Oh, the
weather outside is frightful
But the
fire is so delightful
Since we’ve
no place to go
Let it snow, let it snow, let it snow
Oh, the
weather outside is frightful
But the
fire is so delightful
Since we’ve
no place to go
Let it snow, let it snow, let it snow
Le lancette del tempo saltano da un’epoca all’altra, tra i giorni nostri e gli anni della Seconda guerra. La trama attraversa forti sentimenti mescolati con la responsabilità, la passione, il dolore e la gioia, in più, c’è un altro elemento ben inquadrato in ogni capitolo: l’incognita di scegliere se condividere le proprie emozioni svelando il passato oppure decidere di tacere. La base della trama sono i colori, per cui ogni oggetto, ogni impulso e ogni emozione si tinge di luce propria o di oscurità, e sono capaci di penetrare e scavare ogni attimo della vita. I colori si espandono e cambiano forma quando la protagonista riceve in dono una valigia strapiena di disegni, perché contengono immagini appartenenti a un passato oscuro.
Con gioia trascrivo queste poche righe nel Taccuino. Come ogni anno, stavo aspettando di leggere il programma, e l'attesa da i suoi frutti. Ritorna la manifestazione podistica
competitiva su strada dedicato al carissimo Amico Giancarlo. Come ogni anno gli
organizzatori sono riusciti a regalarci questa sorpresa. Hanno appena esposto le
locandine con il programma completo “Giancarlo Corre con Noi”. Come
potete pensare la soddisfazione è alle stelle.
Queste sono le Voci da tenere a mente:
la competizione “Giancarlo Corre con Noi” si terrà il 19 dicembre 2021 al Colle S. Michele di Cagliari.
Nei momenti più impensabili, la fortuna sorprendentemente appare senza stimolarla. Una sera, con grande sorpresa, notai la porta aperta di una piccola cappella annessa a un asilo (credo di non averla mai vista aperta), e in questi momenti la curiosità investe ogni cellula. Anche se il tempo libero era risicato, oltrepassai il cancello ed entrai per ammirarla da vicino. Questo anonimo luogo si trova nel centro del Paese, in mezzo al traffico e con Voci e brusii di ogni genere che sbucano da tutti i lati, e nonostante ciò, quel giorno all’interno della cappella primeggiava il silenzio e la calma. La cappella era come l’avevo immaginata, piccola e accogliente, quindi, in questa occasione, l'immaginazione coincise con la realtà .
Eventi irrazionali, paranormali, non appartenetene alla realtà, da gestire senza perdere il controllo se non per curare nel limite del possibile un uomo, il quale a causa di un incidente non ricorda il presente, non riconosce i genitori, la moglie, la figlia, ma soltanto una vita passata. Tutto fa pensare a una malattia grave della mente provocata da un incidente automobilistico, un male inatteso e non curabile dalla medicina tradizionale, e ogni istante è vissuto intensamente senza ottenere un risultato, e la guarigione si allontana sempre di più.
“Nessuno sospetterà di noi, siamo donne. Comportati normalmente, non essere nervosa. Ci servono documenti, rapporti, disegni, diagrammi. Dovremo sempre incontrarci in luoghi pubblici, troppo pericoloso vederci a casa mia. Fai una coppia in più di ogni nuovo documento, non la nascondere, tienila con l’originale finché non potrai consegnarmela. Se vuoi nascondere qualcosa, fallo in bella vista. Sii sempre pronta a improvvisare. Se pensi di essere seguita, entra in un negozio di donne, nessun uomo ti seguirà li dentro”
“No, non dirmi Claudine che cos’era. Io sono la vera Claudine, tutto ciò che pensavo e sentivo è andata in quei libri. Erano me, mia infanzia, mia la memoria, mie le opinioni, ogni cosa. E quando rivivo le ore che ho passato da sola a fare la schiava per te, macinando scene solo per compiacerti, io mi vergogno totalmente di me stessa. In realtà io sapevo, io sapevo, e anche tu sapevi che ero chiamata a farlo. Tu mi hai trovata che non sapevo niente, mi hai plasmata secondo i tuoi disegni, i tuoi desideri, e credevi che non mi sarei mai liberata. Beh, ti sbagli. Claudine ora è morta, l’hai tradita, non c’è più e io sono andata oltre”
Sono passati otto anni da quando ho aperto il Taccuino, il mio piccolo angolo spartano, uno spazio virtuale dove posso annotare alcune Voci da condividere nella blogsfera. Come l’anno scorso, i dodici mesi sono stati influenzati da questo periodo oscuro e super delicato, di conseguenza alcune volte ho trascurato le mie annotazioni concentrandomi prevalentemente su alcuni argomenti, come film da rivedere, alcuni libri e ricette da rispolverare e condividere.
