Oggi trascrivo le Voci di tre intensi volumi, trasformati in amici e ottimi alleati in un particolare momento: per molti giorni ho accompagnato una cara persona in un centro di fisioterapia, e per attenuare la noia durante l’attesa, ho preferito leggere che guardare il vuoto. L’attesa senza far nulla è stressante, e per spendere meglio il tempo mi sono immersa nella lettura di due romanzi di una delle scrittrici francesi più vendute in Italia, più un altro libro scritto da uno sconosciuto. La lettura è stata interrotta per i classici “buonasera, come sta oggi, tutto bene”, o per i rumori della porta che si apriva/chiudeva, per le persone che andavano e venivano, chi con le stampelle e chi non riusciva a camminare in autonomia, e altre volte per risistemare la mia postazione per far sedere le persone che avevano bisogno o chi, come me, aveva accompagnato i pazienti.
In questi giorni, mentre aspettavo in sala d’attesa, ero l’unica
con un libro in mano, mentre le altre persone guardavano il vuoto o il cellulare.
Sì, ero diventata un’eccezione. Qualcuno potrebbe obiettare perché esistono i
libri digitali, ma posso confermare con assoluta certezza che chi legge non fa
scorrere velocemente lo schermo o appoggiare un dito per il noto “like/seguo”.
La differenza tra chi legge un libro digitale e chi passa il tempo sui social
si nota.
Adesso trascrivo le Voci dei tre
libri che mi hanno fatto compagnia per un bel po’ di tempo in sala d’attesa:
“Tatà” e “Il quaderno dell’amore perduto” di Valérie Perrin, e “Gli occhi di
Monna Lisa” di Thomas Schlesser.
1: Il quaderno dell’amore perduto
Justin è una giovane ragazza, cresciuta dai nonni per aver perso i genitori in un incidente automobilistico. La sua vita si divide tra il suo lavoro come assistente in una casa di riposo e un’esistenza tranquilla quasi monotona, e un bel giorno decide di inseguire una missione, quella di trascrivere i ricordi in un quaderno azzurro. Nel luogo di lavoro, chiamato le Ortensie, si scopre capace di ascoltare le Voci degli ospiti della casa di riposo, mentre gli assiste cattura la loro fiducia e diventa la loro confidente, e una donna, Hélène, si rivela più aperta, più disponibile e intrigante perché i suoi ricordi sono ricchi di amore e di speranza. I ricordi di Hélène sono carichi di emozione, strettamente legati al suo amore per Lucien, un uomo il cui destino segnato dalla guerra lo porterà lontano dalla sua amata. Le Voci raccontate da Hélène sulla devozione e l’amore reciproco per Lucien, sono raccolte e trascritte da Justin in un quaderno, e la scrittura riempie le giornate monotone della giovane assistente. Ogni pagina racchiude gli aneddoti sulla vita raccontata da Hélène, e ogni passo è vigilato da un misterioso gabbiano che passa da un tetto all’altro, e mentre Justin ascolta ha il tempo materiale per riassestare la propria esistenza passata in un piccolo paesello di nome Milly. Grazie ai colloqui con l’anziana Hélène, il presente di Justin cambia matrice, si modella, e le dà la forza di cucire quei tasselli non ancora incastrati sulla morte dei genitori. Con determinazione, Justin riesce a rompere i silenzi del nonno e della nonna, due personaggi centrali di una delicata questione, i quali dal giorno dell’incidente mortale hanno costruito una gabbia fatta di rimorsi e di segreti da tenere ben stretti. La protagonista Justin, rompe lo schema del silenzio in famiglia, e riesce a portare a galla la vera matrice della morte del padre e della madre, causata sì da un incidente automobilistico mortale, nella quale persero la vita anche i genitori del cugino, ma non com’è stato tracciato. Agli interrogativi personali si aggiungono i problemi sorti alle Ortensie, perché uno stano personaggio, chiamato il Corvo, semina telefonate per comunicare false notifiche ai parenti degli ospiti dichiarandoli morti quando invece sono vivissimi, in prima battuta si determina il caos per poi captare un altro segnale; probabilmente il Corvo vuole riavvicinare i parenti assenti, quelli che hanno dimenticato o non visitano gli anziani. Con Il quaderno dell’amore perduto Valèrie Perrin esordisce come scrittrice, e in 344 pagine incastra i particolari della storia captando dei segnali da affidare ai lettori, sprigionando la curiosità con le trascrizioni nel Taccuino azzurro di Justin, colmo di sentimenti. Tra le righe si può captare una metafora, nella quale la storia del gabbiano si può paragonare alla gabbia della vita di Justin e dei nonni da aprire per liberare le loro anime represse, da una parte con la voglia di amare e perdonare, e dall’altra per rompere il silenzio imposto da un segreto e dai rimorsi.
Scheda del libro: Titolo: Il
quaderno dell’amore perduto; Autrice: Valérie Perrin; Titolo originale: Les
oubliés du dimanche; Traduzione: Giuseppe Maugeri ; Genere: romanzo; Casa editrice:
Nord; Anno: 2020; Pagine: 344; Prezzo di copertina: € 14,90.
