Il mondo dei libri ci catapulta in ogni direzione, in ogni ambiente, e saltando da un genere all’altro, da una pagina all’altra, accumuliamo esperienze da sfruttare in ogni occasione. Alcune volte si leggono tutto d’un fiato, e altre volte impieghiamo diversi giorni, oppure sospendiamo e riprendiamo quando è trascorso un certo margine di tempo, il tanto necessario per riprenderci da altre avventure libresche. Librare da un libro all’altro può essere un modo per sconfiggere la noia, o per maturare, o semplicemente per arricchire il nostro sapere. Alcune volte si trascrivono le Voci letterarie più importanti in un Taccuino per lasciare una traccia da consultare all’occorrenza, e altre volte si scordano i tratti basilari della storia, c’è chi ha bisogno di rinfrescare la memoria con una seconda lettura e chi non scorderà mai le emozioni vissute tra le pagine.
Oggi riprendo il capitolo “Da un libro all’altro” inserendo vecchie e recenti letture non ancora impresse nel Taccuino.
1: Le luci nelle case degli altri di Chiara Gamberale
La storia si sviluppa in un condominio a Roma, dove vivono diverse famiglie con una storia da raccontare. I continui flashback arricchiscono la trama, e la fusione tra il passato e il presente scoperchia il sommerso di ciascun condomino. Le Voci di ciascun personaggio non sono malinconiche, in alcune scene c’è qualche spruzzatina di drammaticità, ma nel complesso si vive un’esistenza normalissima, con i classici problemi quotidiani, fino a quando accade un fattaccio. Un giorno muore in un incidente automobilistico l’amministratrice e inquilina del palazzo lasciando orfana la piccola Mandorla. Il lutto stravolge la vita di tutti gli inquilini, trasformando la vita normale in qualcos’altro d’inaspettato. L’amministratrice lascia una lettera alla figlia, nella quale le svela che è stata concepita nel palazzo, e che suo padre è tra gli inquilini. Queste poche righe stravolgono la vita di tutti. Immediatamente si organizza un’assemblea condominiale per trovare l’innominabile, ma tutti tacciono, e nessuno ha intenzione di fare l’esame del DNA. Il frutto dell’assemblea è qualcosa d’incredibile, perché si decide che a turno tutti i condomini si devono prendere cura di Mandorla come dei veri genitori. Con il lutto la storia si arricchisce di elementi, ad esempio si passa dal concetto di famiglia classica a quella allargata, non solo. Il lutto si alimenta di nuovi elementi, e fa emergere la solitudine, e la tristezza sotto un’altra veste. La lettera fa emergere le fasi della vita celate e ben custodite dagli inquilini, per cui la paura della verità contagia tutti i personaggi. Il tradimento è un altro elemento che emerge perché tutti si controllano a vicenda per scoprire chi sia il padre di Mandorla. E poi alla fine della storia, quando conosciamo i malaffari di ciascun inquilino, accade un altro fatto che stravolge ancora una volta la verità.
2: Le banditesse. Storie di donne fuorilegge in Sardegna di Franco Fresi
Nella letteratura, come nella cronaca nera, siamo abituati a nominare i banditi al maschile. Con questo libro si dimostra la parità di genere in ogni attività, si dimostra che le donne vivono, adottano e selezionano le stesse opportunità come gli uomini, indossando un abito strettamente maschile, aderendo o organizzando in prima persona atti criminali, diventando a tutti gli effetti delle fuorilegge. In Le banditesse si prendono in considerazione le avventure di tre bandite che vissero in Sardegna in periodi storici diversi, nel quale si raccontano i malaffari gestiti da donne. C’è Donna Lucia Delitala, nata nel Settecento, nel quale, a capo di un esercito personale per contrastare fazioni rivali e combattere i sabaudi, riuscì con stragi e razzie a commettere reati gravissimi, e fu mandante diretta di omicidi e stragi. Le sue azioni sono ancora oggi coperte da leggende, e il fatto di non essere mai stata catturata facendo perdere le sue tracce, amplia ulteriormente il mistero su questa donna. C’è Maria Antonia Serra Sanna, nata nell’Ottocento, anch’essa una banditessa, determinata e carismatica, fu imprigionata e condannata a vent’anni di carcere dopo che nella battaglia di Morgogliai vennero uccisi nel 1899 i fratelli. La Serra Sanna compì atti di entità gravi di tipo penale, e fu chiamata Sa Reina per come gestì il potere di morte e malaffare assieme ai fratelli. Il suo carisma la portò a essere temuta e allo stesso tempo rispettata da più persone. Si vestiva come un uomo con fucili a portata di mano. La terza donna presa in considerazione è Paska Devaddis, nata nel Novecento, la quale fu coinvolta in una sanguinosa faida nel suo paese dal 1905 al 1917, incriminata per essere stata indicata da dei testimoni come la mano che premette il grilletto per uccidere un uomo. Probabilmente la giovane donna fu innocente, ma le forze dell’ordine non credettero alla sua non colpevolezza, per cui visse i suoi ultimi giorni in latitanza. La sua non fu una buona sorte, perché morì di tisi giovanissima in una grotta del Supramonte. Le tre donne erano molto diverse per carattere e per attività criminali, e segnarono col loro nome e la loro presenza un’intera isola.