Guarda, cerca,
Corri lontano, vola
Hans il mercante aspetta
lontano, vola
Piccolo uomo Signore del
mondo, vai
La carrozza attende già, non
ti fermare
A cassette sali e va, non
ti voltare
Suona un corno da
cocchiere
Lustra l'abito da Re
È la carrozza di Hans
Strade e strade correrai,
Senza contare
Cieli e cieli finirai
Tu sai volare
Suona un corno da
cocchiere
Lustra l'abito da re
È la carrozza di Hans
Apparentemente il titolo suggerisce più scenari, concretamente è una storia vera (e/o in parte inventata) ambientata tra l’Inghilterra e la Francia durante la Seconda guerra mondiale. La protagonista del romanzo è realmente esistita, un nome nota ai tedeschi, tra la gente comune e tra i partigiani per aver organizzato progetti pericolosi al solo e unico scopo di annientare il nemico e liberare un territorio dall'occupazione nazista. Ogni capitolo racconta più di un’avventura pericolosa, l'incertezza della buona riuscita di ogni singola operazione è in bilico fino alla fine, si gestiscono i classici incidenti di percorso, e più di una volta si riesce a farla franca in modo rocambolesco.
Oggi ricordo l’era degli ultimi classici passaparola musicali, dove le Voci rimbalzavano da una casa all’altra in un tempo interminabile. In un lontano 1991, ancora una volta il passaparola era la radio, e cambiando stazione catturai le prime particelle di un nuovo sound proveniente da Seattle, e queste note, a distanza di trent’anni, sono indimenticabili.
“Il Velo Dipinto” è uno dei post più cliccati di sempre, e in questo momento è il secondo più letto. Controllando la scrivania del blog, ho notato che ci sono due tipi di lettori, nel primo gruppo ci sono tutti quelli che cercano del materiale sul libro di W. Somerset Maugham, mentre nel secondo gruppo includo le persone che vogliono conoscere l’origine del titolo del romanzo. La scheda del romanzo è già stata registrata nel Taccuino, invece ho più volte rinviato la trascrizione delle Voci sull'originale nomignolo.
Non riesco a contare quante volte ho ripetuto a memoria le Voci di questa canzone. Il momento giusto per ascoltare questo pezzo è ogni istante della giornata. Mentre si ascolta, il tempo s’interrompe per essere scanditi dalle note di questo brano. E pur di ascoltare i colpi di basso e di chitarra, ben equilibrati con le Voci del cantante, con facilità s’individuano le giuste scuse, e ogni bugia bianca è ben accettata da chi ci smaschera. Il pezzo è perfetto in ogni parte. È perfetto a distanza di anni. Un’altra canzone che non invecchia col passare del tempo. Di più, si dota di nuova freschezza.
“Sono andata a scegliermi un'eroina che nessuno tranne me potrebbe amare”. Così disse la scrittrice quando parlò del suo romanzo “Emma”. Ma si sbagliava. Sono passati tantissimi anni dalla pubblicazione dei suoi libri e ancora oggi sono tradotti in tutte le lingue, è ancora oggi molte scrittrici e molti scrittori la scopiazzano e adottano il suo stile per elaborare libri e film. In circolazione ci sono diversi libri nostrani che assomigliano alle sue opere, ci sono degli scarabocchi, e tutto fa pensare che abbiano preso ispirazione dai suoi romanzi, e ultimamente si moltiplicano spinoff, derivati, fumetti, per non parlare dei libri che la trasformano in detective stile Sherlock Holmes.
Una canzone degli anni cinquanta super super cantata da vari artisti, uno più quotato dell’altro; però non ricordavo quanti fossero. Ho avuto la conferma: parecchi. Nella mischia, esiste una versione semisconosciuta, forse è stata presa sottogamba, o forse perché, confrontandola con gli altri artisti, la sua popolarità è ancora acerba; però non è corretto definirla in questo modo visto il suo grande successo internazionale. Ascoltando questa nuova versione sento una Voce delicata, potente, una Voce bellissima come in tutti gli altri suoi pezzi. Il punto debole di questa interpretazione? Non separarsi, e sentirla un’altra volta, e poi un’altra volta… un’altra volta.