2: Tatà
Un corposo romanzo di ben 605 pagine, tutte ben organizzate per racchiudere una serie di storie, unite tra di loro da un unico filo conduttore. Il passato e il presente esteriormente sembrano estranei, e col susseguirsi dei fatti si rivelano uno il continuo dell’altro, e il filo che li unisce ha cambiato il destino di alcune famiglie. Il corposo romanzo parte da una telefonata, nella quale la polizia informa la regista Agnes che sua zia Colette è deceduta. La telefonata trasforma le certezze della vita in un romanzo giallo, perché per i familiari, Colette è già deceduta tre anni prima. Le analisi del DNA dimostrano il contrario, chi è stato sepolto non è Colette ma un’altra persona, e la notizia fa il giro di un anonimo piccolo paesino, stravolgendo le sorti dei soggetti coinvolti. Agnes inizia a indagare sulla vita di Colette, chiamata affettuosamente Tatà, e il primo elemento da spacchettare è una valigia piena di cassette registrate con la Voce della zia e di una sconosciuta signora, e i fatti raccontati scoperchiano la realtà di un passato da non svelare. Le indagini della polizia e della nipote dipingono un ritratto oscuro di Tatà, per tutti era la calzolaia e appassionata di calcio, per tutti aveva una storia tranquilla, invece era coinvolta in un fatto tragico ai danni di una sua amica, Blanca. Grazie alle audiocassette, alle testimonianze raccolte tra amici e parenti, Agnes ricostruisce la storia della sua famiglia, e il viaggio nel tempo riporta a galla una dura realtà, per poi unire i tasselli della falsa morte di Collette. La Voce registrata di Tatà ricostruisce l’identità di alcuni personaggi legati a uno strano circo degli orrori, da sparizioni e morte sospette, e di un assassino senza scrupoli deciso a far fuori Blanca, l’amica da proteggere e da tumulare sotto falso nome per far perdere le sue tracce. Non solo. Tatà racconta la storia del talentuoso pianista Jean, il padre di Agnes, descrivendo le immense difficoltà che dovettero affrontare per gli studi con illustri maestri di musica pagate da una carissima persona. Tra una cassetta e l’altra, Agnes riallaccia i rapporti con gli amici di un tempo, persi di vista per intraprendere la carriera di regista, e anche qua si aprono vecchie ferite, mai emarginate, legati a una serie di fattacci avvenuti molti anni prima, quando un insospettabile pedofilo distrusse i sogni e la mente delle sue vittime. In “Tatà” si mescolano e s’intrecciano una serie di storie vissute da personaggi diversi per carattere e per mentalità appartenenti a mondi diversi, e i colpi di scena sono stati costruiti con delicatezza toccando l’animo di chi le legge.
Scheda del libro: Titolo: Tatà; Autrice:
Valérie Perrin; Traduzione: Alberto Bracci Testasecca; Genere: romanzo; Casa
editrice: edizione E/O; Anno: 2024; Pagine: 608; Prezzo di copertina: € 21,00.
3: Gli occhi di Monna Lisa
A prima vista si potrebbe indicare come un romanzo sull’arte, leggendolo s’individua come un viaggio sulla bellezza della vita tra le opere d’arte. Il viaggio inizia quando Lisa, una bimba di dieci anni, perde improvvisamente la vista per poi ricomparire dopo un paio d’ore. I medici suggeriscono di farla seguire da uno psicologo, ma l’astuto nonno escogita un piano di tutt’altro genere. Il nonno Henry è stato incaricato di portare Lisa dallo psicologo tutti i mercoledì, invece, in gran segreto, per ben 52 mercoledì porta la nipote tra i tre musei più importanti di Parigi. Per nonno Henry, Lisa, prima che perda la vista, dovrà assaporare la bellezza delle opere d’arte esposte al Louvre, al Museo Orsay e al Beaubourg. Nonno e nipote passeggiano in gran segreto tra le opere del Botticelli, Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Manet, Van Gogh, Klimt, Kandinskij, Picasso, Frida Kahlo, Pollock e tanti e tanti altri artisti. Nonno e nipote, per ben 52 mercoledì, invece di dare retta all’oculista, mentono a tutti, non vanno dallo psicologo, e per coprire la menzogna, si inventano uno specialista che non esiste; diranno che stanno andando dal Dott. Botticelli, invece concretamente si sta seguendo uno strano percorso curativo con in primo piano la vista e l’arte. La cura del nonno prevede di osservare con gli occhi e con la mente il quadro senza parlare per alcuni minuti, e in assenza di una scadenza il tempo di osservazione varia di volta in volta. Concluso il tempo di osservazione, tra Henry e Lisa inizia una discussione, si analizza la storia del dipinto, si raccontano alcuni aneddoti sul quadro e il pittore. Tra di loro non si pianificano le classiche lezioni per bambini o per accademici, alcune volte il nonno prende la parola per primo, altre volte Lisa prende lo scettro e sviluppa un dialogo con ragionamenti degni di una persona matura. Con lo stimolo della vista, ciò che si vede e