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giovedì 19 marzo 2020

La verità negata

Può accadere che gli estremi sfocino in una lite giudiziaria in tribunale, un luogo in cui le fonti storiche abbracciano quelle legali, un luogo in cui la memoria dei testimoni, lo studio e la ricostruzione storica sono al centro del dibattimento.
In Inghilterra, alla fine degli anni novanta, un uomo intenta una causa per diffamazione contro una storica e accademica americana per averlo qualificato come un negazionista, falso e manipolatore della verità storica.
Il dibattimento in tribunale è stato seguito dai quotidiani di mezzo mondo, e nel 2016 la storia è stata raccontata in un film dal titolo “La verità negata”. 

Il legal thriller è colmo di meditazione e ingloba gli estremi naturali della vita, da una parte c’è il diritto e la libertà di manifestare il proprio pensiero, e dall’altra parte il dovere di denunciare chi intende stravolgere il corso degli eventi provati e trascritti nei verbali e nei libri di storia.
 
L’oggetto del dibattimento in aula inizia quando David Irving, un noto negazionista dell’olocausto, accusa Deborah Lipstadt per averlo definito un bugiardo e di avergli impedito di poter dire ciò che pensa. 
Lo scontro legale è molto delicato perché le parti devono provare e comprovare l’esistenza dell’Olocausto e il diritto di espressione.
 
Deborah Lipstadt diventa imputata nel processo, e in base all’onere della prova, per difendersi deve dimostrare che la storia non si può modificare in base al diritto di espressione, e senza deporre, e in assenza di testimoni, per libera scelta degli avvocati, riesce a dimostrare che Irvine altera la verità.
 
La lunga istruttoria e ben raccontata nel film, e non conoscendo il corso del dibattimento in tribunale, e non avendo letto le carte, non sono in grado di definire la pellicola portatore di verità e correttezza, posso solo definire la recitazione di Rachel Weisz impeccabile e veritiera, come l’interpretazione di Timothy Spall.
 
“La verità negata” è un film carico di riflessioni da sgranare piano piano in solitudine e in compagnia dei documenti storici.
 
 
Alcune frasi tratte dal film e sbobinate da me:
 
La negazione dell’olocausto si basa su quattro postulati:
numero 1: che non c’è mai stato un tentativo sistematico e organizzato da parte dei nazisti di uccidere tutti gli ebrei;
numero 2: che il totale è di molto inferiore a 5 o 6 milioni;
numero 3: che non ci sono state camere a gas o centri di sterminio costruiti per questo scopo;
numero 4: che l’Olocausto è di conseguenza un mito inventato dal popolo ebreo per ottenere compensazioni economiche e accrescere le fortune dello Stato di Israele"
 
. La guerra, dicono i negazionisti, è un business cruente. Non c’è niente di speciale riguardo agli ebrei, loro non sono gli unici ad avere sofferto, sono comuni vittime della guerra. Perché tanto clamore? D’accordo, ed ecco un’altra domanda. Come sapere che l’Olocausto non è mai avvenuto? No, lo domando sul serio. Come lo dimostriamo?
. Prove fotografiche? (risponde uno studente).
. Nessuna persona in questa aula al di fuori ha mai visto fotografie di un ebreo in una camera a gas. E sapete perché? I tedeschi non volevano che venissero scattate.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Scheda del film
Titolo: La verità negata
Regia: Mick Jackson
Anno: 2016
Genere: biografico
Durata: 110 min.
Cast: Rachel Weisz interpreta l’imputata, l’accademica e storica Deborah Lipstadt; Timothy Spall è l’accusatore e negazionista; Tom Wilkinson è l’avvocato dell’imputata.  
 


Il link del trailer: www.youtube.com/watch?v=OFxKXueRnR4
 
N.B. immagini prelevate dalla rete.    



4 commenti:

  1. Interessante. Grazie a te. Buona serata.
    sinforosa

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  2. Uh, interessante anche se non è il mio genere.
    Mi sa di una di quelle opere dal finale ambiguo...

    Moz-

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    Risposte
    1. Anche se il film è ben recitato, con questo genere di pellicole il dilemma è sempre lo stesso: è fedele alla realtà o hanno inserito scene con fantasia ultra gratuita? Mah!
      Buona domenica.

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