Benvenuti nel mio salotto virtuale, un luogo dove posso condividere le mie passioni con chi passa da qui. Si parla di piccole chicche quotidiane, di curiosità lontane e vicine, di storie locali e non solo. Mettetevi comodi e partiamo per un lungo viaggio.

sabato 20 giugno 2020

Nel ritmo del piacere

“È una notte di lunedì al Brighton Dome, due settimane prima dell’uscita di Girls on Film, il nostro terzo singolo. Una settimana dopo il mio ventunesimo compleanno.
Le luci si abbassano e attacca Tel Aviv. Per l’apertura abbiamo scelto un’accattivante traccia strumentale in stile mediorientale dal nostro novo album. Per avvisare il pubblico che lo show sta per cominciare.
Ma sta capitando qualcosa di strano. Nessuno di noi riesce a sentire la musica. Che succede tra il pubblico? È il suono della folla che si fa sempre più rumorosa. Un continuo crescendo. Un coro.
Sono urla


Un libro diviso in tre parti, “Gioventù analogica”, “Isteria” e “Realtà digitale”, con 74 capitolo, e in ogni riga, con pagine ricche di foto private, si scava a fondo la vita vera e non patinata di un uomo suddividendola i tre periodi: il periodo dell’infanzia, l’adolescenza e infine l’età adulta. Il libro è stato scritto da Nigel John Taylor, il famosissimo John, il musicista e fondatore di uno dei gruppi più influenti degli anni ottanta, i Duran Duran.   

In “Nel ritmo del piacere” di Nigel John Taylor, noto semplicemente col secondo nome John, mette a nudo se stesso e il suo mondo come uomo con tutti i difetti, le speranze, le insicurezze, le debolezze e i disagi tipici di un bimbo timido, di un adolescente alle prime armi e di un uomo adulto considerato tra i più influenti bassisti degli anni ottanta.

Nella sua autobiografia John Taylor ha evidenziato il privato e il pubblico senza alzare la Voce e senza straparlare male dei colleghi e di chiunque abbia incontrato, anche quando poteva esternare il malcontento ha sempre usato un linguaggio pacato e mai volgare.

Senza troppi giri di parole, con una scrittura semplice e lineare, nel libro non elenca i classici resoconti noiosi di un personaggio pubblico, quello di una rockstar o del più bello e famoso del mondo, al contrario il libro è un racconto dettagliato della sua vita senza veli.

In “Nel ritmo del piacere” svela il lato peggiore del suo privato, quello da nascondere e da rivelare a piccole dosi con parole vaghe, e come accade a chi ha toccato il fondo ci rivela l’inizio di un semplice disagio mutato in un incontrollato disastro personale, e ci riferisce come si rialzò accettando la realtà e come e perché riuscì ad invertire il suo percorso seguendo una terapia mirata per uscire dal tunnel.

Nell’immaginario collettivo John Taylor è un uomo da imitare perché partendo dal nulla costruisce una carriera straordinaria, senza mezzi impara a suonare uno strumento musicale, fonda un gruppo e in breve tempo ottiene un successo planetario, però, mentre tutti lo considerano perfetto e da invidiare, nel privato viveva un’altra esistenza: viveva intensamente ogni minuto, e senza rendersene conto sprofondò nell’inferno fatto di cocaina e alcool entrando in una spirale senza via d’uscita.

La sua incredibile storia inizia rivelando diversi aneddoti privati della sua famiglia e alcune esclusive notizie del suo quartiere, Hollywood nella città di Birmingham; alcune sono notizie ben note o sconosciute, altre sono curiose, allegre e tristi.

In ogni pagina si avverte la presenza della madre e del padre, e John li presenta descrivendo più di un aneddoto intimo normalmente rivelato in famiglia e non pubblicamente, perché prettamente di tipo personale. In primis conosciamo la madre, la sua grande fan, una donna semplice che lasciò il lavoro  per seguire la famiglia; e con le sue parole mette in luce il loro genuino rapporto, i classici discorsi tra madre e figlio, le telefonate, le loro passeggiate, gli incontri in chiesa, e in più ci fa partecipe  del tragico periodo della sua scomparsa. Il padre fu un sopravvissuto della seconda guerra, e John ci riferisce che aveva sofferto di un disturbo post traumatico da stress, per cui non esternò mai al figlio, se non eccezionalmente, ciò che vide, tanto da portare nella tomba quel triste e drammatico periodo senza aprir bocca.

Ma è con la ricostruzione del passato e di alcuni eventi personali del padre che ci immergiamo nella più intima storia della sua famiglia.  