Decimo appuntamento con la saga di Poldark. Il titolo del romanzo si riferisce a una coppa d’argento trafugata assieme a un sostanzioso bottino ai danni di Warleggan. Nel precedente volume tre personaggi organizzano nei minimi dettagli un operazione che cambia la vita, perché svaligiano una carrozza piena di tioli, oro e denaro liquido, invece, nel decimo romanzo “La coppa dell’amore”, le Voci si riferiscono alla spartizione del bottino con i relativi investimenti e la caccia ai ladri; e qui il signor George Warleggan, con tutto il suo fiuto perfido e malvagio, a un passo dall’arresto dei ladruncoli, dovrà vedersela con la legge della natura.
Non so quanti video musicali siano stati censurati, o quale sia il primissimo, ma ce n'è uno molto molto famoso degli anni ’80; fece scalpore per le immagini. Che cosa accadde esattamente? Mentre un ragazzo stava guardando il video, la madre gridò allo scandalo, perché era un videoclip musicale non adatto ai telespettatori del piccolo schermo, soprattutto quando chi lo guarda è un minore di anni 16. Esattamente, paragonò il videoclip a un film pornografico, perché mostrava seni e natiche ai quattro venti, massaggi, lotte e immagini hard gratuiti. Non ricordo esattamente quali furono i particolari della denuncia, in ogni caso, dopo questa lamentela, furono messi in piedi i primi passi della censura.
Uno degli amigurumi più gettonati da regalare a una neomamma è sicuramente il neonato che gattona. In rete si trovano diversi modelli, uno più simpatico dell’altro, uno più divertente dell’altro. Visto l’alto gradimento del soggetto, per differenziare l’articolo da regalare, ho giocato sulla frase più ricorrente che si pronuncia a un bambino, il detto “I pupi nascono sotto il cavolo”. Così, oltre al neonato, ho creato anche il cavolo con le foglie. Il neonato non l’ho cucito sotto il cavolo, perché il risultato avrebbe depotenziato la struttura del pupazzo, e sarebbe diventato un obbrobrio agli occhi di chi lo guarda, così l’ho appoggiato sopra il cavolo per mimare un pupo che dorme sopra un cavolo. Infine, per un effetto strettamente scenico e per potenziare un po' di più la vivacità dell’amigurumi, ho appoggiato il neonato che dorme sopra il cavolo nell’orto. Questo è il risultato:
Ogni tanto il famoso algoritmo, quello che spia i nostri gusti, elabora elementi non più in voga, perché casualmente è apparsa una famosissima canzone degli anni Ottanta senza cercarla, e in questi momenti si accendono i ricordi. In rete ho fatto delle ricerche per riaccendere la memoria, e oltre alla data di uscita del pezzo ho letto una serie di particolari di un’incredibile carriera.
Il romanzo uscì in libreria negli anni Ottanta, e dopo il grande successo ottenuto con una serie televisiva, recentemente è stato ristampato. La maggior parte dei capitoli racconta la storia di una bambina prodigio, Beth Harmon, nota per essere un’accumulatrice seriale di premi importanti. Il libro si basa prevalentemente su questioni tecniche di altissimo livello sul gioco degli scacchi, e la storia è raccontata con tratti lenti e momenti di alta tensione di tipo psicologico. E la protagonista, partendo dai gradini più bassi, conquista in breve tempo fama, vittorie e sconfitte.
Raramente leggo romanzi per ragazzi, e per questo motivo non ho mai scritto nulla nel Taccuino, e oggi, per la prima volta, ne segnalo uno perché voglio registrare l'argomento trattato e le ambientazioni. Esattamente si parla della didattica nel periodo estivo in un'insolita scuola. Con la chiusura delle scuole molte famiglie inseriscono i loro figli in corsi, campeggi, strutture di ogni genere; c’è l’imbarazzo della scelta. Nel romanzo di Teresa Porcella i protagonisti non si iscrivono in modo passivo a una scuola privata o pubblica, ma lavorano in prima persona gestendola loro in modo attivo lontano dagli sguardi degli adulti. Nella scuola i ragazzi seguono lo schema pedagogico ideato dalla Dottoressa Maria Montessori, la quale è entrata nella storia per aver rivoluzionato il mondo dell’educazione dei più piccoli.