3: La libraia
che salvò i libri di Kerri Maher
Il romanzo ha come base la storia reale di Sylvia Beach, la fondatrice della libreria Shakespeare & Co. di Parigi. Il libro si può considerare come un romanzo biografico, con un misto di realtà con spruzzatina di fantasia, perché è ambientato tra il 1917 e il 1936 in una delle librerie più famose e conosciute dagli amanti della lettura, e ancora oggi meta di lettori. La sua è una libreria magica perché passano i più grandi scrittori e scrittrici di tutti i tempi. Si parlano di nomi come James Joyce, Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, e tanti altri. La protagonista riuscì a dare un contributo per la pubblicazione e diffusione di libri non autorizzati o stroncati dalla critica, ad esempio, contro il parere di diversi editori, la proprietaria della libreria fu la primissima ad aver pubblicato il libro Ulisse di James Joice. Tra mille difficoltà, la libraria mette in atto delle azioni coraggiose per dare un senso alla lettura, ai libri, e in automatico alla cultura. La storia prende in considerazione la letteratura non in modo passivo, perché si formò un gruppo tra letterati e appassionati di libri, e si formò uno stretto legame di amicizie tra personaggi realmente esistiti del mondo letterario e semplici persone che frequentavano assiduamente la libreria. Nella libreria conosceremo coloro che sono stati inclusi tra i personaggi più autorevoli della letteratura, e i grandi classici ci accompagneranno in tutto il romanzo, come la storia di vera amicizia tra due donne, e tra tutti i protagonisti.
4: Stai zitta di
Michela Murgia
La disparità di genere ancora oggi è presente in diverse forme, ad esempio con le parole, con i modi di dire, con le frasi o idiomi. Nel libro della Murgia, con esempi di ogni genere, emergono Voci verbali e grammaticali capaci di umiliare e azzerare i diritti delle donne. Tali frasi sono pronunciate in ogni stratto sociale e in ogni campo, sia nel mondo del lavoro e sia nei luoghi più impensabili, nessun sito o Regione è assente, come tra i vertici dello Stato. Il libro è essenziale per capire in modo semplice e con una scrittura lineare, come si gestisce il potere maschile attraverso le parole. Le donne hanno lottato per avere diritti riconosciuti dallo Stato, e ancora oggi la società denigra sull’intelligenza e la preparazione delle donne. Ancora oggi, una parte della società adocchia le donne presentandole con nomignoli e non con i titoli al fine di sminuire le loro capacità, ad esempio non si presenta una donna col titolo di “Dottoressa” ma semplicemente come “la signora” e, in alcuni casi, si annulla deliberatamente il suo cognome. Il libro mostra come ancora oggi si mortificano le donne non solo con i gesti e le azioni, ma anche verbalmente, sottovalutandola con frasi misogine e offensive. Le donne non si considerano come delle professioniste, ma si etichettano esclusivamente come “la gentile, la mamma”, dimenticando la loro storia e la loro professionalità. Situazione che non accade nel mondo maschile, infatti quando ci si riferisce a un uomo esiste il professionista “avvocato o ingegnere”, e nessuno lo presenta come un semplice “signore o signorino”. Quando una professionista pretende rispetto, quando esige un certo tipo di comportamento, quando dice di “no” motivando le proprie scelte, le frasi misogine sono sempre alla portata di tutti. Con le parole si marca il patriottismo, la gerarchia, la violenza psicologica, con la presenza di pregiudizi difficili da estirpare perché la parità di genere sfocia anche con il linguaggio diretto e indiretto. Il libro della Murgia è un viaggio nella misogina verbale.
