La mente viaggia in un periodo storico lontanissimo, precisamente siamo tra la fine del XV sec. e gli inizi del XVI. In questo lasso di tempo, l’America Latina fu teatro di scontri tra i coloni spagnoli e i nativi Incas. La battaglia per il potere ridisegnò i confini del nuovo mondo, e i territori contesi sono l’attuale Perù, Ecuador e Cile, e il predominio spagnolo fu spietato con intrighi e agitazione politica, creando così sollevazioni popolari. In questi territori, c’è un movimento politico ed economico, gestito da potenti uomini di nazionalità spagnola trasferiti nel nuovo mondo più per interessi privati che governativi. In quest’ambiente si sviluppa la storia dell’aristocratica Catherine Bautista de Cano, la quale lasciò la Spagna con l’inganno.
Dopo la morte del padre, Catherine lascia la Spagna per raggiungere il fratello in Perù pensando di vivere una vita agiata, ma la realtà è ben diversa. Molto presto, più di quanta Catherine possa aver immaginato, conosce la realtà del nuovo mondo, una terra a lei sconosciuta, e in una manciata di giorni incastra le tessere del mosaico delle persone che incontra e della guerra in atto.
Il fratello, dopo aver perso una
partita, vende la sorella a un uomo losco, Don Luis de Alvaro, e in base alla
legge di quel periodo, il potere passa dal fratello a quest’uomo, ma Catherine
non ne vuole sapere di questo matrimonio forzato. Don Luis affila tutto il suo
potere per ricattarla, e per dimostrare la sua determinazione, oltre a
minacciarla di morte se non lo sposa, ammazza il fratello davanti ai suoi occhi
per provare la veridicità delle sue parole.
Un capitano l’aiuta a fuggire da
questo feroce assassino, ma è un inganno, perché Catherine passa dalle mani di
Don Luis alle mani di questo soldato. Questo misterioso uomo si chiama
Valdivia, non è ricchissimo, vive del suo lavoro al fianco del Generale
Pizzarro, e se il suo passato è ignoto, presto mostra il suo carattere. In
cambio del suo gesto, pretende da Catherine che lo sposi.
Il capitano Valdivia è in
continuo movimento, parte spesso per la guerra, e in solitudine Catherine usa
tutta la sua intelligenza per capire come muoversi, stringe alleanze e conosce
illustri personaggi, tutti espedienti da usare per liberarsi di questa catena
di ricatti.
Il marito di Catherine si può considerare come un uomo non violento, rispettoso nei confronti della moglie, ma i rapporti tra i coniugi, come i modi di agire e di pensare, per noi lettrici e lettori contemporanei sono incomprensibili.
Se valutiamo il comportamento di alcuni soggetti, prendendo in considerazione le norme giuridiche dei nostri giorni, ai nostri occhi il comportamento degli uomini sono crimini da codice penale, ma nel cinquecento i ragionamenti erano ben lontani. Per cui, attualmente, nell'anno 2025 non si possono accettare i discorsi elaborati dai protagonisti. Nella parte in cui c'è affetto, per noi lettori che viviamo nel 2025 lo leggiamo come violenza psicologica; dove un marito manifesta amore, o pretende un rapporto sessuale, noi lettori del 2025 lo valutiamo come un grave reato contro la persona.
La conquistadora di Mary Ruth
Myers è un libro pubblicato negli anni Ottanta, e recentemente mi è apparso
senza averlo cercato. Si descrivono sommariamente alcuni episodi storici
sull’epoca dei conquistadores, sulle spedizioni, le lotte, le conquiste, i
contrasti tra le varie fazioni con soggetti che appoggiavano un signore
piuttosto che un altro. Non è un romanzo da inserire tra i capolavori, ci sono
molti passaggi storici sconosciuti, la trama è scritta in salsa rosa, con frasi
e argomenti datati, i comportamenti dei personaggi sono tipici di un’epoca
lontana, e il potere è gestito solo dalle stesse persone chiamate “uomini”. Agli occhi della società, si doveva accettare
il volere dell’uomo, era impossibile cambiare rotta, perché non prevista dalla
mentalità di ciascun personaggio maschile e femminile.
