- Sei l’unico che puoi aiutarmi
- Vuoi che lo schiaffeggi e che lo sfidi?
- Visconte, nel progetto che medito tu sei previsto vivo e
vegeto. Vedi, la piccola Cécile riesce a riportare il ricordo di me stessa
quando avevo quindici anni. È così ingenua, innocente, pura.
- Allora!
- Tu devi imbrattare il suo candore, devi prenderti la sua verginità. Io voglio che Gercourt si accorga la prima notte di nozze che qualcun altro l’ha preceduto. Voglio che sia messo alla berlina e che faccia ridere tutta Parigi
- Tu vuoi da me che seduca una ragazzina che non sa niente, che
non ha visto non ha visto niente, e che magari si fa sbattere sul materasso
solo per curiosità. Per questo non ti servo
- Come! Pensavo che lei ti fosse piaciuta e che ti avrei fatto
un favore
- Comunque sia adesso non posso tornare a Parigi
- Perché?
- Vedi, l’aria qui è così fresca, sento cantare gli uccellini.
Non li sento mai cantare a Parigi
- Chi è stavolta?
Un film messo nell’angolo, dimenticato, solo per essere stato immesso sul mercato subito dopo un'altra pellicola tratto dallo stesso libro di Choderlos de Laclos. Il film Valmont arriva al cinema quando la pellicola Le relazioni pericolose sbanca sia come apprezzamento e sia per le ottime interpretazioni, per non parlare degli ottimi incassi. Entrambi prendono in considerazione aspetti diversi del romanzo settecentesco, e ogni attore ha interpretato la storia a modo suo, determinando divergenze nella sceneggiatura e nella costruzione dei personaggi.
Guardandolo a distanza di anni, nel film Valmont si notano una
serie di particolari, in primis all’epoca alcuni attori erano considerati dei
giovani talenti da scoprire, e attualmente sono apprezzati e ben inseriti nel
cinema mondiale; per questo motivo si può ammirare la freschezza e la purezza
dell’interpretazione dei personaggi principali. Tra gli attori spicca un
giovanissimo Collin Firth, notissimo per aver interpretato infiniti ruoli di
successo, ad esempio si ricorda nel film Il
paziente inglese o nella miniserie Orgoglio
e pregiudizio, e altri ancora, e in questo caso interpreta un personaggio
libertino e ricchissimo. Un'altra attrice giovanissima è Annette Bening, ottima
interprete, e in questo film è intrigante, solare, vendicativa, determinata a
rovinare la reputazione di un suo ex spasimante.
Nel film c’è un concentrato dei sette vizi capitali, e non si possono elencare in ordine, ma per gradi in base all’importanza inserita nella sceneggiatura, alcuni sono nell’ombra altri ben in vista. La lussuria è ben presente in ogni scena, diciamo che i comportamenti libertini e scandalosi sono ben sviluppati e ben rappresentati. L’invidia è un altro elemento della storia, e si sposa con l’ira, entrambi da esternare in privato e non in società, quindi si introducono gli intrighi e i doppiogiochisti per ottenere ciò che si vuole. Forse la gola non è sviluppata al meglio, anche se si notano dei ricchi banchetti, ma forse non c’è spazio per animarla. La sceneggiatura è sublime, e sviluppa Voci cariche di sentimenti negativi e positivi tipici di ogni società, oltre ai precedenti vizi capitali, si fondono la superbia, il dispetto, la gelosia, l’insensibilità, la pietà, tutti ben calibrati senza eccedere nel ridicolo o nella superficialità.
Nella
scelta delle azioni non si guarda in faccia nessuno, anche se per ottenere i
propri scopi si coinvolge una minorenne inesperta e ingenua ignara della
propria sorte. Le vittime sono inquadrate non in base al caso, ma in base allo
scopo da raggiungere, e i destini di entrambe le parti s’inseguono fino alla
fine. L’insensibilità si scopre anche dinanzi alla morte, perché, dopo la
commozione e il pianto, i personaggi riprendono a gestire il quotidiano come
d’abitudine seguendo il solito tran tran come se non fosse successo niente.
Il regista ha ricreato le atmosfere del settecento, fatto di Voci e di ambienti che riportano a galla la vita di alcuni ricchi annoiati della società francese, dove si utilizza l’arma della seduzione e del sesso, e quindi dello scandalo, per futili motivi o per beffeggiare la vittima, oppure si risolvono i problemi a colpi di spada. Analogamente, a fianco di personaggi ricchi e sfondati, si ridicolizzano le persone meno abbienti, facendoli apparire impacciati o non intelligenti, e da licenziare senza una valida motivazione, o semplicemente da allontanare per non ostacolare le proprie decisioni o per un capriccio.
I costumi sono sublimi, ricchi di colori e di particolari, ad esempio alcuni abiti femminili sono di seta, taffetà e broccato, in genere spicca il rosa cipria e il pesca, con corsetti, bottoni, fiocchi, merletti, bordini e naturalmente gioielli, tutti indossati dagli interpreti con eleganza e con disinvoltura. Le ambientazioni interne ed esterne riportano la mente indietro nel tempo, accendendo così l’immaginazione dello spettatore, e anche in questo caso i colori abbondano e sono variabili a secondo dello spazio preso in considerazione, e in ogni scena sono visibili ricchi arredi, quadri, candelabri e oggetti di ogni genere.
Il film Valmont del 1989 non è stato ideato con leggerezza, ogni
particolare è ben studiato e non c’è spazio per il caso, per cui non meritava
la tiepida accoglienza. Da rivedere e da consigliare.
Titolo: Valmont
Regista: Milos Forman
Genere: drammatico
Anno: 1989
Durata: 137 min.
Interpreti: Annette Bening (Marchesa de Merteuil), Colin Firth (Visconte
de Valmont), Fairuza Balk (Cécile de Volanges), Meg Tilly (Madame de Tourvel),
Henry Thomas (Cavaliere Danceny), Jeffrey Jones (Duca de Gercourt), Siân
Phillips (Madame de Volanges).
Annotazione: nel Taccuino ci sono
altre Voci con Colin Firth:
N.B. le Voci iniziali sono tratte dal film e le ho sbobinate per il Taccuino.
N.B. immagini
prelevate dalla rete tramite il motore di ricerca Google.
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