Nella vita reale era un personaggio dal carattere molto particolare e difficilmente passava inosservata. Lasciando traccia in ogni suo articolo, ha intervistato gli uomini e le donne più importanti del suo tempo. I suoi libri e i suoi pezzi giornalistici sono stati tradotti in tutto il mondo. Riuscire a imprimere l’intera vita di Oriana Fallaci in una sola pellicola per il grande schermo, o in due puntate per la TV, non è semplice.
Forse è questo il motivo centrale che ha determinato una superficialità nei contenuti del progetto cinematografico, che aveva come scopo quello di riprodurre sullo schermo la vita di una delle giornaliste italiane più conosciute, non solo nella nostra penisola, ma anche all’estero; e poi non dimentichiamo che tali progetti, anche se sono da sovvenzionare, possibilmente senza ripensamenti, sono anche molto ambiziosi.A mio avviso, per tutta una serie di approssimazioni di diverso genere, il risultato finale del film-miniserie “L’Oriana” non è positivo, pertanto non si può considerare un capolavoro . Non credo che il risultato negativo dipenda esclusivamente dalla recitazione degli attori. Ai miei occhi, la storia e la sceneggiatura sono apparsi poco credibili, la stessa situazione si ripete con le scene girate nei luoghi percorsi dalla giornalista. La superficialità dei temi politici è lampante, così come il conflitto combattuto nel Vietnam, o la rivoluzione iraniana, o le battaglie dei suoi ultimi anni di vita trascorsi scrivendo articoli o rilasciando interviste dai contenuti altamente discutibili. Non sono riusciti a raccontare i fatti come realmente si svolsero e a tratti si sussurrava ciò che accadde, approfondendo solo la parte strettamente sentimentale della giornalista. In altre parole, non sono riusciti a raccontare la vita di una donna dello spessore della Fallaci, la prima donna italiana giornalista di guerra, perché tutti questi elementi non sono stati ben sviluppati.
Per poter articolare un giudizio positivo, devo pensare che la protagonista del film è una qualsiasi giornalista, che narra la propria vita passata ad una giovane donna che vuole imparare il mestiere di giornalista.
Sintesi
del film-miniserie in due puntate diretto da Marco Turco.
Oriana, gravemente malata, per
ordinare tutto il materiale accumulato in tutta la sua vita e per facilitare il
lavoro, decide di assumere una giovane donna inesperta, una studentessa in
giornalismo, che accetta subito l’incarico.
La giovane assistente, trascorre
lunghe giornate mettendo in ordine e catalogando, e pur di imparare il mestiere
di giornalista direttamente dalle mani del suo mito, si piega al carattere
duro e schietta della Fallaci. Il suo desiderio di diventare giornalista lo
confessa apertamente pronunciando la frase “È stato leggendo i suoi libri che
io ho deciso di studiare giornalismo”, e Oriana Fallaci risponde “Allora, si
vede che li hai letti male, perché io il giornalismo non l’ho mai studiato. Io
l’ho fatto”.
Il materiale da catalogare è
ricchissimo di foto, di lettere, di reportage, di filmati e di registrazioni
audio, ogni singolo pezzo racconta frammenti di storia, si parte dalla
gioventù, dagli anni del fascismo, ai primi incarichi giornalistici fino agli
ultimi anni.
Si rivelano i retroscena di quando era una reporter di guerra in Vietnam per intervistare i soldati direttamente dal fronte; e qui narra la sua conoscenza con il collega e poi compagno francese Francois Pelou.
Non mancano i ricordi di quando a Città del Messico verrà ferita durante una manifestazione di protesta e quando venne portata in obitorio pensando che fosse morta: fortunatamente un uomo si accorse dell’errore e fu immediatamente curata.
Un’altra episodio che traspare dal materiale accumulato è stato lo sbarco sulla luna: la giornalista scrisse ogni dettaglio.
Alcune immagini riportano indietro il tempo trascorso in Iran all'indomani della rivoluzione e quando intervistò e si tolse lo chador di fronte a Khomeini.