Le donne erano dei sopramobili da
lustrare, vendere, maneggiare, scambiare come un animale, gli stupri erano
leciti, e ogni pensiero femminile non era considerato. La protagonista
Catherine è un oggetto che passa in svariate mani, prima il padre, poi il
fratello maggiore, poi l’acquirente Don Luis e infine il marito Valdivia.
La normalità consiste nel non
considerare le donne, valorizzate come lo zero assoluto, e controcorrente vivacchia
la protagonista Catherine, la quale usa l’intelligenza e la sua forza per
mitigare il suo stato d’inferiorità.
La violenza fisica e psicologica è
una consuetudine fissata dalle usanze sociali, e chi combatte, o
tenta di mutare la sorte delle donne, non ha le spalle coperte perché non è
previsto dalla società patriarcale; si dovevano sopportare e accettare gli
abusi, chi rifiutava il volere del marito poteva essere ripudiata, esiliata o
assassinata.
In quest’ambiente, Catherine, pur
non accettando il suo stato d'inferiorità, col passare del tempo acquisisce la sindrome di Stoccolma,
perché s’innamora del marito. Catherine si sposa sotto ricatto, col passare del
tempo studia suo marito, si affeziona a quest’uomo, trova in lui lati positivi,
lo appoggia e lo segue nei suoi spostamenti. L’innamoramento non dev’essere
considerato come una debolezza dettata dalla convenienza, ma da uno stato
psicologico gravato dalla mentalità di quel periodo.
I fili del romanzo sono la
guerra, un matrimonio forzato, un uomo che appare agli occhi della società come
una persona forte e intelligente da rispettare, una donna che deve accettare le
norme d’inferiorità, per poi confluire tutti in una società strettamente
maschilista.
La conquistadora si può
considerare come un romanzo rosa, capace di ponderare o tenere a bada le
classiche sdolcinature tipiche di questo genere letterario. Nei vari capitoli non
si trovano intensi baci e scene di sesso platonico, o azioni violente in stile
film thriller. Si racconta la storia di una comune famiglia del cinquecento, di
due persone che si sposano senza amore, che tentano di avvicinarsi all’amore
vero, e in mezzo ruotano gli altri protagonisti pronti a lottare per liberare o
conquistare la terra del nuovo mondo, senza dare uno sguardo alla questione femminile, perché non si deve mutare la società.
Conclusa la lettura, valutabile
poco gratificante, ho voluto conoscere i pareri di altri lettori, e in rete non
ho trovato molte informazioni; il romanzo La
conquistadora è fuori catalogo e dimenticato.
La conquistadore di Mary Ruth Myers
è un romanzo sconsigliato alle persone che non leggono o che sfogliano un libro
quando si ricordano che esistono, perché il paradiso dei libri è troppo immenso
per soffermarsi su queste pagine.
Il romanzo si può consigliare
alle persone che leggono molto, come una cinquantina all’anno, perché possono
permettersi di leggere un libro vintage dimenticato in qualche scaffale.
La conquistadore di Mary Ruth Myers è un romanzo storico leggero, da prendere in considerazione quando è ultimata la lista dei libri da leggere.
Scheda del libro:
Titolo: La conquistadora
Autrice: Mary Ruth Myers
Titolo originale: Captain’s
pleasure
Traduttrice: Lettizia Montanari
Casa editrice: Arnoldo Mondadori
Genere: romanzo storico
Anno: 1983
Pagine: 272
Un romanzo che apre a tante tematiche.
RispondiEliminaCiao @Cavaliere
EliminaEsatto, è ricco di tematiche ma il risultato deludente.