Ci sono dei libri magnetici che hanno la capacità di ottenere
un’attenzione di un certa importanza a livello planetario, guadagnando e
influenzando recensioni positive, e conquistando chili d’inchiostro con
applausi generali. Quando tali interessi sono così elevati, non sempre il
valore messo in mostra corrisponde al mio effettivo apprezzamento.
Il libro che voglio segnalare si intitola “La ragazza del treno”
di Paula Hawkins, un thriller dove si narrano avvenimenti vissuti da una donna
solitaria dalle mille problematiche determinate dal dall’alcolismo, la cui vita
è appesa alla monotonia assorbita per lo più in ore trascorse su un treno, che
giornalmente prende alla stessa ora per recarsi a Londra, da cui riesce a sganciarsi
dalla realtà, scrutando e familiarizzando, e soprattutto immaginando e
costruendo le vite delle persone sconosciute osservate guardando dal
finestrino.
La storia complessivamente è ricca di una serie di argomenti che possono essere analizzati singolarmente con studi più approfonditi, aumentando così la qualità del thriller. Si parte dal problema dell’alcolismo che apre le porte alla solitudine, al depotenziamento della stima, delle capacità in tutti i lati della protagonista. Si presentano una serie di fatti legati allo stalking al femminile e le difficoltà per contenere tale problema, soprattutto in presenza di un minore. In special modo si mostrano le difficoltà e le conseguenze del licenziamento di una persona già fragile, la cui preoccupazione primaria consiste nell’essere accettata come una donna attendibile, per cui, concretamente, è incapace di gestire la nuova vita e a comunicare ai propri cari e agli amici il nuovo stato; tutte condizioni negative prodotte da una mente offuscata dall’alcool.
La storia complessivamente è ricca di una serie di argomenti che possono essere analizzati singolarmente con studi più approfonditi, aumentando così la qualità del thriller. Si parte dal problema dell’alcolismo che apre le porte alla solitudine, al depotenziamento della stima, delle capacità in tutti i lati della protagonista. Si presentano una serie di fatti legati allo stalking al femminile e le difficoltà per contenere tale problema, soprattutto in presenza di un minore. In special modo si mostrano le difficoltà e le conseguenze del licenziamento di una persona già fragile, la cui preoccupazione primaria consiste nell’essere accettata come una donna attendibile, per cui, concretamente, è incapace di gestire la nuova vita e a comunicare ai propri cari e agli amici il nuovo stato; tutte condizioni negative prodotte da una mente offuscata dall’alcool.
Pertanto, non togliendo la voglia di sfogliarlo nel tempo
libero, nel libro sono riportati una serie di tematiche sociali complesse di
difficile esposizione, e se non ci sono capacità di sintesi, prevista in tale
tipo di scrittura, vale a dire in un thriller, la qualità non corrisponde alle
recensioni pubblicate.
Tali materie sono narrati da tre punti di vista, da tre donne,
Rachel, Anna e Megan; tre distinte Voci si alternano in capitoli brevi elaborando
le proprie esperienze e le proprie perplessità in prima persona. Lo stile
dell’alternanza, o meglio la scelta di dare spazio secondo il sistema della
rotazione tra i personaggi principali, ha reso le Voci piatte e scontate
appesantendo la forma per le continue ripetizioni e, secondo me, la scrittrice
non è riuscita ad equilibrare al punto giusto le storie delle tre donne per la
vastità degli argomenti presi in considerazione. Se poi aggiungiamo il fatto
che il libro non è un semplice romanzo, ma un thriller, ci si aspetta una suspense
di alto livello. Se poi aggiungo il fatto che già dai primi capitoli sono
riuscita ad inquadrare i presunti colpevoli, restringendoli prima a due figure
e poi ad uno solo, azzeccandolo, il libro non mi ha conquistata come mi
aspettavo, e l’ho finito con lo spirito non di chi vuole scoprire il colpevole,
ma con la voglia di arrivare all’ultima pagina per poi restituirlo alla
biblioteca.
Pur non apprezzando la forma scelta dalla scrittrice, lo consiglio
ugualmente per tutti gli elementi di base che ho accennato, in special modo per
constatare, anche se in modo non esaustivo, che cosa accade nella mente di una
persona alcolizzata, licenziata ed isolata quando nessuno è disposto ad
ascoltarla perché colpevole di essere una donna inaffidabile, una donna che pur
di sopravvivere cerca di ricavare uno spazio positivo nella propria vita.
Il libro lo considero come un thriller leggero, con un delicato
suspense e con continue sollecitazioni da frenare per non scoprire subito
l’assassino colpevole anche di altri reati; un thriller da leggere tutto d’un
fiato, chissà anche durante un viaggio in treno. Buona lettura.
Scheda del libro
Titolo: La ragazza del treno
Autrice: Paula Hawkins
Titolo originale: The girl on the train
Traduttrice: Barbara Porteri
Genere: Thriller
Editore: Piemme
Collana: Pickwick Big
Anno: 2017
Pagine: 306
Prezzo di copertina: € 14.00
Annotazioni: “La ragazza del treno” l’ho preso in prestito in
una biblioteca, e l’ho restituito immediatamente dopo averlo terminato per
consentire ad altri utenti di leggerlo, tuttavia, a causa della fretta, ho
dimenticato di scattare una foto; pertanto l’immagine che trovate in questo
post l’ho prelevata dalla rete tramite il motore di ricerca Google.
Ciao! Sono contenta che tu abbia scritto questa tua recensione, che mi trova sostanzialmente d'accordo, specie sul fatto che non sia stata ben gestita l'alternanza delle voci narranti, sul ritmo troppo lento e con poca suspense sopratutto nella prima parte e sull'intuizione di chi sia il colpevole già prima che venga "ufficialmente " svelato.
RispondiEliminaMa non è male come lettura, hai ragione, basta non aspettarsi un thriller ad alta tensione.
Buona domenica!
Il contenuto non è male, tuttavia il fatto di alternare ripetendo ciò che già si conosce sotto altre vesti l’ha reso lento e a tratti noioso, e poi il fatto più grave è ….. scoprire subito il colpevole … non sa da fare con un thriller super recensito positivamente. Ciao e buona domenica.
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