Ho sfruttato il confinamento forzato come un’opportunità al doppio effetto, il primo per allontanare l’essere vivente invisibile all’occhio umano, e il secondo per dare un senso alle giornate innaturali super piatte. Nei mesi tristi del dolce far nulla, col fegato spappolato per non poter vivere liberamente e con la preoccupazione alla massima potenza, ho sfruttato il tempo libero esercitandomi con l’uncinetto per creare un maglione partendo non dai fianchi (quindi dal basso) ma dal collo. In questi mesi ho visto e stravisto una serie di video solo esclusivamente per imparare a realizzare i maglioni top down. Apparentemente lo schema sembra semplice, fino a quando non metti in pratica la lezione in totale solitudine.
. Mai visto un corteo così partire dall’aeroporto. Il caldo era da Messico o Vienna, il sole era forte sul viso, non potevo mettere gli occhiali. Jack stava salutando, e io ho visto un pezzo della sua testa volare via, sembrava color carne, non bianco. Lui mi è piombato in grembo, pezzi di cervello e sangue in grembo. Io ho urlato “Jack, Jack riesci a sentirmi? Jack ti amo. Jack”. E la sua testa era così bella, la sua bocca era bellissima, i suoi occhi erano aperti. Ho tenuto insieme i pezzi della sua testa per tenere tutto dentro. Aveva una meravigliosa espressione sul volto. Lui prima di rispondere a una domanda un secondo prima aveva la stessa testa smarrita. Era morto
Oggi nel Taccuino trascrivo la ricetta di un dolce semplice e coreografico, esternamente appare come una classica torta bicolore, ma quando la tagliamo, al suo interno, si possono notare due colori che si sfiorano senza mai fondersi, perché si formano delle venature paragonabili al manto di una zebra. Questo particolare effetto “zebrato” si ottiene seguendo alcune piccole ingegnosità, semplicemente giocando con due colori alternandoli e posizionandoli nella teglia in un certo modo. L’aspetto estetico dell'interno ci ha permesso di non pensare e ripensare per trovare il nome del dolce, infatti, non è originale e non è difficile da ricordare: il dolce si chiama “torta zebrata”.
Un libro sui forti sentimenti visto dalla parte di chi per errore commette un omicidio, e più di ogni altra cosa è un romanzo sulla vita e sulla rinascita alimentato dai sensi di colpa difficili da estirpare. I protagonisti del romanzo “Il vento non lo puoi fermare” di Elvira Serra, sono delle persone giovani con tutta una vita davanti piena di sogni da realizzare e da costruire. La vittima è una donna sposata con una bimba piccola, la quale si trova al momento sbagliato nel posto sbagliato. L’omicida, il protagonista, è un giovane studente universitario pieno di progetti da realizzare e da materializzare dopo un percorso di studi. Ma la malasorte improvvisamente si presenta una notte al Poeto di Cagliari per distruggere i sogni.
Ritorna l’appuntamento con la saga di Poldark, e col nono volume le storie narrate si riferiscono al 1812 e al 1813. Ancora una volta, una buona fetta della storia si sviluppa in Cornovaglia, e c'è anche un breve spazio per tiepidi riferimenti di tipo geopolitico determinate dai conflitti, come l’evolversi del potere di Napoleone; e quindi le Voci si connettono dall'Inghilterra, dalla Russia, dalla Francia e dalla Spagna, fino ad arrivare col pensiero nei territori americani.
Quando sbagli le proporzioni degli ingredienti e hai il frigo pieno di avanzi. Quando pensi di aver cucinato discretamente, e non ti accorgi di aver cucinato non per poche persone, ma per il banchetto dei "mille di Garibaldi". Questo è il problema. E già, il classico sbaglio culinario, non azzeccare le giuste quantità per un pranzo o una cena trascina infinite serate con la stessa pietanza. E accipicchia, questa situazione accade sempre quando s’incontrano due variabili: quando non azzecchi le quantità, in automatico, all’ultimo momento, c’è sempre qualcuno che salta l’appuntamento del pranzo, così il frigo continua a scoppiare di avanzi. La soluzione immediata è sempre la stessa, mangiare gli avanzi o congelarli, e qua sorge un altro dilemma: perché dobbiamo mangiare eternamente gli avanzi per l’ennesimo giorno se c’è la possibilità di reinventare un nuovo piatto?