Una delle parti più commuoventi riguarda la parte in cui ci parla dei problemi personali del padre, il quale con la scomparsa della moglie percepì “il suo mondo sempre più piccolo”, tanto da dire al figlio “John. Per favore. Lasciami morire”; il padre era un uomo distrutto dal dolore e piano piano si spegne isolandosi prima a causa del lutto e dopo con la malattia.

Non mancano i racconti di svariati momenti felici, semplici e sinceri di una classica famiglia inglese degli anni sessanta-settanta; ci parla con sincerità degli attimi o di intere giornate in compagnia della madre, o del legame col padre, la complicità tra lui e i genitori, ed enigmi vari della sua famiglia d’origine, come la storia dello zio in guerra, oppure il rapporto speciale col cugino con cui iniziò a interessarsi alla musica.

E quando parla dei suoi studi o del quartiere in cui vive riconosciamo la vera e genuina Inghilterra del dopoguerra, degli anni sessanta e settanta.

Nelle prime pagine scopriamo che era un costante frequentatore della chiesa di Roma, e seguiva assiduamente le funzioni religiose in compagnia della madre, esattamente usa queste parole: “La chiesa esisteva e basta. Proprio come la corrente elettrica, il riscaldamento o la tv in bianco e nero” (pag. 16); una scoperta sorprendente dato che non ha condotto una vita monastica.

Uno delle parti del libro rivelatore riguarda la sua passione per la musica, e se lo studio non era il suo forte, la musica diventava sempre più presente scalzando in un colpo la scuola. Iniziò a suonare la chitarra, ma si rese conto che il “suo” strumento era il basso, così con scarse risorse economiche acquistò un basso elettrico.

John ci appassiona quando leggiamo come comunicò ai genitori perché non voleva studiare ma diventare un musicista, o quale fu l’approccio della sua famiglia di fronte al suo inaspettato successo, come “vissero” la loro nuova vita in un nuovo ambiente per di più sconosciuto alla piccola famiglia inglese, il mondo della musica, oppure quando parla della scomparsa dei genitori distinguendo i due periodi, il prima e il dopo la loro perdita.

John ci racconta delle storie molto particolari, divertenti, malinconiche o allegre, come quando il padre insegna alla moglie a guidare la macchina e i risultati che si ottengono, o quando prende la patente e guida da solo per la prima volta, oppure come passava le giornate in casa o in giro per le vie di Birmingham, o il suo “incidente “ con le lenti a contatto in un concerto, oppure i botta e risposta tra lui e il non ancora famoso Sting.

Senza allungare il brodo, ci presenta il suo amico (in seguito anche collega di lavoro con cui fonderà il gruppo dei Duran Duran) Nick Bates, che poi diventerà il tastierista del gruppo col nome Nick Rhodes, e in questo punto si parla di un’amicizia di vecchia data con cui vivranno le prime esperienze musicali sbarcando il lunario.

Passo dopo passo ci spiega come si avvicinò alla musica, come e con quali mezzi riuscì ad imparare a suonare la chitarra e il basso, ci spalanca le porte per svelare i primi passi compiuti per fondare i primi gruppi musicali fino ai Duran Duran e altri progetti paralleli, i Power Station con Robert Palmer e gli Neurotic Outsiders con un membro dei Sex Pistols e dei Guns N’Roses; alcune sono notizie stranote e altre invece sono delle vere chicche di prima mano e mai sentite.

Nel libro John Taylor risponde a diversi quesiti, ad esempio ci spiega perché ha preferito presentarsi al pubblico col suo secondo nome, John, e non con il primo, Nigel; chiarisce l’altro enigma sullo strumento musicale prescelto, perché inizialmente si esibì con la chitarra per poi abbandonarlo definitivamente prediligendo il basso.

Ancora, nel libro si parla del primo periodo dei Duran Duran, iniziando dai primissimi chitarristi e cantanti del gruppo e come e perché (questi) decisero in un modo assurdo e inconcepibile di abbandonare il gruppo (e io aggiungo la nostra e la loro vera fortuna).

Ma è con i retroscena della comparsa di Roger, Andy e Simon che si stimola la curiosità, tutte pagine ricche di ogni dettaglio e ogni particolare; tuttavia se nella prima parte compaiono molte notizie sui Duran Duran, nella seconda parte la vita privata e personale di John Taylor ha inglobato la maggior parte della narrazione, tralasciando così notizie curiose degli ultimi anni del gruppo.

Nella sua autobiografia riferisce come sono nati i primi pezzi musicali dei Duran Duran, descrive i primi luoghi dove si esibirono,  gli sforzi e le difficoltà per farsi conoscere, e come riuscirono a ottenere degli articoli sulla stampa per pubblicizzarli, la ricerca di un manager fino all’esito tanto ambito per firmare il primo contratto discografico, gli sforzi per conquistare il mercato americano e mondiale.

