La Bottiglia venne
lanciata in acqua in una calda serata estiva, poche ore prima che incominciasse
a piovere. Naturalmente si sarebbe rotta se fosse stata gettata in terra, ma,
sigillata con cura e affidata al mare, si trasformò in un natante dei più
sicuri, in grado di galleggiare sulle correnti più pericolose. Era l’involucro
ideale per il messaggio spedito per esaudire una promessa. Come tutte le
bottiglie lasciate al capriccio degli oceani, aveva una rotta imprevedibile.
In un primo momento, l’indecisione della giornalista frena la pubblicazione perché ha in mano una lettera privata, la cui pubblicazione potrebbe essere irrispettosa nei confronti di chi l’ha scritta e della destinataria, il cui contenuto potrebbe essere coperto da confidenze più profonde da non rivelare al grande pubblico in assenza di un’autorizzazione.
Successivamente, censurando i nomi degli attori, sceglie di divulgare il contenuto
in un articolo di giornale, in una rubrica tutta sua di grande successo, e in un baleno la giornalista
riesce a commuovere e a coinvolgere anche i suoi lettori, e per saperne di più sui
contenuti della lettera la redazione riceve una quantità gigantesca di
messaggi. Tra un messaggio e l’altro, Theresa individua una lettrice che ha in
mano una lettera simile firmata da Garrett. Il contatto non sarà l’unico perché
tra una ricerca e l’altra scopre un’analoga lettera: in tutto ha in mano tre
lettere scritte dalla stessa penna, dallo stesso pugno e nella stessa carta contrassegnato
dallo stesso disegno. Per Theresa è arrivato il momento di approfondire l’identità
dell’uomo misterioso: dopo un’accurata ricerca lo trova, prende il primo aereo per conoscerlo
personalmente, infine, vive in prima persona una storia
altrettante commuovente assieme a Garret spezzato da un amaro finale.
Avevo visto il film un po’ di tempo fa con Robin Wright Penn,
Kevin Costner e Paul Newman, mentre il libro l’ho preso in biblioteca con un
forte fortissimo dubbio di aver afferrato il romanzo sbagliato e non adatto ai
miei gusti. Senza analizzare a fondo la storia, il primo intuito si è rivelato
corretto. Se tolgo la prima parte relativa alle lettere, alle ricerche
dell’autore misterioso, il resto del romanzo è stato di una noia mortale,
esattamente, ad un certo punto, nella mia stanza, mentre lo leggevo, ho sentito
dei rumori assordanti: era le mie cellule di tutto il corpo che si sono
addormentate dalla noia e hanno iniziato a russare. Alcune frasi sono talmente
sdolcinate da essere ovvie, scontate e già sentite in tutte le salse. Ancora
una volta constato che questo genere di romanzi non mi attirano proprio per
nulla. Peccato. La storia è molto carina, originale e semplice, condita con difetti
nello stile e nella forma, con una trama non sviluppata al punto giusto, con
presenze di difetti nei dialoghi resi piatti e noiosi, e se mi allaccio alla
premessa pubblicata nella copertina del libro o in diversi siti ... il mio giudizio è decisamente negativo.
In compenso consiglio il libro perché ho espresso un mio parere
che potrebbe non corrispondere ai gusti di altre persone, e se mi allaccio al
detto “si deve leggere tutto”, concludo il post dicendo “nel mondo esistono diverse Voci e diversi opinioni, è questo il
bello della lettura”.
Scheda del libro
Titolo: Le parole che non ti ho detto
Autore: Nicholas Sparks
Titolo originale: Message in a bottle
Traduttrice: Alessandra Petrelli
Genere: romanzo
Editore: Sperling
Collana: superbestseller del 2004
Pagine: 335
Prezzo di copertina: € 8.40
Scheda del film
Titolo: Le parole che non ti ho detto
Regista: Luis Mandoki
Genere: sentimentale
Anno: 1999
Durata: circa 126 min.
Interpreti: Robin Wright Penn (Theresa Osborne), Kevin Costner
(Garret Blake), Paul Newman (il padre di Garret)
Doppiatori: Pinella Dragani (Theresa), Michele Gammino (Garret),
Cesare Barbetti (il padre di Garret)
P.S. all’inizio del post ho trascritto le prime righe del romanzo.
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