Buon giorno a tutti, oggi parliamo
di una lettura collettiva svolta in modo spontaneo, senza programmarla o calcolarla, priva
di una meta da seguire. Prima di parlarne volevo fare una piccolissima
premessa. Quando nelle librerie sfogliavo il libro e leggevo nella copertina “ora
mi sento abbastanza forte per raccontare tutta la storia del mio sequestro” io
rispondevo “ma io non sono ancora pronta per leggerlo” fino a quando si è
formato un piccolo gruppo. La mia non è era una battuta, ma per concentrarsi
nella lettura senza angosce bisogna trovare il momento giusto. Casualmente
io ed altre persone abbiamo letto lo stesso libro che ci ha prestato una cara
persona e piano piano tutti abbiamo aspettato il nostro turno e lo abbiamo
letto tutto d’un fiato. Il libro che ci ha guidato fuori dal nostro mondo
quotidiano è “3096 giorni” di Natascha Kampusch. Non è un romanzo ma la storia
vera di una bambina di 10 anni, Natascha Kampusch, sequestrata per ben otto
anni da un uomo gravemente malato da disturbi psichici, Wolfgang
Priklopil.
Il carceriere rinchiuse la piccola in una villetta poco distante da Vienna in una segreta di circa cinque metri quadri e due metri di altezza, la stanza era piccola e spoglia, senza finestre (l’aria proveniva soltanto da un ventilatore che emetteva un rumore fastidiosissimo), le pareti erano rivestite in legno mentre il pavimento era di laminato chiaro, c’era soltanto una brandina con un materassino di gommapiuma montata alla parete con dei ganci, in un angolo c’era un water senza coperchio, alla parete c’era appoggiato un doppio lavabo in acciaio inossidabile.
Il carceriere rinchiuse la piccola in una villetta poco distante da Vienna in una segreta di circa cinque metri quadri e due metri di altezza, la stanza era piccola e spoglia, senza finestre (l’aria proveniva soltanto da un ventilatore che emetteva un rumore fastidiosissimo), le pareti erano rivestite in legno mentre il pavimento era di laminato chiaro, c’era soltanto una brandina con un materassino di gommapiuma montata alla parete con dei ganci, in un angolo c’era un water senza coperchio, alla parete c’era appoggiato un doppio lavabo in acciaio inossidabile.
L’angoscia aumenta vertiginosamente
quando leggiamo dove si trova la segreta:
…nella luce diffusa dietro la porta
della segreta, intravidi una piccola anticamera; lì c’era una cassapanca.
Dietro c’era una pesante porta di legno attraverso la quale si accedeva a un’altra
anticamera (…) Una porta di cemento armato. Pesante quasi centocinquanta chili.
Ricavata in un muro spesso quasi cinquanta centimetri, che si chiudeva
dall’esterno con una spranga di ferro inserita nel muro… pag. 133
Il cambiamento più importate della
prigionia avvenne con il televisore e un videoregistratore: Natascha non era più sola o isolata dal mondo esterno. All’inizio
Priklopil registrava interi programmi televisivi, vecchi telefilm degli anni 90
e film di fantascienza: Strega per amore, il viaggio nel tempo, Star Trek,
Stargate, Ritorno al futuro. In
seguito, portò anche dei libri per ragazzi, libri da leggere: la classe volante di Erich Kastner, la
capanna dello zio Tom, Tom Sawyer, Robinson Crusoe, Alice nel Paese delle
meraviglie, il libro della giungla, l’isola del tesoro e Kon-Tiki
Queste attenzioni o piccoli gesti
affettuosi sono da considerare come delle eccezioni perché costantemente, durante tutto il sequestro, la piccola venne umiliata,
picchiata, privata del cibo, costretta a svolgere lavori pesanti fino allo
stremo delle forze, trattata come schiava, castigata, spogliata e poi costretta
a svolgere i lavori domestici. Tali sofferenze vennero inflitte per
controllarla psicologicamente. Il sequestro durò 3096 giorni, durante tutto
questo periodo Natascha Kampusch passò dallo stato infantile all’età
adulta, ma finalmente un giorno, approfittando di una disattenzione del
sequestratore, con una buona dose di coraggio, riuscì a scappare.
La frase che tutti aspettavamo:
…per favore chiami la polizia! Faccia
in fretta!” ripetei senza fiato. “Sono stata sequestrata. Il mio nome è
Natascha Kampusch… la prego, chieda alla polizia di Vienna. Dica a loro che si
tratta di un sequestro. Per favore, che vengano senza radiomobile. Io sono
Natascha Kampusch .”… pag. 273
Frase ingiustificabile in un contesto
di questo genere: il trattamento della polizia nel primissimo istante di
libertà:
…due giovani poliziotti scesero dall’auto
e entrarono nel piccolo giardino. ”Rimanga dov’è e alzi le mani!” mi gridò
rabbiosamente uno di loro. (…) “data di nascita? Indirizzo?” “17 febbraio 1988,
residente in Rennbahnweg 27, scala 38, 7° piano, porta 18.”