Nun me lo dì stanotte
A chi hai
stregato er core
La verità
fa male
Lasciame
sta visione pe’ spera’
Din don,
din don, amore
Cento
campane stanno a dì de no
Ma tu, ma
tu, amore mio
Se m’hai
lasciato ancora nun lo dì
No, nun lo
dì, nun parlà
Sei una
donna o una strega, chissà?
Me resta
‘na speranza, la speranza di quer sì
Din don,
din don, amore
Pure le
streghe m’hanno detto no
Ma tu, ma tu, amore mio
Se m’hai stregato dimmelo de sì
Correva l’anno 1971 quando la RAI trasmise in cinque puntate uno degli sceneggiati più belli e perfetti della tv. Se dico sceneggiato doc degli anni Settanta, ognuno ha in mente un titolo, e tutti, proprio tutti, ripeteranno “Il segno del comando”. Le basi per definirlo un capolavoro ci sono tutti: ottima sceneggiatura, eccellente fotografia, storia accattivante, musica perfetta per ogni scena, una regia che fece scuola, e più di ogni cosa la recitazione perché in un colpo solo c’è la crema DOC del teatro italiano. Il punto di forza dell’intera opera d’arte (io la definisco così) è l’intreccio di una serie di generi, i quali si mescolano, si amalgamano, si toccano e si sfiorano con un tatto geniale, talmente perfetto da mandare in visibilio un’intera nazione paralizzandolo sullo schermo dalla prima fino all’ultima puntata, ripetendo lo stesso risultato ogni volta che la RAI trasmise le repliche.
Uno degli ultimi libri che ho letto è ambientato a Cagliari agli inizi del Novecento, e le Voci sono cariche di rivendicazioni sociali, i borghesi non si mescolano con i popolani, e le differenze di classe sono ben visibili in tutta la città. Una piccola parte della città è rappresentata da benestanti e da inafferrabili potenti perché da generazioni portano un illustre nome, e una grossa fetta della popolazione è costituita da donne e uomini che vivacchiano egregiamente anche se non danarosi, e poi ci sono i lavoratori che non contano nulla e in prima fila ci sono i piciocus de crobi, così si chiamano i bimbi che lavorano come facchini nel mercato.
“Nick e Amy svaniranno, ma del resto non siamo mai esistiti davvero. Nick amava la ragazza che fingevo di essere: la strafica. Gli uomini dicono sempre così, no? Il complimento assoluto è “una strafica”, la strafica è sexy, la strafica è divertente, la strafica non si arrabbia mai col suo uomo, si limita a sorridere rammaricata e amorevole, e poi gli offre la bocca per scopare. Le piace quello che piace a lui, quindi, ovviamente, lui è un patito dei vinili e dei manga sadomaso, ma se lui vuole, lei sarà una sciacquetta che parla di football e mangia ali di pollo al fast food. Quando ho conosciuto Nick Dunne ho capito che voleva una strafica e per lui, lo ammetto, ero disposta a provarci.
Dalle belle città date al nemico
Fuggimmo un dì su per l’aride montagne
Cercando libertà fra rupe e rupe
Contro la schiavitù del sol tradito
Lasciammo case, scuole ed officine
Mutammo in caserme le vecchie cascine
Armammo le mani di bombe e mitraglia
Temprammo il cuore e i muscoli in battaglia
Flash, ah ah. Savior of the universe
Flash, ah ah. He’ll save every one of us
Seemingly there is no
reason for these
Extraordinary
intergalactical upsets
What’s happening
Flash?
Only Doctor Hans Zarkov formerly at NASA
Ming: Mi sto annoiando maledetto mentre … che giocattolo mi proponi
per oggi?
Klytus: Un corpo oscuro nel sistema SK, Vostra maestà. Coloro che vi
abitano lo chiamano “Pianeta Terra”
Ming: Sembra molto tranquillo, ha ha ha ha.
Klytus: Davvero molto efficace Vostra Maestà. Distruggerete il Pianeta
Terra?
Ming: Sì, ma non subito, mi piace giocare un po’ con le cose prima di annientarli. Ha ha ha ha.
