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lunedì 14 aprile 2014

Il cavallo del Sarcidano tra storia e tradizione

In località Funtana è Mela, nel cuore del Sarcidano, nel Comune di Laconi (OR), c'è una mandria di cavalli e questi sono oggetto di studi approfonditi perché risulta che avrebbero un patrimonio genetico di circa 20 mila anni, inoltre, sotto la dominazione degli Aragonesi, sembrerebbe che sia stato importato nell’isola la razza iberica. Il cavallo del Sarcidano è riconosciuto come la razza più antica della Sardegna e attualmente è stato iscritto nel Registro Anagrafico delle etnie locali (gestito dall'Associazione Provinciale Allevatori di Nuoro) e perciò considerato ufficialmente come razza autoctona dell’isola. 
Un altro gruppo di cavalli del Sarcidano si trova anche presso la "Foresta Burgos" ed è gestito dall’Istituto Incremento Ippico della Sardegna; un altro gruppo di cavalli, invece è gestito interamente da privati.

Sviluppare quest’argomento non è semplice ma è necessario parlare di una delle razze equine più antiche non solo della Sardegna ma dell’Italia.

Da questa brevissima introduzione, si può immaginare quanto sia per me difficoltoso elaborare un discorso approfondito e immune da difetti, ma sabato 12 aprile 2014, pur non conoscendo la materia, ho ugualmente scelto di partecipare ad un incontro intitolato "Il cavallo del Sarcidano tra storia e tradizione”.

La serata è stata organizzata presso il salone parrocchiale di Nurallao (CA) col patrocinio del Comune e della Pro Loco nurallaese. Sono intervenuti: Giovanna Casapollo (insegnante in pensione), Franco Sionis (Presidente ippodromo di Chilivani, già responsabile del cavallo da sella UNIRE, già presidente dell'Istituto dell'Incremento Ippico della Sardegna), Paolo Pisu (Sindaco del Comune di Laconi) e Mariolina Sionis (insegnante di lettere).

Il discorso è stato elaborato partendo dall’era glaciale, indagando sull’evoluzione genetica di alcune razze abbiamo seguito i movimenti del cavallo in Sardegna e nel resto del mondo (Europa, Asia e America). Abbiamo parlato dei cavalli de pasos del Sud America, dei cavalli importati dai conquistatori spagnoli, dei cavalli iberici e, per chiudere il cerchio, con la razza del cavallo del Sarcidano.

Per salvaguardare il cavallo del Sarcidano, intorno a metà degli anni novanta, il Comune di Laconi ha acquistato un’intera mandria da un privato cittadino perché non poteva più provvedere al loro mantenimento e alla loro custodia e per ciò destinati al macello. E’ stata una scelta coraggiosa non priva di polemiche e di difficoltà ma oggi raccogliamo i frutti: per lo studio e la salvaguardia della razza sono intervenuti, oltre al Comune di Laconi, l’Università di Veterinaria di Sassari, l’Ente Foreste e l’Istituto di Incremento Ippico.

Come ho accennato non sono in grado di riepilogare al meglio ciò che è stato detto ma, tornando a casa, mi sono documentata e ho trovato nel sito http://www.sardegnaagricoltura.it:

“Standard di razza
area di origine: altopiano del Sarcidano, Sardegna centro meridionale
caratteri tipici:
Mantello: baio e sauro, raramente grigio
Conformazione
- testa: profilo rettilineo, leggermente carica di ganasce; fronte larga con grande ciuffo; orecchie regolari molto mobili; occhi grandi ed espressivi; narici grandi e mobili
- collo: muscoloso attaccato alla testa in modo un po’ grossolano, ben attaccato alla spalla
- spalla: poco inclinata, tendenzialmente un po’ corta
- garrese: abbastanza rilevato, ben collegato al collo e alla spalla
- dorso: lievemente depresso
- lombi: leggermente lunghi
- groppa: tendenzialmente corta e spiovente
- petto: muscoloso
- torace: ben sviluppato e profondo
- arti: solidi e brevi
- articolazioni: solide e abbastanza ampie
- andature: vivaci e sicure
- appiombi: poco regolari
- piede: tendente al cilindrico con unghia solida
Temperamento: vivace e ben rispondente all’ammansimento, adattabile ai principali sport equestri
Altre caratteristiche: rustico e frugale
Dati biometrici: altezza al garrese intorno ai 140 cm”

Durante la serata non abbiamo solo parlato di razze equine ma abbiamo anche ascoltato dei brani musicali interpretati da Enrico, Gianluca, Andrea, Fabio e Francesca.

