E’ interessante conoscere,
preparare e lavorare su casu friscu acriau perché può essere utilizzato per svariati
piatti sardi, il più famoso è indubbiamente sas Savadas (conosciute anche col
nome di Seadas, Sebadas, Seattas o Sevadas) ma se controlliamo qualsiasi libro di cucina
sarda possiamo scoprire molte altre prelibatezze, uno diverso dall’altro a
secondo del territorio o del periodo dell’anno.
Per questo motivo nel post di aprile si
è discusso di casu friscu acriau e di casu ‘urriau, per dare la possibilità a
chi non conosce la cucina sarda di cementarsi in questo mondo culinario pieno
di imprevisti e di difficile reperibilità.
Dopo aver parlato ampiamente de sas
Savadas, in quest’altro post conosceremo e prepareremo un altro piatto tipico
della Barbagia di Ollolai, sos Culurzones (o Culurjones o Culurgiones) de casu, sono un primo piatto tipico
del periodo di carnevale e di Pasqua, ma si possono cucinare anche in altre
occasioni speciali ed importanti, è presente in tutti i menù dei matrimoni
barbaricini. Fisicamente assomigliano a sas Savadas solo
che sono più piccoli, non hanno il limone, non si friggono nell’olio bollente ma
si cuociono nell’acqua calda.
Sono buonissimi, però c’è un piccolo intoppo:
poiché l’ingrediente principale è su casu friscu de erveche acriau e ‘urriau, sono
difficilissimi da preparare, pertanto prima di addentrarci in quest’avventura, per
lavorare il formaggio fresco di pecora, vi invito a leggere il post del 21
aprile 2014. In questa occasione non parlerò della lavorazione del formaggio
fresco acidulo anche se è fondamentale, possiamo tranquillamente cliccare il
link
llustro immediatamente il procedimento.
Impastiamo la farina, semola, uova e un
pizzico di sale, quando l’impasto sarà compatto lo lasciamo riposare coprendolo
con un telo.
Stendiamo una sfoglia sottile, sistemiamo
i quadrettini uno distante dall’altro, chiudiamo, saldiamo e tagliamo con una
rotella dentata, per poi appoggiarli nel palmo della mano infarinata e, con una
piccola pressione, stando attenti a non bucarli, togliamo l’aria imprigionata
dentro il ripieno.
Facciamo cuocere in abbondante acqua
bollente salata per circa 3 minuti (il tempo di cottura è indicativo) e, per impedire che si attacchino tra di loro, anche un po’ di
olio.
Scoliamo, pochi per volta, aiutandoci
con un colino, e condiamo con il sugo e,
se vi piace, anche pecorino grattugiato. Si servono ben caldi.
Ingredienti:
formaggio freschissimo di pecora acidulo non salato e non messo in salamoia,
farina,
acqua,
sale da cucina,
sugo di pomodoro a piacere,
Per la sfoglia:
farina,
semola,
acqua,
uova,
un pizzico di sale.
Anche se laboriosa , la ricetta è invitante..molto tempo fa ho assaggiato questo piatto che consiglio di provare
RispondiEliminasimonetta del blog il mio mondo della lettura
La lavorazione è complessa, tra gli ingredienti includiamo anche ciò che non si può acquistare: la temperatura ambiente, l’esperienza e un pizzico di fortuna…. Ciao
EliminaBeh purtroppo devo dire che non è il genere di culurzones che preferisco mangiare di solito,anche se non li ritengo cattivi.
RispondiEliminaPerò con un buon formaggio nel ripieno e una dose di parmigiano grattugiato buono,diventano niente male.
Lore
Sicuramente preferisci gli agnolotti di patata. Ci sono molti tipi di agnolotti: con ricotta, patate, con su seu e altri ancora. Io preferisco questi.
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