Nel 1995, la RAI mise in onda una miniserie scritta dal regista Pupi Avati, un pezzo di storia della tv con un particolare da trascrivere nel Taccuino. Vista la fittissima trama, la miniserie Voci notturne prodotta dalla RAI non riuscì a bucare eternamente lo schermo, perché in pochi capirono il significato del lavoro del grande regista, e pertanto incluso nella lista delle pellicole da incastrare nel dimenticatoio. In base ad alcuni ragionamenti espressi dagli appassionati della tv, Voci notturne è stato concepito nel momento sbagliato, ha incluso scene non adatte per quel periodo ma adeguate ad altri contesti, ad esempio negli anni sessanta/settanta; e il ragionamento non dovrebbe sorprendere. La miniserie è molto particolare, adatto a pochi telespettatori, e per la struttura della pellicola è stato paragonato a un altro classico della tv italiana, un capolavoro in bianco e nero inserito tra in grandi del piccolo schermo.
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