ciò che si guarda assumono una nuova veste, saltano all’occhio particolari nascosti, si evidenziano le sfumature dei colori o delle pennellate, e i sentimenti che sprigionano i soggetti rappresentati. Mentre nonno e nipote discutono, alcuni visitatori del museo ascoltano le loro Voci e rimangono affascinati, sono stupefatti dalle loro parole. Parallelamente al filone principale determinate dalle visite ai musei, si aprono altri scenari, come la vita quotidiana di Lisa tra i banchi di scuola, i rapporti tra i compagni di scuola, le maestre e gli amichetti. Un altro filone preso in considerazione, riguarda la storia della nonna di Lisa, una donna che compare come un sussurro, la sua presenza non è ben marcata, e tra le righe appare come avvolta in un mistero. Un elemento ben presente riguarda la figura del padre di Lisa, un antiquario con problemi di alcolismo, passa le sue giornate in negozio da solo o con la figlia, una vita sempre in bilico tra vendite poco soddisfacenti e clienti col borsellino chiuso, e le frustrazioni sono palpabili, ma cerca sempre di non farlo pesare alla bimba. Il fallimento economico della famiglia si sta avvicinando, fino a quando un giorno entra un nuovo cliente e compra a peso d’oro delle statuine conservate in uno scatolone di proprietà della nonna, in più manipolando un vecchio telefono riesce a inserire i meccanismi della tecnologia dei cellulari trasformandolo in un nuovo prodotto capace di collegarsi come i telefonini di ultima generazione. Il nuovo cliente e l’invenzione del telefono saranno capaci di invertire la situazione economica della famiglia di Lisa. Il libro è singolare ed è stato elaborato prendendo in considerazione sia la vita dei personaggi e sia la descrizione di ciascun’opera d’arte, inoltre è stato diviso in tre parti ciascuno dei quali è dedicato a un museo, e ogni capitolo è dedicato a un mercoledì e a un quadro. Ogni capitolo si apre con la vita quotidiana dei personaggi, per poi proseguire con la descrizione del quadro del mercoledì e con le osservazioni di Lisa e di Henry. Questa impostazione, inserendo nello stesso capitolo nozioni sull’arte e parti romanzate, è stata sviluppata incastrando tutti gli elementi in modo impeccabile senza tediare il lettore, perché ogni riferimento è ben inquadrato, e ogni frammento si aggancia l’uno con l’altro seguendo un filo ben equilibrato. In parallelo alla storia romanzata, si assimilano nozioni tecniche sull’arte attraverso sia la descrizione elaborata dallo scrittore e sia con le Voci di una bambina e di un nonno, entrambi determinati a dare una svolta a uno dei cinque sensi, la vista.
Scheda del libro: Titolo: Gli
occhi di Monna Lisa; Autrice: Thomas Schlesser; Titolo originale: Les yeux de
Monna; Traduzione: Federica Merati; Genere: romanzo; Casa editrice: Longanesi; Anno:
2024; Pagine: 430; Prezzo di copertina: € 22,00.
Ricordo un altro libro di Valérie Perrin, s’intitola Cambiare l’acqua ai fiori, clicca QUI
Ciao Innassia, per noi che amiamo i libri ogni luogo è buono per leggere impiegando il tempo in modo positivo. Tra i libri che hai citato ho letto "Tatà". "Gli occhi di Monna Lisa" mi sembra un bel romanzo sull'amore per l'arte e sulla bellezza che influenzano la nostra vita. Un caro saluto :)
RispondiEliminaCiao @AquilaReale
Elimina'Gli occhi di Monna Lisa' è un romanzo particolare, trovi le immagini dei quadri, storie romanzate dei personaggi, aneddoti reali dei pittori o dei quadri, in più i discorsi dei personaggi non sono noiosi e Lisa è molto matura per la sua età. Per me è stata una scoperta; non conoscevo lo scrittore.
Ciao Innassia, anche io ho letto i romanzi della Perrin e mi sono piaciuti molto, soprattutto "Il quaderno dell'amore perduto". Pur essendo una lettrice forte, però, non amo leggere nei luoghi pubblici (a eccezione delle spiagge) perchè tendo a distrarmi, ma tu hai fatto benissimo a occupare il tempo in un modo così produttivo :-)
RispondiEliminaCiao @Ariel. Questa volta non avevo scelta, dovevo passare parecchio giorni in sala d'attesa, e per rompere la noia avevo solo una via, leggere....
EliminaTra i libri della Perrin preferisco 'Cambiare l'acqua ai fiori '; ho scoperto la scrittrice francese con questo romanzo, e sono ancora affezionata al personaggio.
Io scrivo in sala d'attesa. E non capisco quelli al cellulare.. ;)
RispondiEliminaCiao Innassia. Io porto in borsa sempre il Kindle proprio quando so di dovermi recare in luoghi in cui potrei dover attendere (ospedale, poste, in pullman...) così da occupare il tempo "morto" leggendo 🤩
RispondiEliminaDi Perrin ho letto Cambiare l' acqua ai fiori e l' ho amato molto, per cui mi son ripromessa di leggere altro di suo .
Il terzo volume non lo conosco, ma da come ne parli penso rientri tranquillamente nei miei gusti letterari.
Un caro saluto.