre
principale e tre torri più piccole unite da cortine.
Casa Zapata è unico nel suo genere, riesce a stimolare la nostra
immaginazione con emozioni incalcolabili, perché siamo circondati dalle mura di
una casa di campagna, e contemporaneamente camminiamo sopra un nuraghe;
passeggiamo sopra una pedana costituita da diversi “ponti” trasparenti sospesi
nell’aria con travi di acciaio con cui possiamo vedere, con i nostri occhi, lo
spessore della costruzione; mentre gironzoliamo sembra di volare sopra un
complesso nuragico, una magia amplificata dalle luci che entrano e che riflettono
negli specchi e nel colore bianco delle pietre, il tutto impreziosito dai
reperti archeologici trovati nella zona.
È sensazionale.
Attualmente, il palazzo con nuraghe annesso è diventato “Il Polo
Museale Casa Zapata”, la cui grandezza ci permette di osservare, oltre ai
piatti forti, anche altre sezioni: la sezione storica con documenti della
famiglia Zapata; la sezione etnografica nei locali agricoli con l’esposizione
di attrezzi delle principali attività del territorio; la sezione delle
Launeddas dedicata al maestro Luigi Lai.
Per maggiori informazioni suggerisco il sito della Fondazione
Barumini, questo è il link:
www.fondazionebarumini.it
Mi sembra fantascienza.
RispondiEliminaGrazie per il post.
Ciao Innassia.
Esiste esiste. È pura realtà. Controlla il sito, scoprirai la bellezza del luogo. Ciao
EliminaMa che meraviglia, lo vedrei come luogo per girare un film o luogo dove ambientare un romanzo. Grazie per la descrizione e le immagini.
RispondiEliminasinforosa
Se ti capita, ti consiglio di farci un salto. È a pochi minuti dal nuraghe Su Nuraxi (nominato dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità) e si trova nella strada principale del paese. Ciao
EliminaNella mia città, nel tentativo di ristrutturare la pavimentazione di una piazza, trovarono delle preziose grotte archeologiche.
RispondiEliminaGli scavi rimasero, quindi, esposti, coperti da un vetro che permette di ammirarli.
Buona serata e grazie per avermi fatto scoprire questa parte di mondo.
Wow … quando il muratore inizia i lavori di ristrutturazione ci mettiamo le mani nei capelli e poi e poi … voilà la sorpresa che incanta tutti. Ciao
EliminaChe meraviglia! Grazie per le foto e le notizie che ci hai dato, Inassia.
RispondiEliminaIo sono stata in Sardegna una sola volta, nel 1995, ad Alghero: in quell'occasione con i miei genitori visitammo il Complesso Nuragico di Palmavera. Fu una bella esperienza che ricordo sempre con piacere!
Un abbraccio.
Casa Zapata è un luogo fuori dal comune e per la particolarità del sito, come dice Sinforosa, si potrebbe girare un film o scrivere un romanzo. Mentre a Palmavera non sono mai andata e all'istante la metto nella lista dei luoghi da scoprire. Ciao
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