“Quando e da chi è stata rapita?” “Nel
1988 ” …pag. 274
Ma per fortuna la situazione si
capovolge:
…una poliziotta mi dette una giacca.
“Hai freddo, indossa questa” disse premurosa. La chiusi subito nel mio cuore…
pag. 277
Scheda del libro:
Titolo: 3096 giorni;
Autrice: Natascha Kampusch;
Lingua originale: tedesco;
Titolo originale: 3096 tage
Traduzione: Francesca Gabelli;
Casa editrice: Bompiani;
Collana: Overlook;
Anno di pubblicazione: 2011;
Prezzo versione cartacea: €
17,50;
Genere: drammatico;
Copertina: foto di Martin Moravek;
Pagine: 298;
Caratteristica: è fornito di un link QR CODE alla fine di ogni capitolo.
Un fragile mondo. La mia infanzia alla periferia di Vienna... pag. 7
Caduta nel vuoto. Il furto della mia identità... pag. 131
Maltrattamenti e fame. La lotta quotidiana per la sopravvivenza... pag. 157
Tra follia e mondo perfetto. I due volti del rapitore... pag. 179
In fondo. Quando il dolore fisico lenisce le sofferenze dell’anima... pag. 203
Paura della vita. La prigione interiore resiste... pag. 221
Per uno rimane solo la morte. La mia fuga verso la libertà... pag. 253
L’epilogo... pag. 285
Note... pag. 295
Indice:
Un fragile mondo. La mia infanzia alla periferia di Vienna... pag. 7
Cosa può succedere? L’ultimo giorno
della mia vecchia vita... pag. 39
Inutile speranza di salvezza. Le prime settimane nella segreta... pag. 61
Sepolta viva. L’incubo diventa realtà... pag.
99Inutile speranza di salvezza. Le prime settimane nella segreta... pag. 61
Caduta nel vuoto. Il furto della mia identità... pag. 131
Maltrattamenti e fame. La lotta quotidiana per la sopravvivenza... pag. 157
Tra follia e mondo perfetto. I due volti del rapitore... pag. 179
In fondo. Quando il dolore fisico lenisce le sofferenze dell’anima... pag. 203
Paura della vita. La prigione interiore resiste... pag. 221
Per uno rimane solo la morte. La mia fuga verso la libertà... pag. 253
L’epilogo... pag. 285
Note... pag. 295
Una storia strappalacrime,che non ha un così lieto fine...
RispondiEliminaLorenzo
In tutta la storia ci sono molti lati bui e molti non compresero lo stato d’animo della Natascha dichiarandola affetta da sindrome di Stoccolma. Inoltre non dimentichiamo che Wolfgang Priklopil si suicidò e per questo non sapremmo mai cosa sia accaduto realmente nella sua testa.
EliminaE si...io lo avevo nella mia libreria mi sa dal 2009...lo avevo iniziato e poi messo da parte.....ma quest'anno son riuscita a leggerlo tutto....e poi lo passato mi sa a una decida di persone....ricordare certe parti mi strazia il cuore tipo quando la faceva depilare dalla testa ai piedi e le faceva fare le pulizie quasi nuda....gli abusi...aiuto! Tiziana
Eliminaera il 2011, in quel momento avevo detto che non avrei mai letto il libro invece “mai dire mai"; adesso, con il gruppo, in pochissimo tempo ho divorato tutte le pagine. Mi ha colpito l’operato della polizia: è sconcertante, c’erano forti indizi per trovarla invece….il loro lavoro è stato superficiale, almeno così appare tra le righe. E’ un libro psicologicamente duro e fa venie la pelle d'oca: da consigliare.
Eliminae si....mi sn sbagliata cn l'anno :-) in quel periodo ne avev preso un bel pò. si il libro è pesante...ma nn so come l'ha letto anche un ragazzo di 12 anni vedremo cosa mi dirà. tizi
RispondiEliminaMi ha sempre creato un forte disagio questa storia, ma anche forte ammirazione per una bambina a cui hanno tolto la gioia e l'ingenuità dell'infanzia. Il peggio e' che molti hanno visto in lei il mostro per i silenzi, la presunta sindrome..a questi farei provare un'esperienza del genere per vedere come ne verrebbero fuori... Un caro saluto P.S. Il libro non l'ho letto ancora
RispondiEliminaCiao. Il libro si legge tranquillamente, l’autrice ha evitato le parti più scabrose anche se il contenuto non è per tutti, in questi casi si dice “adatto ad un pubblico adulto”. Alla fine della disavventura, desta preoccupazione l’attacco di alcune persone dichiarandola affetta da sindrome di Stoccolma per come ha gestito la situazione senza verificare cosa realmente può accadere dentro l’animo di chi ha perso l’infanzia. Leggilo lo consiglio.
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