“Donne in eccedenza”, così sono descritte le donne nubili degli anni Trenta, un appellativo offensivo sorto quando la grande guerra spazzò un’intera generazione di uomini, lasciando così molte donne sole e da maritare. E se la società non accetta una donna sola, accogliendola se non con titoli denigratori, Violet riscatta la sua libertà lasciando la casa di origine di Southampton per trasferirsi a Winchester, e qui lontana dalla sua famiglia e dagli amici si adatta e crea una nuova vita piena di sacrifici e con la voglia di emergere. E per ovvie ragioni, la protagonista del romanzo riesce a sconvolgere quest’epiteto, dimostrando di essere libera interiormente e piena di progetti.
La vita di Violet non è stata semplice, anche dove dovrebbe essere protetta, e a causa di quell’aggettivo è costretta a servire ingiustamente la madre capricciosa e acida, e lasciare la casa d'origine è il primo gesto estremo per impossessarsi della libertà.
Nella nuova città trova lavoro come dattilografa in una società
di assicurazioni, e come in ogni ambiente anche qui si respira quell’appellativo
di donna sola e quella mentalità che non vede di buon occhio le lavoratrici
di lungo periodo, o meglio non è riconosciuto il diritto alla carriera, e si abbandona
la professione al più presto possibile per dedicarsi interamente alla famiglia,
al marito, ai figli e alla casa.
In breve tempo Violet è accolta da un’associazione non profit
gestita da una signora da un carattere forte e comandataria, e assieme agli iscritti,
tutte donne, inizia una nuova esperienza.
Lo scopo principale dell’associazione ha origini antiche e
medioevali, e consiste nel ricamare a mano i cuscini da preghiera per i fedeli della
Cattedrale di Winchester, e con regole rigide si trasformano degli anonimi fili
in opere d’arte destinate a durare per sempre.
Inizialmente Violet equipara le ore passate nell’associazione
delle ricamatrici al passatempo, in seguito, osservando le colleghe e
imparando l’arte del ricamo, si rende conto che il lavoro svolto dalle donne è
una vera missione.
Tra le ricamatrici ritrova sé stessa, e il contatto diretto con donne
sconosciute, e come lei “donne in eccedenza”, la mette in relazione con
diverse realtà, iniziando dalla lotta per ottenere elementari diritti e un
salario equo, e se i problemi di genere sono alla base del romanzo, altre
questioni vengono al pettine, come il disprezzo per le donne omosessuali e per
chi le protegge appoggiando la loro libertà.
“La ricamatrice di Winchester”
è un romanzo storico di Tracy Chevalier, e a differenza dei precedenti lavori,
non ha quella spinta capace di incollarti alle pagine fino alla fine, e pur stimando
lo stile semplice e lineare, lo considero un’opera narrativa dal tono minore.
La scena centrale del romanzo riguarda la mentalità della società
inglese degli anni Trenta, e se gli uomini sono ai margini e anch’essi mostrati
con i loro problemi, le protagoniste principali sono le donne con i loro dubbi,
i timori, le loro lotte, quelle che lasciano il segno, e di pari passo si
descrive la loro forza in una società strettamente maschile.
Il pezzo grosso del romanzo è il soggetto immateriale, vale a
dire l’arte del ricamo, fatto di gesti lenti e precisi sempre uguali da secoli,
un mestiere che non s’improvvisa, alimentato da tempi di lavoro lunghi ricamando e disfando i disegni al solo scopo di raggiungere la perfezione per ottenere oggetti
unici da donare alla Cattedrale.
L’arte del ricamo incrocia un altro soggetto immateriale, l’arte
campanaria, e mentre il primo è svolto dalle donne, il secondo è riservato
esclusivamente agli uomini, i quali tramandano il sapere dei gesti e le sfumature dei suoni
sprigionati dalle campane a pochi privilegiati, e ogni tono della campana è un singolare timbro per ogni singola occasione.
“La ricamatrice di
Winchester” è una storia piacevole da leggere e da consigliare innanzitutto
a chi ama l’arte del ricamo, ai lettori di Tracy Chevalier e a coloro che amano
le storie ambiente in Inghilterra negli anni Trenta.
Scheda del libro:
Titolo: La ricamatrice di Winchester
Titolo originale: A Single Thread
Autrice: Tracy Chevalier
Traduzione: Massimo Ortelio
Editore: Neri Pozza
Collana: I Narratori delle Tavole
Genere: romanzo storico
Anno: 2020
Pagine: 287
Prezzo di copertina: € 18,00
Il romanzo è didascalico. Incoraggia una persona a fare quello che il destino vorrebbe bloccare.
RispondiEliminaCiao Innassia.
È una storia leggera scritta in modo semplice con scarsissime, per non dire nulle, azioni politiche, potrebbe invogliare a chiedere e ottenere un minimo di risposte sull'esclusione delle donne nel mondo produttivo in Inghilterra nel secolo scorso. Ma non si va oltre . Buon pomeriggio @Gus
EliminaGrazie della recensione... Mi hai incuriosita!
RispondiEliminaCol passaparola si può arricchire la libreria. Buona lettura.
EliminaCome sai non è esattamente il mio genere preferito, però è interessante la descrizione della condizione femminile di quel periodo.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Nick
Ciao Nick. Se non ti piace il genere io dico sempre "lascia perdere", la vita è troppo breve per leggere quello che non ci garba ... però se ci ripensi ti consiglio il suo pezzo forte "La ragazza con l'orecchino di perla", e qui il soggetto immateriale è la pittura di Vermeer, dovresti conoscere il film con Scarlett Johansson.
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