Nella prima scena sorge spontanea
la domanda se abbandonare la visione del film o se proseguire. All’inizio si
presenta come lento e noioso, e la probabilità di abbandonarlo è elevata, e
quando si presenta l’istinto di non mollare, beh, la scelta di vederlo si
rivela vincente. Se inizialmente non si etichetta come “da guadare”, in meno di
un istante si materializza una sensazione che ti spinge a riflettere su ciò che
si avverte, perché la trama toglie il respiro. La mente accende mille lampadine
nutrite da tante domande. Se inizialmente, la base è strutturata seguendo una
logica lenta e noiosa, dopo alcune scene afferriamo il senso della pellicola,
si segue attimo dopo attimo sperando di aver capito male, invece ….

Quando sta
per finire il film, quando il cerchio si chiude, istintivamente chiudiamo gli
occhi e sentiamo le urla di ciascuna cellula del nostro corpo, perché la
conclusione è impressionante. Nel momento in cui abbiamo la certezza di aver
ben capito ciò che è accaduto, apriamo gli occhi e guardiamo le ultime scene in
silenzio, si cerca di trattenere le lacrime, e l’assenza di concentrazione non
s’interrompe neanche con la musica dei titoli di coda. Dopo aver visto il film,
le domande che formuliamo sono parecchie e angoscianti. La storia raccontata
travolge e assale un’immensa tristezza, perché la sorte di cinque sorelle è super
drammatica più di quanto si possa pensare. La trama è ben condita e con l’ascolto
della musica, con in primo piano il sassofono, ci assalgono dei punti
interrogativi, tanto da togliere il fiato.

