Benvenuti nel mio salotto virtuale, un luogo dove posso condividere le mie passioni con chi passa da qui. Si parla di piccole chicche quotidiane, di curiosità lontane e vicine, di storie locali e non solo. Mettetevi comodi e partiamo per un lungo viaggio.

giovedì 14 agosto 2025

Il giardino delle vergini suicide

Nella prima scena sorge spontanea la domanda se abbandonare la visione del film o se proseguire. All’inizio si presenta come lento e noioso, e la probabilità di abbandonarlo è elevata, e quando si presenta l’istinto di non mollare, beh, la scelta di vederlo si rivela vincente. Se inizialmente non si etichetta come “da guadare”, in meno di un istante si materializza una sensazione che ti spinge a riflettere su ciò che si avverte, perché la trama toglie il respiro. La mente accende mille lampadine nutrite da tante domande. Se inizialmente, la base è strutturata seguendo una logica lenta e noiosa, dopo alcune scene afferriamo il senso della pellicola, si segue attimo dopo attimo sperando di aver capito male, invece ….


Quando sta per finire il film, quando il cerchio si chiude, istintivamente chiudiamo gli occhi e sentiamo le urla di ciascuna cellula del nostro corpo, perché la conclusione è impressionante. Nel momento in cui abbiamo la certezza di aver ben capito ciò che è accaduto, apriamo gli occhi e guardiamo le ultime scene in silenzio, si cerca di trattenere le lacrime, e l’assenza di concentrazione non s’interrompe neanche con la musica dei titoli di coda. Dopo aver visto il film, le domande che formuliamo sono parecchie e angoscianti. La storia raccontata travolge e assale un’immensa tristezza, perché la sorte di cinque sorelle è super drammatica più di quanto si possa pensare. La trama è ben condita e con l’ascolto della musica, con in primo piano il sassofono, ci assalgono dei punti interrogativi, tanto da togliere il fiato.


Ci sono cinque sorelle, sono giovanissime e bellissime con una grande voglia di vivere come i loro coetanei, ma hanno un grosso problema; sono infelici e sono tormentati da chi li dovrebbe amare come in tutte le famiglie. I genitori di Lux, Cecilia, Bonnie, Mary e Theresa Lisbon sono asfissianti. Il padre è un insignificante uomo, il quale non interviene mai quando si devono prendere delle decisioni. La madre è la classica donna rigida e inflessibile, la quale impedisce con tutti i mezzi alle figlie di respirare a pieni polmoni l’età dell’adolescenza. I vicini di casa si rendono conto che c’è qualcosa che non va nell’educazione delle fanciulle, avvertono che non vivono come dovrebbero la propria esistenza, ma sono inermi, non riescono ad agire, se non parlando tra di loro scambiando accenni e sguardi. Il filo conduttore tra le ragazze e il mondo esterno sono dei coetanei, tutti maschi, e con tutti i mezzi cercheranno di conoscerle e frequentarle individuando il loro dilemma. Dopo il tentato suicidio di Cecilia, la più giovane delle sorelle, uno psicologo consiglia ai rigidi genitori di far frequentare le figlie i coetanei con assiduità e di avere una vita sociale come tutti gli adolescenti. Durante una festa, organizzata per mettere in pratica il consiglio dello psicologo, Cecilia si butta dalla finestra e muore sul colpo infilzata dalle punte della ringhiera. Il tempo del lutto non far sorgere ai coniugi Lisbon dei dubbi sulla loro scelta di educare le figlie seguendo logiche rigide e inflessibili, perché, dopo una breve parentesi di libertà, tolgono quel piccolo spazio di vita. La madre le segrega tra le mura domestiche, le ritira dalla scuola, e vieta di ascoltare la musica distruggendo gli album preferiti delle figlie. I ragazzi, i quali si sono accorti dell’anomalia presente nella capoccia di questi folli genitori, escogitano dei piani per allacciare i contatti, usano i cannocchiali, la posta, e per ultimo il telefono per far ascoltare della musica. La madre scopre tutti i trucchi elaborati dai ragazzi, così le isola ulteriormente, ma le ragazze non si fanno intimidire perché con la lampada inviano i messaggi agli amici. L’ultimo messaggio con la lampada è particolare, perché è un esplicito invito a portare una macchina davanti alla loro casa; intendono fuggire. I ragazzi, gli unici amici che hanno, si presentano nella casa delle ragazze a notte fonda, apre la porta Lux, e dopo una breve chiacchierata afferma che i genitori dormono e sparisce. I ragazzi vagano per la casa, e fanno una macabra scoperta e scappano, perché trovano tutte le ragazze prive di vita. Dopo Cecilia, si sono tutte suicidate, Mary col gas della cucina, Theresa coi sonniferi, Bonnie si impicca, e per ultima Lux con il gas di scarico della macchina. Il suicidio fa un gran baccano, tutti ne parlano, come tutti i telegiornali e la stampa. Dopo il fattaccio, i genitori vendono la casa e come degli automi partono, lui ancora insignificante e lei ancora ancorata ai suoi principi. Gli unici a non dimenticare il suicidio di Lux, Cecilia, Bonnie, Mary e Theresa sono quei ragazzi, quelli che hanno fatto di tutto per aiutarle dall’isolamento, il cui ricordo delle cinque ragazze li perseguiterà per tutta la vita.