Questo è il prezzo che
Questo mondo impone a noi
Di vivere senza certezza alcuna
In bilico nel blu e disperati amanti che
Non hanno mai trovato amore puro
Piegati alle regole del buon mercato
Mi pento mi dolgo per questo peccato
Ma quando respiro mi accorgo che esisto davvero
Una madre parla intensamente col figlio mai nato. In poche pagine, seguiamo delle conversazioni, rivelate in modo familiare e confidenziale, tra una madre e un figlio morto nel grembo materno. Tra i due si sviluppa ogni genere di argomento, si approfondisce ciò che si legge, si discute di tutto estrapolando ogni particolare visto o vissuto, soprattutto si esprimono pareri sulla società moderna e passata. La madre ascolta il figlio e viceversa, ed entrambi mettono a nudo se stessi con tutti i loro segreti e le loro limitazioni. Gli argomenti oggetto delle loro conversazioni sono di diversa natura, in prima fila c’è il rapporto tra un figlio e il proprio genitore, le problematicità della vita, le diversità, e anche i pregi e i difetti, fino a coinvolgere gli altri elementi della famiglia, come i nonni.
Nel lontano 1743, in terra siciliana, la peste semina morte e disperazione, e in un attimo la vita cambia costringendo la popolazione a rinchiudersi nelle loro case per evitare il contagio. Chi può, chi possiede una seconda casa, o un punto d’appoggio, o un amico disposto ad accoglierli, scappa dalla città per salvarsi la pelle. Mentre la peste semina morte e disperazione decimando intere città, due amiche confidano i loro drammi a colpi di penna. Agata e Annuzza sono entrambe scappate dalla propria città per salvarsi dall’epidemia di peste, e con una fitta corrispondenza si confidano e aggiornano lo stato dell’avanzamento dell’epidemia.
Un viaggio estremo alla scoperta di una terra straniera. Un viaggio per gli appassionati di mondi sconosciuti, senza vegetazione, senza alberi, con 2/3 strade, e colmi di due colori, il bianco e il blue. Il bianco è il colore predominante della maggior parte del territorio; il bianco è il colore delle montagne, delle colline, del terreno, dei paesi. Il colore blue è l’altra sfumatura che si confonde o spicca nel bianco, e questa colorazione appartiene all’acqua, ai fiumi e al mare. Ogni angolo è coperto dalla neve e dal ghiaccio, ogni luogo è una fotografia congelata dall’acqua e si evidenzia l’immobilità, e se diamo uno sguardo al mare muta al passare del vento, il quale trascina e sposta il ghiaccio che galleggia da una sponda all’altra.
Una ricetta super veloce da preparare con pochi ingredienti, e ottenere un piatto gustoso per tutti i palati, capace di librare un odore inconfondibile in un piacevole banchetto, o per premiare chi ama le lunghe passeggiate da dedicare alla raccolta degli asparagi. Questa volta nel Taccuino trascrivo la ricetta degli asparagi selvatici al cartoccio, e come ho accennato, la preparazione è semplicissima e non richiede ore e ore di lavoro ai fornelli, al massimo possiamo impiegare del tempo per raccogliere il nostro ingrediente in campagna, normalmente il sabato e la domenica. La parte più delicata della ricetta riguarda la scelta dell’ingrediente principale, e deve essere possibilmente freschissimo e appena raccolto.
“Non posso più ascoltare tacendo, devo parlavi con i mezzi che ho a disposizione. Voi mi trafiggete l’anima, io sono tra l’agonia e la speranza. Non ditemi che è troppo tardi, che questo prezioso sentimento è svanito per sempre. Vi offro di nuovo il mio cuore, vi appartiene ancor più di quanto otto anni e mezzo fa voi quasi me lo spezzaste. Non dite, per carità, che l’uomo dimentica più della donna, che il suo amore è più rapido a morire. Non ho mai amato nessuna all’infuori di voi. Posso essere stato ingiusto, forse debole e offeso, ma incostante mai, solo voi mi avete condotto a Bath, penso e faccio progetti solo per voi. Non ve ne siete accorta? Possibile che non indoviniate i miei desideri? Non avrei atteso neanche questi dieci giorni se avessi conosciuto i vostri sentimenti, devo andare senza conoscere il mio destino, ma tornerò qui o vi seguirò non appena possibile. Una parola, uno sguardo saranno sufficienti a farmi entrare in casa di vostro padre questa sera, o mai più”
In questi giorni ho sperimentato la seconda ricetta della marmellata di limoni. La scorsa volta l’avevo preparata esclusivamente con la polpa, e ora l’esperimentato ha previsto l’utilizzo del limone intero con la buccia e la polpa. Le differenze tra i due risultati si nota sia per il sapore che per il profumo, mentre eliminando la buccia il gusto pungente del limone è lieve, con il limone intero il sapore è decisamente più forte e anche il profumo che diffonde nell’aria ha un’altra consistenza. E tra le due varianti voto a favore dell’uso intero del limone. Preparare la marmellata di limoni è semplicissimo, forse la parte più complessa sta nel prendere i limoni dall’albero, perché la micina spuntava da tutte le parti rallentando la raccolta.
