Nel momento in cui una persona è in vena di passeggiate, con una buona dose di
spensieratezza e con la testa leggera, senza una
destinazione programmata anticipatamente, può imbattersi casualmente in luoghi
inesplorati.
Passeggiando per le vie della collina di Crucuriga, passo dopo
passo, piano piano, facendo due passi in mezzo alle erbacce e ai cespugli, senza accorgersi e senza intuire cosa si sta
calpestando si può esplorare un sito archeologico, un bene dichiarato di particola interesse archeologico, ignorato da troppo tempo da chi dovrebbe
garantire una buona dose di finanziamento per incominciare lo studio del
territorio.
Il suolo del Monte Crucuriga, così si chiama la collina, situato
nel cuore del Sarcidano, nel Comune di Nurallao, è di tipo calcareo, ci sono
piante, sterpaglie e una fitta vegetazione non custodita e, nascosto tra i
cespugli, sommerso dalle erbacce, c’è un territorio, un suolo calcareo lavorato e scavato
interamente dall’uomo molti secoli fa (l’età esatta è incerta).
Nella roccia calcarea sono state ricavate delle canalette
intercomunicanti tra di loro, si possono osservare delle piccole “vaschette”
dalla forma circolare o rettangolare con scalfitture dal significato sconosciuto perché ancora oggi il
sito non è stato oggetto di studio.
Le ipotesi sono varie, per alcuni ci potrebbero essere delle
tracce per far scorrere dell’acqua, o un luogo per sacrifici umani, e c’è chi
pensa di pulire il sito dalle erbacce per osservarlo meglio perché sembra che ci sia
una certa somiglianza tra ciò che è stato inciso con la posizione degli astri, e quindi potrebbe essere un osservatorio astronomico.
Ma con un semplice taccuino le approssimazioni sono visibili a occhio nudo, perché sono espresse da chi non è
cultore della materie, e senza un’accurata
osservazione da parte degli archeologi, è impensabile conoscere correttamente
il significato delle incisioni scolpite dall’uomo o inquadrare l’età esatta del
sito archeologico senza un preciso rilievo.
Aspettando i ricercatori specializzati del settore archeologico,
guardiamo vecchie foto scattate un paio
di anni fa con un vecchio cellulare, e con gli occhi osserviamo le canalette e
le vaschette scolpite nella roccia dall’uomo.
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