Una parte del materiale da catalogare accende l’attenzione sulla resistenza greca contro il regime dei colonnelli, e riconduce alla prima intervista che fece al leader e rivoluzionario greco Panagulis con cui instaura una lunga e travagliata relazione sentimentale; si parla di giorni felici pieni d’amore, ma anche di tormenti e di dolore che confluiranno nel libro “un uomo”; e qui riemerge anche il dramma che visse con l’aborto e che descrisse nel libro “lettera a un bambino mai nato”.
Si rivelano i retroscena di quando era una reporter di guerra in Vietnam per intervistare i soldati direttamente dal fronte; e qui narra la sua conoscenza con il collega e poi compagno francese Francois Pelou.
Non mancano i ricordi di quando a Città del Messico verrà ferita durante una manifestazione di protesta e quando venne portata in obitorio pensando che fosse morta: fortunatamente un uomo si accorse dell’errore e fu immediatamente curata.
Un’altra episodio che traspare dal materiale accumulato è stato lo sbarco sulla luna: la giornalista scrisse ogni dettaglio.
Alcune immagini riportano indietro il tempo trascorso in Iran all'indomani della rivoluzione e quando intervistò e si tolse lo chador di fronte a Khomeini.
Una parte del materiale da catalogare accende l’attenzione sulla resistenza greca contro il regime dei colonnelli, e riconduce alla prima intervista che fece al leader e rivoluzionario greco Panagulis con cui instaura una lunga e travagliata relazione sentimentale; si parla di giorni felici pieni d’amore, ma anche di tormenti e di dolore che confluiranno nel libro “un uomo”; e qui riemerge anche il dramma che visse con l’aborto e che descrisse nel libro “lettera a un bambino mai nato”.
Ma questo non è tutto, il
materiale è talmente ricco da riportare alla luce i problemi delle donne in
ogni parte del mondo, tutti documentati nelle sue inchieste, la scena
della sposa bambina ne è testimone. Visionando i reportage, ripercorre il momento in cui
trascorre delle ore all'interno di un orfanotrofio dove può vedere con i suoi
occhi come vivono i bambini, e qui nasce il desiderio di adottare una
bimba ma che poi non fece pentendosi subito dopo, il ricordo è ancora
impresso dentro il suo animo.
L’ultimo anello del materiale esamina lo stato interiore della giornalista all’indomani dell’undici settembre, dove scrisse le suoi impressioni sul mondo arabo che determinò l'incredulità e l'indignazione di una parte dei suoi lettori.
L’ultimo anello del materiale esamina lo stato interiore della giornalista all’indomani dell’undici settembre, dove scrisse le suoi impressioni sul mondo arabo che determinò l'incredulità e l'indignazione di una parte dei suoi lettori.
La giornalista, in una scena del film, quando parla di
se stessa, evidenzia con fermezza le sue passioni: “E l’ho fatto perché io non so vivere senza
passione, non so combattere senza passione, per passione scrivo, per passione
m’arrabbio, inveisco e litigo. Ma è perché amo disperatamente la vita”.
Il suo particolare carattere
viene sottolineato dal suo compagno greco con la frase: “È di ferro lei, anche
il cuore ha di ferro. L’unica cosa che gli interessa è arrivare prima degli
altri”.
Scheda:
Titolo: L'Oriana;
Anno: 2015;
Genere: drammatico, biografico;
Regista: Marco Turco;
Sceneggiatura: Rulli e Petraglia;
Scenografia: Paola Comencini;
Produzione: Rai Fiction e Fandango;
Paese: Italia;
Durata: 106 min;
Attori: Vittoria Puccini è Oriana Fallaci, Stéphane Freiss è Francois Pelou, Vinicio Marchioni è Panagulis, Benedetta Buccellato e Adriano Chiaramida rispettivamente la madre e il padre di Oriana.
IL Trailer
Immagini tratte dal web
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