.Chi bussa alla porta?
.Sua Altezza Imperiale il Principe ereditario d’Austria, Principe
reale di Ungheria e Boemia, Lombardia e Venezia, di Dalmazia, Croazia,
Slavonia, Galizia, Lodomeria e di Liria, Cavaliere dell’ordine del Toson d’oro,
Ispettore generale della fanteria imperiale, l’Arciduca Rudolf di Asburgo
.Noi non lo conosciamo
.Chi bussa alla porta?
.L’Arciduca Rudolf di Asburgo
.Noi non lo conosciamo
.Chi bussa alla porta?
.Rudolf, un povero peccatore
Le prime righe del post fanno parte di un dialogo pronunciate nella scena iniziale e finale del film "Il destino di un principe", e si riferiscono ad un preciso momento: si bussa alla porta della chiesa per ottenere il permesso di entrare, e ottenere una funzione religiosa per Rudolf d'Asburgo, morto suicida.
La tragedia di Mayerling fu uno dei casi più clamorosi che sconvolsero l’Impero Austro Ungarico, il cui effetto principale non consentì di diffondere ufficialmente, e in carta bollata, ciò che accadde all’erede al trono all’interno della stanza della sua casa di campagna. In quel periodo, le tradizioni e gli usi di uno Stato andavano a braccetto con le convinzioni religiose, e per salvaguardare l’onore della monarchia e dell’erede al trono si dovette aspettare parecchio tempo prima di conoscere ogni dettaglio.
La religione non accettava il suicidio, anche se il defunto portava il nome dell’erede al trono dell’Impero Asburgico, figlio dell’Imperatore Francesco Giuseppe e dell’Imperatrice Elisabetta.
Negare l’autorizzazione per ottenere e ricevere una funzione religiosa e non permettere la tumulazione nella Cripta dei Cappuccini, avrebbe comportato ripercussioni politiche e morali, soprattutto quando in quella stanza Rodolfo D’Asburgo non era solo, ma in compagnia della sua amante Maria Veetzera, anch’essa morta in circostanze misteriose. La notizia della morte dell'erede al trono e della sua amante è coperto da un segreto, il quale spazia dal suicidio all’omicidio.
Così, per ragion di Stato, si decise di tenere segreti i particolari della sua morte. Le
ipotesi che si susseguirono furono molteplici, si parlò di suicidio, e anche di
cospirazione internazionale includendo l’omicidio per impedire l’incoronazione di Rodolfo alla morte del padre.
Un frammento della vita di Rodolfo D’asburgo, è stato raccontato in un film per la tv, e come accade in questi casi, è iniziato ed è terminato
prendendo in considerazione questo aspetto: riuscire ad ottenere l’estremo
saluto e le esequie di tipo religioso ed entrare dalla porta principale nella
Cripta dei Cappuccini.
Il film “Il destino di un
principe” narra una parte della vita pubblica e privata di un uomo, Rodolfo
D’Asburgo, e di una donna, Maria Veetzera, entrambi imprigionati in una vita
già segnata dalle loro rispettive famiglie e dalla società, e si evidenziano i
punti deboli delle consuetudini tracciate da forze potenti.
“Il destino di un principe”
racconta il delicato rapporto tra un padre, Francesco Giuseppe l’imperatore
dell’Impero Austro Ungarico, e un figlio, Rodolfo D’Asburgo principe ed erede
al trono di uno degli Stati imperiali più importanti dell’Ottocento. Un altro
aspetto ben tracciato riguarda da una parte la presenza di un imperatore rigidamente
ancorato a saldi principi tramandati di generazione in generazione, e dall’altra
c’è l’erede al trono con idee più moderne e rivoluzionarie e in contrasto con l’etichetta
di Corte, ed entrambi i punti di vista sono sviluppati includendo la crisi dell’Impero
Austroungarico e della situazione politica ed economica europea di quel tempo.
Il film mostra ciò che non si dovrebbe sapere, vale a dire la “doppia
vita” di Rodolfo D’Asburgo, perché in pubblico si esibisce la perfezione, la
sua perfetta esistenza graziato dalla famiglia felice e perfetta, in privato frequentatore
di bordelli dove beccò la gonorrea che poi trasmise alla moglie rendendola
sterile, in più di una circostanza si mostra come consumatore di oppiacei,
depresso, con crisi suicide che confidò a una prostituta e sua intima confidente.
