Ho iniziato e riiniziato
il libro diverse volte senza vedere la parola fine, ciononostante dentro di me
c’era il sincero desiderio di leggerlo per constatare le capacità letterarie di
uno dei maggiori giuristi italiani, uno dei maggiori studiosi del diritto
italiano ed esperto di diritto processuale civile.
Io volevo leggere "Il giorno del giudizio " di Salvatore Satta, non perché lo considerano uno dei romanzi italiani più importanti, oppure per spuntarlo dalla lista dei
libri da leggere ma, conoscendo l’autore come giurista, volevo sviluppare il
suo sapere da un'altra angolazione.
Ovunque si esprimono
pareri contrastanti, e io non potevo
partecipare alle conversazioni perché non avevo concluso la lettura. Finalmente,
dopo averlo abbandonato diverse volte, sono riuscita a liberarmi da questo
peso. Si, anche se è considerato un
capolavoro della letteratura, e anche se qualcuno può obbiettare, io uso la
parola liberazione. Adesso che ho dinnanzi a me l’ultima pagina, completamente letta, posso
esprimere un giudizio: non riuscivo a finirlo per come è strutturata la storia. Quando leggo un libro devo avere
di fronte a me una storia con un filo conduttore scorrevole, per ogni
personaggio, o per ogni vicenda, devo vedere nella mia mente il risvolto di
ciascun frammento senza intromissioni. Invece intrusioni ed interferenze,
storie che si accavallano tra di loro senza concludere il ragionamento se non
dopo svariate pagine, hanno determinato un appesantimento della mia lettura. Il
mio non è un giudizio negativo, anzi lo rileggerei, bensì esprimo ciò che penso
in base ai miei gusti e a ciò che mi aspetta dalla lettura.
Anche se ho incontrato molte e molte difficoltà, lo consiglio a tutti
perché le vicende riportate, anche
se sono frutto della fantasia, sono ugualmente confrontabili con ciò che
personalmente viviamo, e ognuno dei personaggi sono riconoscibili per come sono
e possiamo additarli come se li conoscessimo personalmente.
Nel romanzo, si riportano
i malcostumi e le virtù di persone importanti dal punto di vista della ricchezza e posizione sociale;
ci sono gli operai, uomini e donne sconosciuti o invisibili agli occhi dei potenti, i doveri
di chi lavora per i ricchi, si accostano personaggi distanti tra loro ma non
più di tanto, ci sono notai, avvocati, mogli e donne, contadini e pastori,
preti e fedeli, e infine ci sono i morti.
In una parte del libro, si riportano alcuni episodi sul trattamento dei morti da parte della curia e dei paesani; sorprende, ma non più di tanto, la differenza di trattamento tra i ricchi e i poveri per come sono accompagnati nel loro ultimo viaggio, si parte dal suono
delle campane che avvisa della scomparsa del caro fino all'ultima dimora. Mi ha
colto di sorpresa il fatto di conoscere l’uomo più importante del romanzo, un
uomo potente, ricco e perfino notaio, che non ha mai visto in casa sua e mai
letto un libro se non quelli di diritto.
Per la ricchezza dei personaggi, è
un’opera che non si può riassumere con poche parole, per questo motivo ho
insistito fino all’ultimo: non potevo rinunciare e dovevo leggerlo. Dopo averlo ripreso e ripreso più volte, adesso che l’ho chiuso e riposto al suo
posto, mi mancheranno alcuni personaggi, come il caffè Tettamanzi.
Scheda del libro:
Titolo: Il giorno del giudizio
Autore: Salvatore Satta
Editore: Adelphi, edizione del 1991
Genere: romanzo
Genere: romanzo
Pagine: 292
Buongiorno Inassia,
RispondiEliminaPeter è appena arrivato dalla quiete della sua valle e sta apprezzando il delizioso menu che hai preparato su misura per lui!
Grazie ancora per la tua gradita partecipazione al gioco di Parole di contorno:-)
Marilena
Ho appena letto il messaggio. Corro subito da te per leggere il post. Grazie di tutto
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