 

Voci tratte dal film: 

“Sul volantino verde era scritto che c’erano ottanta suicidi al giorno, trentamila all’anno, e ci metteva in guardia sui sintomi di pericolo che non potevamo notare: le pupille delle ragazze erano dilatate? Avevano perso interesse nelle attività scolastiche, negli sport e negli hobbies? Stavano allontanandosi dai loro coetanei?”

 

“Nel corso degli anni sono state dette tante cose sulle ragazze, ma non abbiamo mai trovato una risposta. In fondo non importava la loro età, né che fossero ragazze. La sola cosa che contava è che le avevamo amate, e che non ci hanno sentito chiamarle, e ancora non ci sentono che le chiamiamo perché escano dalle loro stanze, dove sono entrate per restare sole per sempre e dove non troveremo mai i pezzi per rimetterle insieme”

 

“Dopo aver offerto suicidi gratis a tutti gratis, i signori Lisbon rinunciarono ad avere una vita normale. Chiamarono il signor Headley per sgomberare la casa e vendere i mobili che riuscirono a vendere al mercatino dell’usato. Il signor Lisbon mise in vendita la casa, fu acquistata da una giovane coppia di Boston, ovviamente noi prendemmo le foto di famiglia gettate nella spazzatura. Alla fine i pezzi del puzzle furono recuperati, ma per quanto tentassimo di metterli insieme rimanevano sempre gli interrogativi, uno strano vuoto, modellato armoniosamente da ciò che le circondava, come pesi a noi sconosciuti. Ciò che si trascinarono dietro non era vita ma una banale lista di fatti frivoli, un orologio sul muro che scandisce il tempo, una camera offuscata a mezzogiorno, e l’assurdità di un essere umano capace solo di pensare a sé stessa. Cercammo di dimenticarle ma ovviamente era impossibile. I nostri genitori sembravano uscirci meglio, ormai erano tornati al tennis e i cocktail in barca, come se avessero vissuto tante vite già vissute tante volte in eventi simili” 


Scheda del film:

Titolo: Il giardino delle vergini suicide

Titolo originale: The virgin suicides

Soggetto: romanzo di Jeffrey Eugenides

Regia: Sofia Coppola

Genere: drammatico

Anno: 1999

Durata: circa 97 min.

Interpreti: Kirsten Dunst (Lux Lisbon), Kathleen Turner (la signora Lisbon), James Woods (il signor Lisbon), Danny DeVito (Dr. Horniker), Hanna R. Hall (Cecilia Lisbon), Chelse Swain (Bonnie Lisbon), A. J. Cook (Mary Lisbon), Leslie Hayman (Theresa Lisbon), Josh Hartnett (Trip Fontaine), Scott Glenn (il sacerdote).

 

Ricordo che ci sono altre voci con:

Sofia Coppola: Marie Antoinette

Kirsten Dunst: I due volti di gennaio e Marie Antoinette

  




N.B. le Voci tratte dal film le ho sbobinate per il Taccuino.


Nessun commento:

Posta un commento

Ricordo ai lettori che il legislatore ha emanato una norma per proteggere i dati personali quando si naviga nei blog, quindi, prima di lasciare un commento, si consiglia la lettura della pagina “Disclaimer, Privacy & Cookie”.