Dal libro al film, dalla letteratura classica inglese alla pellicola. Il libro “Emma” di Jane Auste è stato preso in prestito diverse volte dal mondo del cinema, oltre ad aver confezionato anche altrettanti rifacimenti per il piccolo schermo. Tra tutte le pellicole esistenti ricordo con piacere il film del regista Douglas McGrath, e ricordo un cast stellare con alcuni attori semisconosciuti per poi diventare familiari a tutti gli effetti. Premettendo che non si può paragonare con leggerezza i libri della letteratura classica con film e miniserie per la tv, e che non ho visto l’ultima trasposizione del 2020, tra tutte le pellicole presenti nel mercato includo la pellicola del 1996 come quella che ha ottenuto un buon risultato con ottime ambientazioni.
Tracciare le ambientazioni e descrivere i personaggi di un romanzo storico può richiedere più tempo del previsto. Lo scorso mese ho letto "I leoni di Sicilia", e a distanza di un mese non riesco a inserire un post con un minimo d’informazione sul romanzo, perché la trama è più complessa del solito, in più, se sommo le mille recensioni positive, con un’imminente uscita dello sceneggiato in tv, trovare le parole giuste è un lavoro in salita. Per esprimere al meglio la complessità del riassunto immaginiamo una serie di elementi storici reali fusi in un opera narrativa. E nota bene nel Taccuino, l'elenco degli elementi da immaginare per chi non conosce il libro non è finito.
“Donne in eccedenza”, così sono descritte le donne nubili degli anni Trenta, un appellativo offensivo sorto quando la grande guerra spazzò un’intera generazione di uomini, lasciando così molte donne sole e da maritare. E se la società non accetta una donna sola, accogliendola se non con titoli denigratori, Violet riscatta la sua libertà lasciando la casa di origine di Southampton per trasferirsi a Winchester, e qui lontana dalla sua famiglia e dagli amici si adatta e crea una nuova vita piena di sacrifici e con la voglia di emergere. E per ovvie ragioni, la protagonista del romanzo riesce a sconvolgere quest’epiteto, dimostrando di essere libera interiormente e piena di progetti.
A dire il vero dovrei intitolare il post “Due piccioni con una fava” perché con lo stesso limone ho preparato due cosette. In primis ho tolto la buccia per metterlo a bagno con l’alcool per il limoncello, e con la polpa ho deciso di sperimentare la marmellata. Sì, lo so, la marmellata di limoni si prepara utilizzando tutto il limone, compreso la buccia, ma se dovevo intitolare il post “Due piccioni con una fava” si possono mettere nel congelatore le svariate lamentele? Scherzi a parte, sono più che scusata, perché esistono due tipi di ricette, una con la buccia e l’altra senza. Normalmente le persone che non tollerano il sapore aspro del limone tendono a eliminare la preziosa buccia, anche se si ottiene un risultato poco appagante per il palato con un gusto decisamente sciapido. Quindi, dopo questa breve spiegazione sulla buccia non buccia, inizio a trascrivere nel Taccuino la ricetta della marmellata di limoni senza la buccia.
La storia abbraccia due periodi temporali, il presente della quattordicenne Adelina, e il passato di zia Amalia, ed entrambi gli intervalli si congiungono in un unico romanzo senza appesantire la lettura. Capitolo dopo capitolo conosciamo due realtà contrapposte che si legano reciprocamente, una bimba respira avventure appartenenti al presente e per rimbalzo quella del passato della zia, e in sintonia c’è quella di una donna adulta che sta tra i due intervalli. I due piani su cui si appoggia il romanzo determinano la forza dell’intera opera, e come un incanto assaporiamo due modi di pensare e di vivere la realtà.
Hey little sister, what
have you done?
Hey little
sister, who’s the only one?
Hey little sister,
who’s your Superman?
Hey little sister,
who’s the one you want?
