Ultimamente mi chiedono cos’è e come si
prepara sa Purpuza, forse per molte persone è una parola sconosciuta eppure noto
sempre più una curiosità intorno a questo nome; è una pietanza da gustare in
compagnia, appaga i palati più fini, si può servire per dissuadere i più
piccoli a mangiare alimenti industriali e poco genuini, ha un profumo
inconfondibile che trascina tutti, adulti e bambini, è un prelibato spuntino,
se lo provi non lo dimentichi.
E’ un piatto tipico della Sardegna, diffuso principalmente
in Barbagia, si prepara con la carne di maiale macinata grossolanamente con il
tritacarne oppure tagliuzzata finemente col coltello, condita e marinata con
sale, pepe, vino e aceto, preparata per fare le salsicce, ma invece di
insaccarlo con l’intestino tenue si cuoce direttamente in padella e si gusta
quando è ancora caldo. In passato preparare sa Purpuza era una tappa obbligata,
non era una scelta ma una necessità, questo succedeva perché non era diffuso il
budello sintetico e se mancavano le naturali (per trovarle si coinvolgeva tutto
il vicinato), si finiva per cucinare questa squisita pietanza al posto delle
salsicce. Io personalmente uso la ricetta delle salsicce di mia madre.
Ingredienti per 1 Kg di carne di maiale: 20 g di sale (all’inizio insaporire con circa 10-15 g e solo successivamente, controllando l’insipidezza della carne, aggiungere la differenza), 1 g di pepe nero macinato al momento, poco aglio, vino e aceto bianco quanto basta, per dare più gusto si può aggiungere saporita e noce moscata. Si devono amalgamare tutti gli ingredienti e, rimescolando ogni tanto, si lascia prendere sapore per un giorno o più.
Nelle famiglie solo una piccola porzione è
destinata a sa Purpuza, buona parte della carne insaporita si impiega per ottenere
le classiche salsicce. Sa Purpuza è ottimo per preparare il risotto o il sugo
oppure si cuoce direttamente in padella, senza olio, fino a quando assorbe il sughetto lasciandone un po', e si serve come secondo piatto, in alternativa si
possono preparare degli ottimi panini; io lo mangio con Costeddas o Còrrias, pane tipico di Gavoi
(Nu). Posso garantire che è buonissimo e non lo dico perché sono una passionata
di Purpuza, ma, sentendo vari pareri, noto che sono in ottima compagnia: il
club de sa Purpuza è in continua espansione.
Perciò, se vedete una lunga fila silenziosa
che aspetta e c’è un profumo trascinante, ad esempio, al Festival della
letteratura di Gavoi (Nu) oppure a su Palu de Sos
Vihinados a Ollolai (Nu), guardate bene intorno, sicuramente troverete un
cartello con la scritta a caratteri cubitali
Mai sentite nominare(e quindi mai assaggiate)!!!Sono curioso di provarle...sperando che non siano troppo piccanti o salate.
RispondiEliminaLorenzo
…sei sempre in tempo….alla primissima occasione si mangia… no salato e no piccante
Eliminaio mi accontento di mangiarla, con vino
RispondiEliminashrdn
E si….con vino
EliminaBuonisssssiiiiiimmmmooooo!!! da leccarsi i baffi! a gareggiare il poco che resta nel piatto Tizi
RispondiEliminaHa un solo difetto: finisce subito…..
EliminaSlurp! Sai che non conosco sa purpuza? C'è qualche festa agostana in cui si vendono i panini con purpuza? Devo assolutamente assaggiarla! Buona serata, Valentina
RispondiEliminaSi possono trovare in qualsiasi agriturismo o ristorante barbaricino, si servono calde con pane fresa o còrrias. Ultimamente si preparano i panini in occasione delle feste paesane o incontri culturali. Si possono preparare anche a casa….per me sono più gustose. Pensando a sa purpuza ti auguro una gustosa giornata
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