Ridere, ridere, ridere ancora,
Ora la guerra paura non fa,
brucian nel fuoco le divise la sera,
brucia nella gola vino a sazietà,
musica di tamburelli fino all'aurora,
il soldato che tutta la notte ballò
vide tra la folla quella nera signora,
vide che cercava lui e si spaventò.

"Salvami, salvami, grande sovrano,
fammi fuggire, fuggire di qua,
alla parata lei mi stava vicino,
e mi guardava con malignità"
"Dategli, dategli un animale,
figlio del lampo, degno di un re,
presto, più presto perché possa scappare,
dategli la bestia più veloce che c'è

"corri cavallo, corri ti prego
fino a Samarcanda io ti guiderò,
non ti fermare, vola ti prego
corri come il vento che mi salverò
oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh, cavallo, oh oh

Fiumi poi campi, poi l'alba era viola,
bianche le torri che infine toccò,
ma c'era su la porta quella nera signora
stanco di fuggire la sua testa chinò:
"Eri fra la gente nella capitale,
so che mi guardavi con malignità,
son scappato in mezzo ai grillie alle cicale,
son scappato via ma ti ritrovo qua!"

"Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato
io non ti guardavo con malignità,
era solamente uno sguardo stupito,
cosa ci facevi l'altro ieri là?
T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda
eri lontanissimo due giorni fa,
ho temuto che per ascoltar la banda
non facessi in tempo ad arrivare qua.

Non è poi così lontana Samarcanda,
corri cavallo, corri di là...
ho cantato insieme a te tutta la notte
corri come il vento che ci arriverà
oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh cavallo oh oh
(Samarcanda di Roberto Vecchioni)


Nel corso della serata c’è stato anche il tempo di sentire delle poesie lette da Mariolina Sionis.


"Mi piace spiarti, lo sai,
mentre ti prendi cura di me,
assicurandoti che tutto sia in ordine,
sussurrando a entrambi amabili frasi,
stringendo nervosamente qua e là una fibbia,
immersa in chissà quali pensieri che ti sistemano gli stivali.
Ti ammicco mentre tu ammicchi
coi tuoi bei lineamenti tirati,
il nero copricapo sopra le candide ciocche,
poco prima di salire in groppa,
in quell'istante eterno,
imbrigliato anche lui negli occhi di zaffiro.
Quanta forza nel sentirti lì con me,
percepire la vita indaffarata nelle tue mani,
nel saldo abbraccio delle gambe,
in quel gioco di stimoli tutto nostro.
Il mio petto si solleva alla consapevolezza
che ti consegnerei il mondo se tu me lo chiedessi.
Una voce distorta ti fa sussultare.
L'ho sentita anch'io.
Con la coda dell'occhio ravviso appena le tue labbra,
riassunte comicamente in una linea.
Ci facciamo compagnia in uno sbuffo,
più esauriente di cento parole.
Oh, mia complice padroncina,
se tu solo sapessi che,
per quanto io mi affanni,
la cosa che curerà tutte le mie ferite,
che abbatte le paure come un ariete,
sostiene come il vento fa con le ali,
riscalda nel gelo come un sole fidato,
spinge con l'impeto di mille cuori,
rilassa i muscoli in un lieto riposo,
fa felice nel dolore come l'illuminazione,
la visione di ciò che mi attende,
il pensiero che mi conforta nella fatica,
il mio unico, intimo e impronunciabile desiderio
è quella carezza sul collo,
dolce come il tuo profumo quando sei tesa,
tenue com'è alla fine il suono del tuo respiro,
che riempie e rovescia e infrange il cuore
e che mi fa essere fiero di renderti fiera di me.
Quando non sarai più parte di me
ritaglierò dal tuo ricordo
tante piccole stelline, e allora il cielo sarà così bello
che tutto il mondo si innamorerà della notte."
(“La gara” di W. Shakespeare)


2 commenti:

  1. Che bella serata dev'essere stata! E' importante preservare le razze di animali che rischiano l'estinzione solo per mano dell'uomo e con esse far proseguire l'aspetto storico culturale

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    1. La parte più interessante è stata l’evoluzione della razza e come preservarla. Non è stato semplice seguire tutto il discorso ma fortunatamente il linguaggio utilizzato era alla portata di tutti. Ciao

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