La storia è ambientata negli anni Trenta e Quaranta in differenti luoghi accumunati dallo stesso dramma, sono martoriati dalla guerra, le Voci iniziano in Etiopia e proseguono in Spagna, Germania e Italia. In queste terre, lavora la corrispondente di guerra del New York Herald Tribune, e la sua missione consiste nel documentare ciò che vede e sente. Nella primavera del ’36 la giornalista Alice Clifford si reca in Abissinia per documentare l’orrore della guerra, e in questa terra vede di prima mano ciò che l’aprite è riuscita a distruggere, e come si riduce all’estremo la popolazione civile. La corrispondente di guerra è molto dotata, sveglia, non ha paura di scrivere ciò che vede, e la sua intelligenza e professionalità la portano a contatto sia con i civili che con i salotti che contano. In Abissinia deve lavorare con prudenza, deve riportare con ogni mezzo come gli italiani stanno gestendo la guerra, come utilizzano le bombe all’iprite e il gas mostarda, come vivono i civili e illustri personaggi. La sua missione la porta ad avere contatti con le vittime, in ogni istante deve calibrare la paura, non deve farsi sfuggire le notizie di prima mano, per cui ogni informazione la assorbe e la diffonde.
In Abissinia non è sola, ci sono
altri corrispondenti, e tra di loro fa amicizia con Larlheinz Winther però, con
lui, deve moderare le parole perché il tedesco lavora per il giornale del
Völkischer e simpatizza per il Partito nazionalsocialista. Con Winther passa
diverso tempo, si scambiano i soliti chiacchiericci, perché è informato di una
serie di aneddoti e racconti diventati leggendari utili al suo lavoro, conosce
persone interessanti per il giornale e sta sempre in guardia.
Mentre raccoglie materiale per il
suo giornale, conosce un diplomatico italiano, il principe Umberto Ludovici,
spedito in Abissinia da Galeazzo Ciano, quindi vicino ai piani alti del fascio.
Il tipo è ammogliato con figli, eppure tra i due c’è attrazione, e lontano
dagli sguardi iniziano una forte relazione sentimentale. Per Alice la relazione
implica più di un imprevisto; senza calcolarlo rimane incinta.
Alice è una corrispondente di
guerra, non può avere un bimbo, rimugina e rimugina, pensa, riflette, e la
soluzione è sempre li; drammaticamente decide di interrompere la gravidanza
senza parlare con Umberto, e tace sulla gravidanza e sulla dolorosa scelta. Ma
non finisce qui.
Prosegue il suo lavoro da
corrispondente di guerra, scrive costantemente sul giornale riportando notizie
scottanti, ma nonostante quel lavoro che la porta a contatto con i fatti di
guerra, la mente non riesce a slegarla dai sentimenti. Come il primo giorno, non
riesce a dimenticare Umberto, s’incontrano spesso, e per la seconda volta
rimane incinta, e rispetto alla prima gravidanza è più matura, non ha paura del
futuro e decide di diventare mamma.
L’Abissinia non è l’unico luogo
dove raccoglie testimonianze da riportare nel giornale, decide di lavorare in
Spagna, non per trascorrere un periodo tranquillo, anche in questo Paese c’è la
guerra, infuria la guerra civile. In terra spagnola, ogni giorno che passa, la
sua vita è appesa a un filo, lavora intensamente a diretto contatto col
pericolo, è consapevole di avere accettato l’incarico di sua spontanea volontà,
senza costrizioni ha deciso questo percorso in totale autonomia, perciò deve
convivere con l’adrenalina al massimo. Anche in Spagna deve stare in guardia e
stare attenta, perché ogni parola fuori posto può nuocere i progressi
faticosamente raggiunti.
Il lavoro da corrispondente di guerra la porta ad avere contatti con varie personalità, riesce a intervistare Mussolini, conosce personalità legate al fascismo, come Ciano, e per questo deve sempre avere gli occhi aperti perché lei non è simpatizzante della dittatura.
