In alcuni casi, se si decide di preparare un semplice piatto regionale, gli ostacoli maggiori dettati dalla gastronomia nostrana non dipendono dall'incapacità dei cuochi della domenica, bensì nel lavare e
sterilizzare accuratamente la materia prima.
Per questo motivo, in questo post l’ingrediente principale del
piatto da trascrivere nel Taccuino sarà l’intestino dell’agnello, spesso dimenticato, o scartato e dato in pasto agli animali, o buttato nell’umido
perché considerato poco nobile, o addirittura non commestibile, e perfino
dannoso per la salute umana, senza dimenticare le persone che vomitano al solo pensiero di vedere una foto della ricetta.
Eppure, seguendo scrupolosamente alcune regole igieniche di
base, si possono ottenere diverse pietanze molto gustose. Prima di metterci ai
fornelli, la ricetta prevede di maneggiare
con cura il nostro ingrediente principale, lavandolo nell’acqua corrente per
diverse volte, lasciandolo a bagno con acqua e limone per sterilizzarlo. Se
seguiamo questo semplice procedimento possiamo iniziare il nostro viaggio
culinario spesso trascurato o non preso in considerazione neanche dai palati più
fini.
Ingredienti
Intestino di un agnello
Su Cordule
Olio extravergine d’oliva
Sale
Menta
Salvia
Capperi
Alloro
Timo
Vino bianco o vernaccia
Dopo aver sterilizzato l’intestino dell’agnello lo
rilaviamo per eliminare eventuali impurità, successivamente lo scoliamo e lo lasciamo in uno scolapasta per eliminare l’acqua
in eccesso, senza seccarlo o asciugarlo eccessivamente. Adesso siamo pronti per
preparare un piatto tipico sardo chiamato stintinedda in umido, oppure fricò alla sarda, cucinato senza il soffritto
per renderlo più leggero, e senza perdere quella bontà e quell’impronta
caratteristico dell’ingrediente principale.
Mettiamo l’olio extravergine di oliva in un tegame, aggiungiamo
l’intestino tagliato a pezzi con su cordule, la menta, la salvia, l’alloro, timo e i
capperi. Saliamo e aggiungiamo il vino bianco o la vernaccia e lasciamo sul fuoco fino a completa
cottura, avendo l’accortezza di lasciare
un po’ di sughetto.
Si serve ben caldo. I golosoni più incalliti lo gradiscono in un
piatto precedentemente foderato con pane ‘e fresa, pane carasau o sas costeddas,
il tutto per assaporare al meglio tutti gli ingredienti, compreso il sugo.
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