“Le impressionanti analogie tra la moderna anoressia nervosa e il
processo di santità di tante figure d’eccezione da Chiara d’Assisi a Caterina
da Siena da Francesca Romana a Veronica Giuliani in un affascinante racconto”
È l’introduzione
del libro “La Santa Anoressia” di Rudolph M. Bell, pubblicata direttamente nella copertina. Prima di iniziare il viaggio percorso dallo scrittore, è
d’obbligo avvisare il lettore che il contenuto non è indirizzato esclusivamente
ai religiosi o alle persone non credenti: la religione o
l’appartenenza ad un credo non è lo scopo del saggio.
Bell, studiando il
comportamento di alcune donne e partendo dal significato del digiuno nel
medioevo fino ai giorni nostri, mette in evidenza il problema dell’anoressia
nei vari periodi storici, inoltre mette in relazione il disturbo alimentare
legandolo alla cultura nel periodo in cui si sta vivendo, e quindi per ogni
periodo storico nota un mutamento nella giustificazione e nella percezione del
digiuno. Mentre nell’anoressia “moderna” si guarda l’aspetto fisico e la
magrezza come sinonimo di bellezza, in altri periodi storici il digiuno era
visto come un conflitto tra il mondo esterno e il disagio interiore, tra ciò
che non appare e la consuetudine dei costumi in ambienti culturalmente chiusi
al mondo femminile, dove non si potevano esprimere concetti come, ad esempio, l’autonomia
femminile.
In alcuni periodi storici, il digiuno era visto come un filo diretto
tra la donna e Dio, e tra lo spirito e Cristo. Nei vari casi, alla base c’è
ugualmente un disturbo alimentare, dominato da significati, culture e da
situazioni sociali differenti che li accomunano sotto diversi fini. Nel
Medioevo chi digiunava indebolendo il fisico e la mente, veniva classificata o
come una “strega” o come una Santa, e quindi c’era alla base il misticismo;
mentre in altri periodi storici la parola anoressia era legata all’isteria. Nel
nostro tempo, senza approfondire il problema e le varie casistiche legate
all’anoressia (non è o scopo del post), si considera la magrezza come parte
della salute del corpo.
Nel Medioevo, la penitenza, la mancanza di cibo e il
digiuno erano visti non come bellezza del fisico ma come salute spirituale. Il digiuno, la rinuncia
al cibo, è un mezzo per avere un contatto diretto con il divino, o una
soluzione all’allontanamento o controllo della propria vita in una società di
tipo patriarcale. Controllando il proprio corpo con il cibo, si opprime il male
e, opponendosi al sistema sociale medioevale, si annichilisce il proprio corpo
anche con l’uso, ad esempio, del silicio o fustigazioni, il tutto per
purificare il corpo al fine di sostenere l’anima ed avere un contatto diretto
con Dio e con lo spirito. Il cambiamento del corpo non è l’unico effetto dell’astinenza, ma si ha anche una reazione naturale della mente in assenza di cibo, che comporta ad avere, ad esempio, visioni o atteggiamenti identificati come anomali o divini, ma che concretamente sono fisiologici causati da digiuni prolungati che nulla hanno a che vedere con fenomeni soprannaturali.
Il saggio prende in considerazione non solo il comportamento della donna che digiuna fino allo stremo delle forze, ma anche l’atteggiamento dei familiari e di coloro che la circondano sostenendo o ostacolando la scelta di non cibarsi.
Il saggio prende in considerazione non solo il comportamento della donna che digiuna fino allo stremo delle forze, ma anche l’atteggiamento dei familiari e di coloro che la circondano sostenendo o ostacolando la scelta di non cibarsi.
Brevemente ho schematizzato il contenuto del saggio, e consiglio di leggerlo per avere informazioni ben documentate su diverse donne diventate Sante. Il saggio ripercorre il travaglio interiore di alcune donne diventate anoressiche e poi nominate Sante, e quindi ben accettate da tutti senza conoscere quest’aspetto della loro esistenza. Si analizzano le vite di queste donne sotto un’altra veste che non sia di tipo spirituale, come la consuetudine ci invoglia a studiare. Alla base di queste Sante c’è un disturbo alimentare conclamato, e nel libo si approfondisce il problema anoressico prendendo come riferimento alcune donne accomunate da diversi problemi interiori non prese in considerazione, ed in alcuni casi deliberatamente oscurate, e approfondite se non in rare eccezioni.
Titolo: La Santa Anoressia;
Sottotitolo: digiuno e
misticismo dal Medioevo a oggi;
Scrittore: Rudolph M. Bell;
Genere: saggio storico;
Editore: Laterza,
edizione del 1998;
Pagine: 281.
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