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domenica 14 marzo 2021

La ricamatrice di Winchester

Donne in eccedenza”, così sono descritte le donne nubili degli anni Trenta, un appellativo offensivo sorto quando la grande guerra spazzò un’intera generazione di uomini, lasciando così molte donne sole e da maritare. E se la società non accetta una donna sola, accogliendola se non con titoli denigratori, Violet riscatta la sua libertà lasciando la casa di origine di Southampton per trasferirsi a Winchester, e qui lontana dalla sua famiglia e dagli amici si adatta e crea una nuova vita piena di sacrifici e con la voglia di emergere. E per ovvie ragioni, la protagonista del romanzo riesce a sconvolgere quest’epiteto, dimostrando di essere libera interiormente e piena di progetti. 

La vita di Violet non è stata semplice, anche dove dovrebbe essere protetta, e a causa di quell’aggettivo è costretta a servire ingiustamente la madre capricciosa e acida, e lasciare la casa d'origine è il primo gesto estremo per impossessarsi della libertà.

Nella nuova città trova lavoro come dattilografa in una società di assicurazioni, e come in ogni ambiente anche qui si respira quell’appellativo di donna sola e quella mentalità che non vede di buon occhio le lavoratrici di lungo periodo, o meglio non è riconosciuto il diritto alla carriera, e si abbandona la professione al più presto possibile per dedicarsi interamente alla famiglia, al marito, ai figli e alla casa.

In breve tempo Violet è accolta da un’associazione non profit gestita da una signora da un carattere forte e comandataria, e assieme agli iscritti, tutte donne, inizia una nuova esperienza.

Lo scopo principale dell’associazione ha origini antiche e medioevali, e consiste nel ricamare a mano i cuscini da preghiera per i fedeli della Cattedrale di Winchester, e con regole rigide si trasformano degli anonimi fili in opere d’arte destinate a durare per sempre.

Inizialmente Violet equipara le ore passate nell’associazione delle ricamatrici al passatempo, in seguito, osservando le colleghe e imparando l’arte del ricamo, si rende conto che il lavoro svolto dalle donne è una vera missione.

Tra le ricamatrici ritrova sé stessa, e il contatto diretto con donne sconosciute, e come lei “donne in eccedenza”, la mette in relazione con diverse realtà, iniziando dalla lotta per ottenere elementari diritti e un salario equo, e se i problemi di genere sono alla base del romanzo, altre questioni vengono al pettine, come il disprezzo per le donne omosessuali e per chi le protegge appoggiando la loro libertà.

La ricamatrice di Winchester” è un romanzo storico di Tracy Chevalier, e a differenza dei precedenti lavori, non ha quella spinta capace di incollarti alle pagine fino alla fine, e pur stimando lo stile semplice e lineare, lo considero un’opera narrativa dal tono minore.  

La scena centrale del romanzo riguarda la mentalità della società inglese degli anni Trenta, e se gli uomini sono ai margini e anch’essi mostrati con i loro problemi, le protagoniste principali sono le donne con i loro dubbi, i timori, le loro lotte, quelle che lasciano il segno, e di pari passo si descrive la loro forza in una società strettamente maschile.

Il pezzo grosso del romanzo è il soggetto immateriale, vale a dire l’arte del ricamo, fatto di gesti lenti e precisi sempre uguali da secoli, un mestiere che non s’improvvisa, alimentato da tempi di lavoro lunghi ricamando e disfando i disegni al solo scopo di raggiungere la perfezione per ottenere oggetti unici da donare alla Cattedrale.

L’arte del ricamo incrocia un altro soggetto immateriale, l’arte campanaria, e mentre il primo è svolto dalle donne, il secondo è riservato esclusivamente agli uomini, i quali tramandano il sapere dei gesti e le sfumature dei suoni sprigionati dalle campane a pochi privilegiati, e ogni tono della campana è un singolare timbro per ogni singola occasione.

La ricamatrice di Winchester” è una storia piacevole da leggere e da consigliare innanzitutto a chi ama l’arte del ricamo, ai lettori di Tracy Chevalier e a coloro che amano le storie ambiente in Inghilterra negli anni Trenta.

 

Scheda del libro:

Titolo: La ricamatrice di Winchester

Titolo originale: A Single Thread

Autrice: Tracy Chevalier

Traduzione: Massimo Ortelio

Editore: Neri Pozza

Collana: I Narratori delle Tavole

Genere: romanzo storico

Anno: 2020

Pagine: 287

Prezzo di copertina: € 18,00

 

6 commenti:

  1. Il romanzo è didascalico. Incoraggia una persona a fare quello che il destino vorrebbe bloccare.
    Ciao Innassia.

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    1. È una storia leggera scritta in modo semplice con scarsissime, per non dire nulle, azioni politiche, potrebbe invogliare a chiedere e ottenere un minimo di risposte sull'esclusione delle donne nel mondo produttivo in Inghilterra nel secolo scorso. Ma non si va oltre . Buon pomeriggio @Gus

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  2. Grazie della recensione... Mi hai incuriosita!

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    1. Col passaparola si può arricchire la libreria. Buona lettura.

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  3. Come sai non è esattamente il mio genere preferito, però è interessante la descrizione della condizione femminile di quel periodo.
    Un caro saluto.
    Nick

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    1. Ciao Nick. Se non ti piace il genere io dico sempre "lascia perdere", la vita è troppo breve per leggere quello che non ci garba ... però se ci ripensi ti consiglio il suo pezzo forte "La ragazza con l'orecchino di perla", e qui il soggetto immateriale è la pittura di Vermeer, dovresti conoscere il film con Scarlett Johansson.

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