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giovedì 24 maggio 2018

H & J


H & J racconta le vicende di un bambino affetto da autismo, un bambino che per le particolari condizioni della sua famiglia non può essere curato nelle migliori strutture del suo paese. Inizia quindi un lungo lunghissimo viaggio-calvario della speranza in un altro Stato alla ricerca di una struttura che possa accogliere e curare il piccolo paziente, fino all’incontro con June.
 
 
Quest’anno, “Il Maggio dei Libri” si sta rivelando ricco di emozioni, e per imprimere nel Taccuino le prime impressioni di ciò che sta accadendo, all’inizio del post ho trascritto le Voci pubblicate nella copertina interna del libro presentato pochi giorni fa, dal titolo “H&J” di Paolo Montaldo.
Nel libro si affronta un argomento delicatissimo, mettendo al centro della storia il problema dell’autismo, le difficoltà e lo stato d’animo di un’intera famiglia.
L'autore ha scelto uno stile semplice in grado di coinvolgere diverse generazioni, grandi e piccoli lettori di tutte le età, ed è piaciuto talmente tanto da raggiungere un traguardo impensabile per uno scrittore sconosciuto: arrivare alla quarta edizione.
L’incontro con lo scrittore Paolo Montaldo è stato costruttivo sotto tutti i punti di vista perché ci ha parlato di una storia, di un rapporto di amicizia tra un bambino autistico, Henry, ed un cane, il cucciolo June. Il libro non è un romanzo inventato frutto della fantasia dello scrittore, ma è una storia vera romanzata ambientata nel 1972 negli Stati Uniti. Lo scrittore, per esigenze editoriali e per esporre con praticità il problema dell’autismo senza ledere l’anonimato delle persone coinvolte nel racconto, non ha  rivelato i veri nomi dei protagonisti, e ha riportato in modo semplice avvenimenti drammatici e allo stesso tempo commuoventi vissuti da una famiglia americana (un padre, una madre e un bimbo autistico). Per la stesura del romanzo, si è avvalso unicamente di un ricco materiale prestato ed inviato direttamente dalla famiglia americana, senza incontrarli e conoscerli personalmente, se non con telefonate, scambi di messaggi reciproci ed email. E le Voci sono state impresse in un commuovente romanzo, con cui abbiamo capito il travaglio interiore di una comunissima famiglia: passando da una clinica e l’altra, da un medico e l’altro, tramite un amico, i genitori di Henry hanno scoperto una clinica rivoluzionaria in grado di combinare la classica terapia con la Pet Therapy ottenendo ottimi risultati.
 
Locandina dell'iniziativa organizzata dalla Biblioteca Comunale di Nurallao
 
Lo scrittore sardo è riuscito a spiegare con una semplice lezione, prima ai ragazzi delle scuole e poi agli adulti, una realtà non sempre presa in considerazione nei discorsi quotidiani, se non in rare eccezioni. Con la presentazione del suo libro “H&J” ci ha esposto in modo semplice le problematicità dell’autismo partendo dalla persona, dal bambino, e non dal concetto limitato di “malattia”, una parola che non riflette al meglio l’idea di ciò che accade nella mente del bambino, o ciò che significa per i familiari ed per gli educatori.
Per chiarire la differenza tra malattia in senso stretto e autismo, Paolo Montaldo si è avvalso di una serie di esempi, tra i quali ce n’è stato uno molto particolare, quello del “dito” con cui sottolinea che se lo guardiamo trascurando tutta la mano e il corpo ci allontaniamo dal cuore e dal concetto di persona, perché il dito è un semplice e anonimo dito. Se parlo di autismo devo guardare il cuore, il carattere e la persona senza fissare il dito, perché un bimbo autistico ha una mano con 5 dita, un corpo e una mente come tutti gli altri. Pertanto, per comprendere la vastità del problema, devo considerare il bimbo come una persona partendo dalle caratteristiche del bimbo stesso, allontanandoci così in modo naturale dal concetto riduttivo di “è una particolare malattia”.
Lo scrittore ci ha spiegato che per problemi editoriali ha mutato i nomi delle persone, scegliendo per il titolo un nome corto, preferendo la lettera H perché nel nostro alfabeto ha una particolarità unica, e perché è una lettera muta e ha senso solo se la consonante la precede e una vocale la segue. Per questo motivo ha scelto la lettera H seguita dalla lettera J: per 10 anni il bimbo Henry, H, parlava esclusivamente muovendo le palpebre aprendoli e chiudendoli, solo successivamente, quando incontra June, J, inizia a parlare nel vero senso del termina con la sua Voce.
E sì, scrivere e pubblicare “H&J” si è rivelato un vero trionfo con un buon consenso di pubblico, e come ha sottolineato l’autore, raramente uno scrittore e un editore sardo raggiungono questi livelli, riuscendo a pubblicare il testo anche in Braille de “la storia vera che ha incantato i ragazzi delle scuole d’Italia”, avvicinando i ragazzi delle scuole o raggiungendo i lettori nelle biblioteche.
Il libro è da consigliare a tutti. Passa parola.
 
Lo scrittore Paolo Montaldo



Lo scrittore Paolo Montaldo ha coinvolto i bambini delle scuole
... ecco due disegni:



 
 
Scheda del libro
Titolo: H&J
Autore: Paolo Montaldo
Editore: La Zattera
Genere: romanzo
Prezzo di copertina: € 18.00
Pagine: 220
 

Annotazione: le foto pubblicate sono state scattate da Manuela Loddo e la ringrazio per avermi dato la possibilità di inserirle nel post; pertanto avviso i lettori che le foto sono coperte dai diritti d’autore.

 


2 commenti:

  1. Inassia, ma che libro speciale mi hai fatto consocere con questo post! Grazie mille.
    Mi trovo perfettamente d'accordo, come credo sia intuibile, nella riflessione su come vada guardato un bambino autistico nel suo insieme, oltre il "dito". Le prime cose che saltano agli occhi possono essere le caratteristiche del disturbo, è chiaro, ma "oltre" c'è molto di più: ogni baimbo autistico è diverso dall'altro, è unico così come unici sono tutti i bambini normodotati.
    Lo cerco senz'altro qesto libro, grazie ancora!

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    1. Anche per noi era uno scrittore sconosciuto ed è stata una sorpresa. Ho apprezzato i suoi metodi di divulgazione. Con tutto il corpo, con la voce, le parole e il mimo è riuscito a far capire che cosa sia realmente l’autismo sia agli adulti e sia ai bimbi … sono contenta anzi siamo tutti contenti di averlo conosciuto.

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