E pagina dopo pagina, con l’aggiunta di sconosciute notizie, traccia i punti salienti della sua carriera, dai primi passi, al primo album, al grande successo con Rio, fusi con momenti bui fatti di alti e bassi, fino agli anni duemila, fino alla riunione del gruppo originale degli anni ottanta.

Il libro “Nel ritmo del piacere” si legge tutto d’un fiato, e lo consiglio a tutti.

Prima di chiudere il post con la scheda del libro, voglio trascrivere alcune frasi tratte dal libro perché le voglio conservare in quest’angolo virtuale, e perché racchiudono la sintesi di un lavoro intenso, sincero e ben fatto.




Alcune frasi tratte dal libro:

  
Abbiamo tratto ispirazione dal film Barbarella, interpretato da Jane Fonda, detective astronauta più bella della galassia, inviata in missione per trovare Durand-Durand e… difendere le stelle. Le d finali non si sentivano durante il film, tantomeno il trattino, in più all’epoca non c’era ancora imdb. Com, per cui decidemmo di scrivere in questo modo il nostro nome. Duran Duran” … pag. 68

Se avessi avuto un’altra autostima, probabilmente avrei tenuto il mio primo nome e sarei stato il solo Nigel in un mercato musicale discografico affollato di John e Johnny. Ma non mi sentivo così sicuroI” … pag. 76

Night Boat fu la prima canzone che suonammo dal vivo con la line-up definitiva dei Duran Duran, e fu eseguita esattamente come sarebbe apparsa nel nostro album di debutto” … pag. 97

Come in tutti i corteggiamenti che si rispettino, il gioco funzionò solo perché non eravamo davvero consapevoli di ciò che stavamo facendo. Non era nostra intenzione sedurre quel tipo di stampa. Non avevamo mai pensato di possedere quel tipo di appeal. Cercavamo solo di far conoscere la nostra musica” … pag. 133

Non volevo stare da solo e le droghe mi davano sicurezza di non esserlo. Ero una specie di pin-up sui muri di migliaia di camerette, ma la paura della solitudine mi aveva trasformato in un cocainomane” … pag. 146

Era un circolo vizioso: fumo, alcol, droga. La prima di queste dipendenze mi aveva portato a quella successiva, e così via. Una volta partito il treno, non ero stato più in grado di fermarlo. Qualche anno prima ero capace di controllarmi. Ora, una striscia ed ero andato, fuori controllo. Non riuscivo più a controllare quel caos” … pag. 246

Anche se ero spesso depresso e abbattuto  a causa dell’uso incontrollato di droghe e alcol, non ero ancora pronto per accettare il fatto che molti dei miei problemi derivassero da quelle sostanze psicotrope. Pensavo che il problema fosse la mia infelicità” … pag. 284


Scheda del libro:
Titolo: Nel ritmo del piacere
Sottotitolo: Amore, morte & Duran Duran
Aurore: John Taylor
Titolo originale: In the Pleasure Groove. Love, Death & Duran Duran
Traduttore: Giancarlo Rapetti
Editore: Arcana
Collana: Arcana musica
Genere: autobiografico
Anno: 2012
Pagine: 336
Prezzo di copertina: € 12.90


Le prime righe del post sono tratte dal libro e le trovi a pag. 9.


N.B. John Taylor ha fondato i Duran Duran assieme a Nick Rhoades, e se ti piacciono i loro pezzi musicali nel Taccuino puoi trovare:
Save a Prayer
New Moon on Monday
New Religion
Night Boat
Lonely in your nightmare



7 commenti:

  1. Da leggere al 100%
    Ciao Innassia.

    P.S.
    A inizio lettura avevo capito che avevi 21 anni.

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    1. È un libro da consigliare a tutti perché non è stato scritto per i sui fan .... eee ti ringrazio per avermi ringiovanita; io appartengo a un'altra generazione. Ciao @Gus

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  2. Bellissimo! L'ho letto anni fa in lingua originale, regalo di una cara amica con cui condividevo l'amore per i Duran Duran.
    Da leggere assolutamente e quanti ricordi...

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    1. Dici bene, tanti e tanti ricordi. Nelle pagine ho trovato un JT autentico e fuori dagli schemi patinati della stampa anni'80. Letto tutto d'un fiato. Buona domenica @Elisa

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  3. Un libro imperdibile. Ottimo. Buona serata Innassia.
    sinforosa

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    1. È una storia incredibile fornito di tante risposte con una serie di aneddoti mai letti. Si scopre un altro JT, il vero JT. Buona domenica @Sinforosa.

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  4. Ciao Buongiorno come stai? Accetti uno seguendo il blog dell'altro? Possiamo essere amici (non c'è distanza per l'amicizia) e collaborare con i nostri blog. https://viagenspelobrasilerio.blogspot.com/?m=1

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