5: L’infinito
errore di Fabrizio Gatti
Un libro intenso da leggere tutto d’un fiato, senza spostare lo sguardo dalle pagine ci immergiamo in una dimensione colpita dalla paura, dal panico e dal terrore. È una lettura intensa perché lo scrittore ha raccolto delle Voci che interessano tutti, nessuno escluso. Fabrizio Gatti ha trascritto ciò che accadde prima e durante la recente pandemia, una tragedia che ha piegato intere nazioni dal punto di vista sanitario, economico, sociale e psicologico. L’infinito errore di Fabrizio Gatti è un libro inchiesta, frutto di un’accurata indagine sul campo, tramite interviste e studio di documenti ufficiali e non ufficiali, compresi quelli inaccessibili. Lo scrittore svela una serie di aneddoti mai raccontati, notizie mai svelate, storie descritte in canali non ufficiali, e le testimonianze hanno arricchito ancora di più con descrizioni scrupolose la realtà. Si svelano bugie su bugie, scoperchiando il vaso di Pandora, con ricostruzioni meticolose e ben scritte, inserendo scenari sviluppati in vari ambienti, come quelli militari. Si svelano i retroscena dei laboratori, degli apparati burocratici e delle nazioni coinvolte all’inizio della pandemia con le relative ripercussioni sparse in tutto il pianeta. Si svelano gli scenari gestiti dalla sanità pubblica italiana, le scelte di tipo politico, si rivelano i retroscena degli scandali e della burocrazia. Il libro pone domande, svela le risposte, e ognuno di noi accoglie e sviluppa nuove domande da porre a chi gestì la pandemia che ha modificato il nostro mondo.
6: Il palazzo di carta di Miranda Cowley Heller
Il romanzo identifica le scelte di una donna, segnala un bivio colmo d’interrogativi allacciando la sfera personale con convenzioni sociali, ci si domanda se sia necessario tornare indietro nel tempo per modificare il presente con tutti i rischi che tutto ciò potrebbe comportare, oppure non mutare la propria esistenza vivendo il presente pensando costantemente alle scelte del passato. I salti temporali mettono in luce lo stato psicologico di ogni soggetto, le cui valutazioni dividono o uniscono le loro forze. Spostando l’attenzione dal presente al passato, e viceversa, si comprendono meglio la psicologia e la mentalità di ciascun protagonista, emergono le ferite celate e mai rimarginate, tutto ciò che è stato assimilato nel corso degli anni si ripercuote ai giorni d’oggi, e valutando le azioni personali aiuta a assimilare meglio i tanti perché. I segreti intimi e personali potrebbero sconvolgere l’armonia familiare, ci s’interroga se parlare o negare l’evidenza, ma a galla emergono i rimorsi e i rimpianti di non aver invertito la propria strada quando si è affacciata l’occasione, per cui diventa problematico invertire il corso degli eventi mancanti. Le riflessioni ci accompagnano durante la lettura perché ciascuno di noi ha affrontato direttamente o indirettamente le perplessità incontrate dai protagonisti. La Casa di Carta costruita dal nonno è un luogo dove affiorano ricordi, ferite, amicizie intense, tradimenti, relazioni affettive. Ripensando ai bei momenti trascorsi nella Casa di Carta, i pensieri alimentano i dubbi, e la responsabilità di selezionare ancora una volta azioni appropriate condizionano sempre di più lo stato psicologico. Il romanzo intreccia una moltitudine di argomentazioni, perché oltre alle scelte inconfessabili come l’adulterio, s’incollano i classici dilemmi familiari, violenze domestiche, gli abusi, la sofferenza, le difficoltà economiche, come i rapporti interpersonali e tra genitori e figli. Ognuno ha qualcosa da rimpiangere o da nascondere senza dimenticare i pregi che la vita ci offre.
7: Violeta di Isabel Allende
La storia inizia negli anni Venti quando in una notte buia e tempestosa nasce una bimba dopo ben 5 fratellini maschi, per cui la sua comparsa sulla terra è nota di attenzioni. La piccola si chiama Violeta, e già dai primi vagiti c’è aria di turbolenza, perché siamo nel pieno di una delle pandemie più spaventose della storia. La famiglia di Violeta deve combattere la Spagnola, una delle malattie più terrificanti del Novecento, non solo, la bimba per tutta la vita sarà testimone di ulteriori problemi sociali ed economici. Oltre alla pandemia sarà testimone di una serie di vicissitudini che influenzarono le basi della società di un paese sudamericano, ad esempio c’è la crisi economica conosciuta col nome della Grande Depressione, per poi passare alla terribile dittatura che tanto dolore portò nelle case dei cileni con la scomparsa di decine di persone, torturate e ammazzate. La vita di Violeta incrocia gli estremi della vita, si passa dalla gioia di vivere in compagnia dell’amore alla gestione di quello che prende il nome di Morte, e tra i due c’è il “tempo per ricordare”. Il suo testamento di vita è scritto nero su bianco in una sorta di raccolta dei ricordi immesso in un diario indirizzato a Camillo. La sua Voce ingloba le scene più importanti del Cile, e in queste righe ci insegna che la noia è bandita dalla vita, e attraverso i suoi occhi ci imbattiamo in un viaggio pieno di colpi di scena, conosceremo i drammi della violenza in famiglia, il peso dell’emigrazione, i dispiaceri di una donna con la separazione di un figlio. Gli ingredienti delle Voci di Violeta non appartengono solo al mondo della tristezza. No. Ci sono anche Voci teneri, amorosi, coprendo ogni raggio che la vita può incontrare. Il romanzo Violeta è intenso da assaporare con calma, anche se la storia raccontata ci incolla alle pagine. È un romanzo da consigliare e da non raccontare nei minimi particolari, perché ogni lettore deve scoprire di prima mano le Voci di uno dei libri più belli di Isabel Allende.
