Titolo: Il profumo delle foglie
di limone;
Autore: Clara Sanchez;
Editore: Garzanti;
Genere: romanzo;
Anno: 2011;
Pagine: 360;
Prezzo di copertina: € 18,60.
Su sollecitazione della
mia bibliotecaria, dopo quanto mi ha riferito sul successo del libro e come sia stato apprezzato dai lettori, ho preso
in prestito il romanzo spagnolo e l’ho letto in pochi giorni. Sinceramente non
volevo leggere un libro suddiviso in capitoli alternando i punti di vista dei
due protagonisti, Sandra (una donna spensierata e incinta) e Julian (un
cacciatore di nazisti, giunto in Spagna dopo aver ricevuto la lettera
dell’amico con cui ha condivise la terribile permanenza a Mauthsen), ma
sentendo quanto è piaciuto mi sono fatta trasportare dal consiglio. Scherzosamente
potrei sottotitolarlo come “non prendere le caramelle dagli sconosciuti”;
eppure l’incontro tra Sandra e i due sconosciuti Fredrik e Karin suggerisce
questa espressione. Il libro colpisce per l’immensa e irrazionale ingenuità della protagonista e
per la profonda amicizia con persone appartenenti a diverse generazioni. Nonostante
la giovine Sandra sia poco attenta nello scegliere le amicizie, trascorso un
primo periodo spensierato e tranquillo, e dopo aver conosciuto e sentito la
storia raccontata da Julian, comincia a studiare la coppia di vecchietti con la
giusta attenzione e a guardarli con occhi diversi. L’incontro tra Sandra e
Julian sfocerà anch’esso in un’amicizia tra due persone appartenenti a diverse
generazioni; e con l’incredulità iniziale di lei e poi la consapevolezza di ciò
che stanno scoprendo con le loro indagini, Julian riuscirà a mutare
definitivamente il percorso di vita e l’incoscienza della giovane donna; e
assieme incroceranno i loro destini e la loro esistenza non sarà più la stessa.
Autrice: Anna Melis;
Casa editrice:
Frassinelli;
Genere: romanzo;
Anno: 2014;
Pagine: 292;
Prezzo di copertina: € 16,50.
Il romanzo colpisce per
la solitudine della protagonista perché nella sua terra è una donna isolata, esclusa e condannata. La storia colpisce per l’ignoranza legata alla superstizione di alcuni abitanti di Nuoro degli anni Trenta, descritto, per quanto riguarda i rapporti umani, come un piccolo paese rude, povero e misero.
Ilde Zedda è una donna malata, soffre di crisi epilettiche, e per questo motivo è considerata dai suoi paesani come una donna demoniaca. La sua colpa è quella di essere un’istranza, anche se concretamente, se guardiamo la geografia, non può essere una straniera. In questo ambiente così ostile, così opprimente, anche se i sui paesani la osservano con diffidenza perché è diversa per l’aspetto fisico e per la malattia, nell’anima di Ilde nasce il desiderio di libertà: la sua libertà si manifesta in montagna, in mezzo alla natura e all’Ortobene.
Viene data in sposa ad un uomo rude, brutale e violento. La sua famiglia acquisita la tratta come una prigioniera, le violenze fisiche e psicologiche sono interminabili. Ma Ilde, in cuor suo, è una donna forte, e con il totale isolamento in lei nasce la passione per la vita e il desiderio di uscire dalla sua prigione. Un giorno, stanca delle continue vessazioni dell'uomo, prende il fucile, lo punta sulla sua vittima e spara. Pensa che sia il compagno, ma si sbaglia. Accecata dalla paura ferisce un bandito ricercato dalla giustizia. Ilde rendendosi conto dell’errore, lo nasconde, lo accudisce e lo cura, e giorno dopo giorno riesce ad instaurare un legame forte con l’evaso.
Ilde non riesce a conquistare la dovuta libertà neanche dopo la morte del compagno, e quasi senza accorgersi, senza capire il perché, sposa un uomo della legge, e si ritrova dentro un’altra prigione. Nella nuova casa Ilde è ancora un’istranza, è ricca, ha pure la tzeraca, ma non sa cosa sia perché lei, Ilde Zedda, è abituata a lavorare e non ad essere servita.
In seguito, il destino di Ilde cambia direzione e godrà della libertà tanto sognata.
