Sabato 4 luglio 2015 mi sono svegliata prestissimo:
alle h 5,45.
Dovevo raggiungere la Barbagia per seguire il Festival letterario
della Sardegna, L’isola delle storie, XII edizione.
Prima della partenza sapevo
che il festival era già iniziato, ma non ci pensavo perché mi aspettavano due
giorni intensi di incontri letterari, mostre, musica e tante sorprese. Mi sono
organizzata con scarpe comode perché dovevo correre da una parte all’altra
verso Sant’Antiocru, S’Antana ‘e Susu, Piazza Mesu Bìdda, Binzadònnia e Didòva,
e poi anche a Lodine in piazza S. Giorgio. Gavoi apparentemente sembra un
piccolo paesino di montagna, ma è un grande Paese perché è riuscito, mattone
dopo mattone, a creare dal nulla uno dei festival letterari più importanti e
originali della nostra penisola.
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Tutti per Guccini |
Il primo appuntamento del sabato è stato fissato per
le h 9,00 a Lodine, si intitolava “Il mattino ha l’oro in bocca”, e l’oro era
ed è l’artista Francesco Guccini in veste di scrittore e il suo amico/collega Loriano
Macchiavelli. Abbiamo passato un ora tra risate e divertimento assoluto, e il
buonumore non si è mai allontanato. Parlando del loro primo appuntamento, del
loro metodo di lavoro a quattro mani, e ricordando la differenza tra i bambini e gli insegnanti di prima e di oggi, sono passati ai vecchi tempi: si è parlato dello sport del
piccolo Guccini, quando si rubava, ad esempio la frutta e le patate, non per necessità ma
perché “erano più buone”. Ci hanno presentato la Gialdiffa e la “storia”
di San Cigolino: una chiacchierata spassosa, e abbiamo riso dall’inizio alla
fine. Guccini ci ha svelato che il suo sogno da bambino era quello di diventare scrittore, sogno che rovinò un maestro con la
frase “a
scrivere è un cane, è meglio che lasci perdere”. E poi, c’è stato anche lo
spazio per una Carrambata. Mentre Guccini ricordava la sua maestra sarda, la
signora Guiso, che voilà si presenta la figlia.
Sabato pomeriggio, invece di seguire Luca Sofri, ho
deciso di raggiungere le scuole elementari per incontrare Beatrice Masini,
Nadia Terranova e Licia Troisi. Le prime due hanno pubblicato libri per ragazzi
e hanno tradotto diverse opere: ad esempio la Masini Harry Potter, mentre la
Terranova i fumetti tratti dai romanzi di Jane Austen; naturalmente c’è stato
anche lo spazio per parlare dei loro ultimi lavori per adulti. L’incontro di
Licia Troisi apparentemente sembrava una lezione di astronomia, ma realmente si
analizzava come si scelgono i nomi o le storie da inserire nei suoi romanzi Fantasy.
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Sculture di carta |
Di sera a Sant’Antiocru, alle h 19.30 con “Vicini e
lontani”, ho seguito l’incontro con la scrittrice bengalese, una donna cosmopolita:
Jhumpa Lahiri. Parlava piano e sottovoce, sembrava severa verso se stessa, ma
invece è apparsa come una donna coraggiosa. Sceglie, non per necessità, di
“separarsi” dalla sua lingua dominante (l’inglese) per l’italiano. Con il
cambio di lingua si chiede “da che cosa sto fuggendo”, normalmente ci
separiamo dalla nostra cultura o dalla geografia, ma, anche se con la lingua
italiana sente ancora le imperfezioni, c'è stato un sentimento “liberatorio”: è
riuscita a scrivere il suo primo romanzo in italiano oltre a leggere da un po’
di tempo solo libri scritti in italiano e sempre staccandosi dall’inglese.
La giornata di sabato si è conclusa alla grande a
Sant’Antiocru con lo scrittore Miguel Bonnefoy. Con l’incontro “Storie e altri
luoghi” mi ha fatto riflettere la storia di uomini e donne che imparano a
leggere e scrivere per imparare a ritrovare il loro Paese o come nelle librerie
si presentano per acquistare libri scolastici per il loro figli anche se non
conoscono l’alfabeto: riconoscono i libri dalla copertina. Anche qua c’è stato
lo spazio per un aneddoto. Dopo che la presentatrice Terranova ha terminato di
legge l’ottavo capitolo del suo libro, Miguel Bonnefoy ci racconta che una
signora aveva apprezzato la scelta di non inserire nel libro l’ottavo capitolo.
Lo scrittore, ignaro della dimenticanza dell’editore, anche se hanno detto che
è naturale dimenticarlo visto che il suo protagonista si chiamava Octavio, inserisce
il capitolo mancante.
Domenica mattina “Dal balcone” a S’Antana ‘e Susu
dovevamo incontrare Daria Bignardi , ma per motivi di salute è dovuta partire e
al suo posto ci ha fatto compagnia Nadia Terranova che ci ha parlato del suo
ultimo libro.
Domenica pomeriggio, al giardino
comunale a Binzadònnia, nell'incontro intitolato “Reading”, c'era Teresa De Sio, e ho sentito quello che volevo
sentire: non abbondonerà la musica per la scrittura; anzi, ad una domanda di
Marcello Fois risponde che non ha annullato la musica ma l’ha liberata e l’ha
alleggerita perché prima doveva dire tutto solo nelle canzoni. Ad un’altra
domanda su come riconoscere la musica da un romanzo, risponde con il suo
accento caratteristico: “se ho una chitarra in mano ho una canzone, se non
ho una chitarra ho un romanzo”. E sì non abbandonerà la musica.
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Nadia Terranova intervista: Macchiavelli, Guccini e la signora Guiso |
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Caterina Bonvicini intervista Jhumpa Lahiri |
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"Dal Balcone" Gisella Vacca legge "Eduardo Galeano" |
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Marcello Fois intervista Teresa De Sio |
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Mario Faticoni legge "Sergio Atzeni" |
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L'incontro con Beatrice Masini e Nadia Terranova |
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Roberta Balestrucci intervista Licia Troisi |
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Terranova intervista Miguel Bonnefoy |
Il preludio musicale del Festival
Le Mostre del Festival
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Sculture di carta |
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Mostra fotografica all'aperto: "Paesani" |
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La mostra dei bambini |
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Mostra fotografica sul Kurdistan
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Praticamente c'era il mondo, raga
RispondiEliminaLorenzo
Praticamente è un’opportunità per stare tutti assieme, e Gavoi ci offre un ciclo di incontri culturali da cogliere e da diffondere… Ciao
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