Ci sono cinque sorelle, sono giovanissime
e bellissime con una grande voglia di vivere come i loro coetanei, ma hanno un
grosso problema; sono infelici e sono tormentati da chi li dovrebbe amare come
in tutte le famiglie. I genitori di Lux, Cecilia, Bonnie, Mary e Theresa Lisbon
sono asfissianti. Il padre è un insignificante uomo, il quale non interviene
mai quando si devono prendere delle decisioni. La madre è la classica donna
rigida e inflessibile, la quale impedisce con tutti i mezzi alle figlie di respirare
a pieni polmoni l’età dell’adolescenza. I vicini di casa si rendono conto che
c’è qualcosa che non va nell’educazione delle fanciulle, avvertono che non
vivono come dovrebbero la propria esistenza, ma sono inermi, non riescono ad
agire, se non parlando tra di loro scambiando accenni e sguardi. Il filo
conduttore tra le ragazze e il mondo esterno sono dei coetanei, tutti maschi, e
con tutti i mezzi cercheranno di conoscerle e frequentarle individuando il loro
dilemma. Dopo il tentato suicidio di Cecilia, la più giovane delle sorelle, uno
psicologo consiglia ai rigidi genitori di far frequentare le figlie i coetanei con
assiduità e di avere una vita sociale come tutti gli adolescenti. Durante una
festa, organizzata per mettere in pratica il consiglio dello psicologo, Cecilia
si butta dalla finestra e muore sul colpo infilzata dalle punte della
ringhiera. Il tempo del lutto non far sorgere ai coniugi Lisbon dei dubbi sulla
loro scelta di educare le figlie seguendo logiche rigide e inflessibili, perché,
dopo una breve parentesi di libertà, tolgono quel piccolo spazio di vita. La
madre le segrega tra le mura domestiche, le ritira dalla scuola, e vieta di
ascoltare la musica distruggendo gli album preferiti delle figlie. I ragazzi, i
quali si sono accorti dell’anomalia presente nella capoccia di questi folli
genitori, escogitano dei piani per allacciare i contatti, usano i cannocchiali,
la posta, e per ultimo il telefono per far ascoltare della
musica. La madre scopre tutti i trucchi elaborati dai ragazzi, così le isola
ulteriormente, ma le ragazze non si fanno intimidire perché con la lampada inviano
i messaggi agli amici. L’ultimo messaggio con la lampada è particolare, perché
è un esplicito invito a portare una macchina davanti alla loro casa; intendono
fuggire. I ragazzi, gli unici amici che hanno, si presentano nella casa delle
ragazze a notte fonda, apre la porta Lux, e dopo una breve chiacchierata afferma
che i genitori dormono e sparisce. I ragazzi vagano per la casa, e fanno una
macabra scoperta e scappano, perché trovano tutte le ragazze prive di vita.
Dopo Cecilia, si sono tutte suicidate, Mary col gas della cucina, Theresa coi
sonniferi, Bonnie si impicca, e per ultima Lux con il gas di scarico della macchina. Il
suicidio fa un gran baccano, tutti ne parlano, come tutti i telegiornali e la
stampa. Dopo il fattaccio, i genitori vendono la casa e come degli automi
partono, lui ancora insignificante e lei ancora ancorata ai suoi principi. Gli
unici a non dimenticare il suicidio di Lux, Cecilia, Bonnie, Mary e Theresa
sono quei ragazzi, quelli che hanno fatto di tutto per aiutarle
dall’isolamento, il cui ricordo delle cinque ragazze li perseguiterà per tutta
la vita.
Voci tratte dal film:
“Sul volantino verde era scritto che c’erano ottanta suicidi al
giorno, trentamila all’anno, e ci metteva in guardia sui sintomi di pericolo
che non potevamo notare: le pupille delle ragazze erano dilatate? Avevano perso
interesse nelle attività scolastiche, negli sport e negli hobbies? Stavano
allontanandosi dai loro coetanei?”
“Nel corso degli anni sono state dette tante cose sulle ragazze,
ma non abbiamo mai trovato una risposta. In fondo non importava la loro età, né
che fossero ragazze. La sola cosa che contava è che le avevamo amate, e che non
ci hanno sentito chiamarle, e ancora non ci sentono che le chiamiamo perché
escano dalle loro stanze, dove sono entrate per restare sole per sempre e dove
non troveremo mai i pezzi per rimetterle insieme”
“Dopo aver offerto suicidi gratis a tutti gratis, i signori
Lisbon rinunciarono ad avere una vita normale. Chiamarono il signor Headley per
sgomberare la casa e vendere i mobili che riuscirono a vendere al mercatino
dell’usato. Il signor Lisbon mise in vendita la casa, fu acquistata da una
giovane coppia di Boston, ovviamente noi prendemmo le foto di famiglia gettate
nella spazzatura. Alla fine i pezzi del puzzle furono recuperati, ma per quanto
tentassimo di metterli insieme rimanevano sempre gli interrogativi, uno strano
vuoto, modellato armoniosamente da ciò che le circondava, come pesi a noi
sconosciuti. Ciò che si trascinarono dietro non era vita ma una banale lista di
fatti frivoli, un orologio sul muro che scandisce il tempo, una camera
offuscata a mezzogiorno, e l’assurdità di un essere umano capace solo di pensare
a sé stessa. Cercammo di dimenticarle ma ovviamente era impossibile. I nostri
genitori sembravano uscirci meglio, ormai erano tornati al tennis e i cocktail
in barca, come se avessero vissuto tante vite già vissute tante volte in eventi
simili”

Scheda del film:
Titolo: Il giardino delle vergini
suicide
Titolo originale: The virgin
suicides
Soggetto: romanzo di Jeffrey
Eugenides
Regia: Sofia Coppola
Genere: drammatico
Anno: 1999
Durata: circa 97 min.
Interpreti: Kirsten Dunst (Lux
Lisbon), Kathleen Turner (la signora Lisbon), James Woods (il signor Lisbon),
Danny DeVito (Dr. Horniker), Hanna R. Hall (Cecilia Lisbon), Chelse Swain
(Bonnie Lisbon), A. J. Cook (Mary Lisbon), Leslie Hayman (Theresa Lisbon), Josh
Hartnett (Trip Fontaine), Scott Glenn (il sacerdote).
Ricordo che ci sono altre voci
con:
Sofia Coppola: Marie Antoinette
Kirsten Dunst: I due volti di gennaio e Marie Antoinette
N.B. le Voci tratte dal film le ho
sbobinate per il Taccuino.
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