Ilde Zedda è una donna malata, soffre di crisi epilettiche, e per questo motivo è considerata dai suoi paesani come una donna demoniaca. La sua colpa è quella di essere un’istranza, anche se concretamente, se guardiamo la geografia, non può essere una straniera. In questo ambiente così ostile, così opprimente, anche se i sui paesani la osservano con diffidenza perché è diversa per l’aspetto fisico e per la malattia, nell’anima di Ilde nasce il desiderio di libertà: la sua libertà si manifesta in montagna, in mezzo alla natura e all’Ortobene.
Viene data in sposa ad un uomo rude, brutale e violento. La sua famiglia acquisita la tratta come una prigioniera, le violenze fisiche e psicologiche sono interminabili. Ma Ilde, in cuor suo, è una donna forte, e con il totale isolamento in lei nasce la passione per la vita e il desiderio di uscire dalla sua prigione. Un giorno, stanca delle continue vessazioni dell'uomo, prende il fucile, lo punta sulla sua vittima e spara. Pensa che sia il compagno, ma si sbaglia. Accecata dalla paura ferisce un bandito ricercato dalla giustizia. Ilde rendendosi conto dell’errore, lo nasconde, lo accudisce e lo cura, e giorno dopo giorno riesce ad instaurare un legame forte con l’evaso.
Ilde non riesce a conquistare la dovuta libertà neanche dopo la morte del compagno, e quasi senza accorgersi, senza capire il perché, sposa un uomo della legge, e si ritrova dentro un’altra prigione. Nella nuova casa Ilde è ancora un’istranza, è ricca, ha pure la tzeraca, ma non sa cosa sia perché lei, Ilde Zedda, è abituata a lavorare e non ad essere servita.
In seguito, il destino di Ilde cambia direzione e godrà della libertà tanto sognata.
Autore: Edward St Aubyn;
Editore: Neri Pozza;
Genere: romanzo;
Anno: 2013;
Pagine: 206;
Prezzo di copertina: € 16,00.
Nel momento in cui mi
hanno prestato il libro ho pensato: “ma perchè devo leggere un libro su un
funerale? Carissima, declino l’offerta”. Nel nome della curiosità ho incominciato a leggerlo. Mai fidarsi del primo impatto. “Lieto fine” non è
un romanzo cupo tipico del momento dell’estremo saluto. Il funerale della madre
di Patrick è un momento delicato in cui tra una stretta di mano, condoglianze e
saluti inattesi e tanto altro, ci immergiamo dentro la psiche di un figlio che
ha perso i genitori. Per Patrick, l’inumazione è un’occasione per conoscere meglio
ciò che abbiamo evitato, o eclissato o mai conosciuto. Il lutto è un’occasione
per riflettere con lucidità sugli eventi drammatici che hanno segnato la
sua infanzia e che lo hanno portato a diventare ciò che è diventato nell’età
adulta. Patrick si pone diverse domande: si chiede quale sia il motivo e come
giustificare il silenzio della madre quando il padre abusava di lui, o del
comportamento di entrambi i genitori. Un funerale può essere vissuto come una
liberazione da un passato buio e burrascoso, oppure può essere considerato come
un istante in cui la riflessione, a mente fredda, porta delle risposte in una
mente di un uomo diventato adulto e mentalmente disturbato.
Autore: Henning Mankell;
Casa editrice: Marsilio;
Collana: giallosvezia;
Genere: noir;
Anno: 2011;
Pagine: 557;
Prezzo di copertina: € 14,00.
Il protagonista, Kurt Wallander, è un
commissario della polizia; è ambientato a Ystad, in Svezia. È il
classico uomo che lavora anche quando è in vacanza, ha problemi di salute, è
invecchiato, è diabetico e si rende conto che sta perdendo la memoria:
puntualmente ha problemi di amnesia, come quando ha lasciato la pistola di
ordinanza in un bar. Un giorno, ad una festa, Wallander conosce il suocero
della figlia, Hakan von Enke, un ex ufficiale della marina svedese, il quale
gli racconta un episodio di portata internazionale che si verificò durante la
guerra fredda. Dopo poche ore dalla chiacchierata, durante la solita
passeggiata, Hakan scompare misteriosamente e dopo pochi giorni la moglie viene
trovata morta. Wallander si occupa delle indagini, e poi... e poi… Sì lo so,
i libri noir non si raccontano mai, si leggono. Volevo soltanto indicarlo
perché è una lettura intrigante e appassionante, è ambientato in uno Stato
esteriormente considerato neutrale, è ricco di suspense, e, oltre a ciò c’è lo
spazio per la riflessione sulla vecchia e sui problemi legati ai primi avvisi
dell’Alzhaimer, sui rapporti tra padre e figlia, e tra un commissario e i suoi
colleghi e parenti acquisiti.
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