Oltre agli aspetti privati, il film sviluppa la parte pubblica di Rodolfo, si individua
come un uomo politico rivoluzionario, liberale e non conservatore come il
padre, e si identifica come un uomo con idee socialiste contrario ai vecchi
concetti dettati da ragion di Sato di una delle monarchie europee più potenti
dell’Ottocento.
Il film è stato interpretato da un cast stellare, iniziando da
Omar Sharif che impersona un pittore e confidente di Rodolfo d’Austria, e un
altro attore di fama internazionale è Klaus Maria Brandauer il quale, con la sua
recitazione, sviluppa la personalità di Francesco Giuseppe d’Austria riuscendo
col suo carisma a portare alla luce il suo intimo rapporto col figlio. I personaggi
principali della pellicola sono l’attore Max von Thun il quale interpreta l’erede
al trono, mentre l’attrice Vittoria Puccini impersona la baronessa Maria
Veetzera conosciuta dalla cronaca mondana come l’amante di Rodolfo d’Austria. Nel
cast dei personaggi maggiori c’è anche un’altra attrice italiana, Sandra
Ceccarelli, la quale indossa i panni dell’imperatrice Elisabetta, conosciuta al
grande pubblico col suo pseudonimo Sissi.
Recentemente ho rivisto il film per la tv, e come accade quando
c’è dello spazio da riempire, ho rovistato alcuni articoli per conoscere
maggiormente la storia di Maria Veetzera e di Rodolfo d’Austria. Le sorprese
non sono mancate, in primo luogo salta agli occhi il trattamento che
riservarono alla salma di Maria Veetzera, il cui processo morale dettato dalla
religione e da una società bacchettona in caso di suicidio non le permise di
ricevere l’estremo saluto, ma l’accompagnarono nell’ultima dimora in fretta e
infuria come un sacco di patate da nascondere, e fu inumata in gran segreto lontana
da occhi indiscreti. Moralmente indigna la differenza di trattamento perché lei
donna e il suo amante un uomo ed erede al trono; tutte storie che si ripetono
quando si vuole salvaguardare l’onore di una parte, normalmente sempre l’uomo,
e in questo caso specifico la monarchia. I misteri che circondano la morte di Maria
Veetzera sono discordanti, si vocifera che sia stato causato da un aborto, si ipotizzò
che la sua morte sia avvenuta molte ore prima di Rodolfo d’Austria, oltre al
fatto che chi impugnò l’arma e sparò fu l’uomo che amò. Per salvaguardare la
monarchia, nella versione iniziale si enunciò in un comunicato ufficiale che Rodolfo
perì a causa di un improvviso attacco cardiaco, ma le Voci che circolarono per
un bel po’ furono ben diverse, fino a quando tacere non produsse più gli
effetti sperati e svuotarono il sacco. Secondo la versione ufficiosa, gli
amanti si trovavano nella casa di campagna, e decisero di comune accordo di
compiere l’estremo gesto; Rodolfo prese l’arma la puntò alla sua amata e sparò,
ricompose la salma della sua amata congiungendo le mani e si suicidò dopo aver
scritto alcune lettere.
"Il destino di un principe" racconta una storia complessa e colma di epiloghi di tipo politico da approfondire
con letture specifiche, e pur non esaminando nello specifico ogni istante per ragioni cinematografiche, si può considerare come un punto di partenza per collaudare questo
percorso.
Scheda del film:
Titolo: Il destino di un principe
Regia: Robert Dornhelm
Genere: storico, drammatico
Anno: 2006
Durata: 180 min.
Cast: Max von Thun (Rodolfo d’Austria), Vittoria Puccini (la
baronessa Maria Veetzera), Sandra Ceccarelli (Imperatrice Elisabetta, nota col
nome Sissi), Klaus Maria Brandauer (Francesco Giuseppe d’Austria), Omar Sharif
(Hans Canon)
N.B. le prime righe in corsivo riferite al dialogo iniziale e finale del film le ho sbobinate per il post.
Un'altra Voce con Vittoria Puccini, il film/miniserie L'Oriana, clicca QUI
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