Lei è americana, e quando si sparge la Voce che il suo Paese
potrebbe entrare in guerra, la sua vita è in serio pericolo, perché da una
parte tutti sanno che non appoggerà i fascisti e dall’altra con l’entrata nel
conflitto degli USA tutti la segnalano come nemica.
Alice si sposta per lavoro, va a
Roma, a Napoli, da sola, o con i colleghi, o con “Cicerone”, parte in treno, in
macchina o con mezzi di fortuna, e ogni luogo è ideale per i suoi pezzi. Quando
frequenta personalità legate alla dittatura tedesca e italiana, non agisce in
solitudine, ha un continuo contatto col giornale, nei limiti del possibile,
prendendo tutte le precauzioni, segnala i suoi spostamenti, le notizie
scottanti che raccoglie, di conseguenza inviare i suoi scritti è sempre un
problema.
Raggiungere i luoghi di
destinazione comporta un rischio, anche se tutto è calcolato, anche se
l’accompagnatore è un professionista, il pericolo è in agguato. La mente deve
essere in grado di captare il pericolo, e non sempre è possibile.
La vita danza solo per un istante di Theresa Révay è un romanzo sull’amore e sulla guerra, i
protagonisti inventati dalla penna della scrittrice si legano perfettamente con
i personaggi storici del periodo nazifascista. La protagonista è stata
concepita come una donna libera, emancipata, con una voglia di raccontare i
fatti gestiti dagli italiani “brava gente” e dai nazisti, e tramite lei si
spargono le Voci nascoste da tutti, semplici simpatizzanti, persone comuni che
accettano o combattono.
Già dalle prime pagine, la
giornalista si presenta come una professionista pronta a testimoniare su ciò
che fecero gli italiani con le bombe all’iprite, decimando persone e mettendo
sotto sfinimento l’esercito etiope e i civili.
Singolare la parte in cui procede
all’intervista di Mussolini, nel quale mostra i metodi per affrontare il
dittatore con domande specifiche ben calibrate per ottenere risposte, e si
descrive l’atteggiamento dell’intervistato pronto a sviare i suoi pensieri, o a
domare le parole con astuzia.
Attorno ai fatti drammatici della
guerra, la trama prende in considerazione i sentimenti, e la scrittrice è stata
abile nel non trasformare il romanzo storico in un semplice libro d’amore.
I sentimenti dei protagonisti
sono ben amalgamati con le vicende storiche, in alcune parti c’era la
possibilità di rendere stucchevoli le Voci di tipo amoroso, invece con abilità
si è ben combinato l’amore con vicende drammatiche; ma il rischio era reale.
Nel romanzo, si catapulta la mente
di ogni soggetto coinvolto dentro gli orrori compiuti in Etiopia durante il periodo
fascista, un momento nel quale si compirono azioni contro la popolazione
civile. Si descrive l’atmosfera che si
respirava in Italia, in Spagna e in Germania durante la Seconda Guerra
mondiale, si tratteggiano gli orrori e gli errori commessi dalle personalità
entrati nei libri di storia, includendo la forza e la debolezza di personaggi
storici condannati per le loro azioni.
La scrittrice ha inventato una
giornalista di guerra per ricordare e diffondere fatti terribili e dolorosi
compiuti durante la guerra nel territorio europeo e fuori i confini del vecchio
continente, una professionista pronta a diffondere le Voci che sente e vede
senza trascurare i dettagli, e per questo motivo mette a repentaglio la sua
vita.
La vita danza solo per un istante è un romanzo che non si presta a una lettura veloce e
superficiale, inizialmente non si riesce a cogliere con disinvoltura le Voci
raccolte, e dopo aver preso confidenza, si acquisisce quella padronanza capace
di terminare i capitoli con serenità in un baleno.
Lettura consigliata.
Scheda del libro:
Titolo: La vita danza solo per un
istante
Titolo originale: La vie ne danse
qu’un instant
Autrice: Theresa Révay
Traduttore: Roberto Boi
Genere: romanzo storico
Editore: Beat
Pagine: 496
Anno: 2018
Prezzo di copertina: € 18,00
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