8: Il Palazzo d’Inverno di Eva Stachniak
Gli elementi del romanzo sono gli intrighi di palazzo, attentati sanguinari, gli amori clandestini e le cospirazioni, e ogni azione è ambientato nella Russia settecentesca. Il periodo storico è intenso, conosciamo Sofia quando sale al potere col nome di Caterina la Grande, e le Voci di palazzo sono raccontate di prima mano da Varvara Nikolaevna, una ragazza sveglia con la voglia di imparare, figlia di un polacco immigrato in Russia per lavorare come rilegatore di libri al servizio della famiglia imperiale. Il periodo preso in considerazione va dal 1741 al 1764, e la storia inizia quando Varvara perde i genitori ed entra nel Palazzo d’Inverno al servizio dell’Imperatrice Elisabetta Petrovna. Varvara ha ottime qualità per far carriera, e quando conosce il conte Bestužev si trasforma in una spia di corte. Dentro le mura del palazzo è stata capace di aprire scrigni segreti e lettere ripristinando la ceralacca senza lasciare traccia della manomissione, ha un intuito ben sviluppato che le consente al primo colpo di individuare i documenti da sottrarre, da leggere e da riporre nei nascondigli senza farsi scoprire; non solo. La ragazza ha il delicato compito di spiare la principessa Sofia, la futura imperatrice di tutte le russie, e ha ottenuto questo delicatissimo compito grazie al suo innato talento: entrare e uscire dalle stanze del Palazzo d’Inverno senza lasciare traccia della sua presenza. Il romanzo è un misto di realtà storiche realmente accadute con avvenimenti inventati di sana pianta, e ogni passo è descritto con delicatezza che ti cattura dal primo istante. Ogni particolare è preso in considerazione per abbracciare in modo naturale e senza forzature sia la parte romanzata che quella reale, si descrivono gli ambienti senza tralasciare nulla all’immaginazione, gli aneddoti sono raccolti e raccontati per mostrare la differenza di stile tra i vari gradi di potere tra i vari illustri personaggi, e non mancano gli episodi appartenenti al mondo del popolo, quello privo di mezzi che ambisce a entrare dentro le mura del Palazzo d’Inverno.
Ricordo le altre Voci “Da un libro all’altro”, clicca QUI e QUI
Ricordo le precedenti Voci con gli stessi autori:
Eva Stachniack: Il respiro della danza, La scuola degli specchi
Michela Murgia: L’ho uccisaperché l’amavo, Falso
Che bei libri, mi sembrano libri interessanti.
RispondiEliminaDi questi ho letto solo il primo, degli altri Violeta è quello che ho in lista perché mi piace la Allende .
mi segno alcuni titoli, tipo Il palazzo di carta e Il palazzo d'inverno.
Ciao, buona serata 😉
Il primo libro l'ho recuperato col Book scharing, un servizio che mi sta dando molte soddisfazioni..... Se ti piace il genere, recupara Il palazzo d'inverno è scritto molto bene; per me Eva Stachniack è stata una vera scoperta, e per il momento non mi ha delusa.
EliminaCiao.
Ho letto il libro della Gamberale, "Violeta" mi intriga, della Stachniak vorrei leggere "La scuola degli specchi". Un cordiale saluto :)
RispondiEliminaSono libri molto diversi tra di loro per ambientazioni e argomenti, come il periodo storico. Se devo scegliere, tra i tre ho apprezzato di più 'Le luci nelle case degli altri' della Gamberale.
EliminaCiao @AquilaReale
Ciao Innassia, non ho letto i libri riportati nel post, ma alcuni li ho sentiti nominare spesso, come Stai zitta di Michela Murgia o Violeta di Isabel Allende. Magari un giorno riuscirò anche a leggerli.
RispondiEliminaUn abbraccio 😘
Ciao @Fra. Sono tutti libri completamente diversi. Alcuni non sono stati pubblicizzati, come Le Banditesse, mentre per Violeta non ne ha bisogno perché la scrittrice Allende la conosciamo tutti e anche con questo romanzo ha bucato lo schermo. E se li trovi ... buona lettura.
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