Hey little sister, shotgun
La colonna portante de “La signora del martedì” di Massimo Carlotto è alimentato da una insieme di elementi: il sentimento, l’amore, l’emarginazione, la competizione, la voglia di sopravvivere in un mondo che giudica il più debole, la voglia di esserci come persona sincera e genuina e per questo motivo ostacolata da secolari pregiudizi. Lo scoop è un altro elemento, o meglio la ricerca di una notizia delicata e non confermata da pubblicare, anche a costo di danneggiare fisicamente e moralmente una persona, la cui unica colpa è l’essere un venditore e un compratore fuori dal comune in una vita colma di spiacevoli inconvenienti. Per cui, la falsità e la verità sono attraversati da un unico filo manovrabile e pronto per spezzare la già precaria vita di persone che vivono ai margini della società. Un altro punto della storia è la competizione, come l’invecchiamento, il declino fisico di un lavoratore, il quale non più in grado di offrire le proprie maestranze, e pertanto sostituito da chi è in grado di offrire freschezza, lotta per sopravvivere in una società che lo pela e lo nasconde.
Da diversi anni volevo leggere il libro "Zia Mame" di Patrick Dennis, e come accade quando si parla troppo dello stesso romanzo in tutti gli angoli e in tutte le salse di proposito si rinvia la lettura, fino a quando l’ho preso in prestito e divorato in poco tempo. Il rinvio si è verificato per la seconda volta quando dovevo scrivere il post, perché il sesto senso mi sussurrava che avrei aggiunto particolari stra conosciuti e già presi in considerazione da altri lettori; e quindi, via ogni particolare e nessun sinossi del romanzo in quest’angolo virtuale. Ogni lettore ha una visione che la distingue dall’altro, e con "Zia Mame" siamo tutti d’accordo: è un romanzo spassoso, frizzante, divertente e fuori dal comune, e da leggere assolutamente per ravvivare le giornate.
Una serata da riempire, si sceglie un film stile noir, si caricano le batterie, e si ritorna alla vita quotidiana. “I due volti di gennaio” è il classico film da vedere in queste serate, per poi assimilare i particolari in un altro momento. Si potrebbe abbozzare la narrazione della pellicola iniziando dai tre personaggi, lui, lei e l’altro, in sintesi una coppia di sposini e una guida turistica, apparentemente distanti e accomunate da uno stesso destino. La storia è raccontata lentamente, si presentano i personaggi lasciando un po’ d’ambiguità per poi mostrare il lato oscuro con le azioni e i dialoghi, e le ambientazioni hanno un colore chiaro e splendente capace di tinteggiare e abbellire il dubbio.
Il Carnevale è una delle feste più divertenti, e anche se quest’anno non possiamo organizzare nessuna manifestazione pubblica o privata, sicuramente nessun Decreto ha posto i sigilli nelle nostre cucine. Perciò, se ogni celebrazione è chiusa per Decreto già sul nascere, nelle nostre case la cucina ha lavorato a pieno regime, e tra Zeppole, Fatti Fritti, Chiacchiere, e ogni altro tipo di piatto succulento, ognuno in privato ha cucinato qualcosina o ha delegato qualcuno per recuperarli. L’anno scorso il mio ricettario dedicato al Carnevale si è arricchito di un’altra ricetta, i Crostoli, un dolce fritto che assomiglia tantissimo alle Chiacchiere. La ricetta non l’ho recuperata in rete, ma l'ho avuta di prima mano da una carissima compaesana dopo che li ha cucinati in diretta quando la parola "pandemia" non era ancora entrata nel nostro vocabolario quotidiano, e in un baleno ha ammaliato tutti gli assaggiatori. Il successo della sorpresa è stato talmente enorme da svelare “obbligatoriamente” la ricetta con tutti gli ingredienti e con tutti i passaggi. I Crostoli sono molto semplici da preparare, la difficoltà è pari al minimo come il tempo di cottura, e siccome nel mio piccolo mondo hanno raggiunto la notorietà, e in più di un’occasione li ho sperimentai, oggi trascrivo la ricetta nel Taccuino.
Now there’s a girl about town
I’d like to know
I’d like to slip away with you
And if you said you love me
How could I mind?
Is there another side to everything you
do?
Take in the country air
You’ll never win
.Chi bussa alla porta?
.Sua Altezza Imperiale il Principe ereditario d’Austria, Principe
reale di Ungheria e Boemia, Lombardia e Venezia, di Dalmazia, Croazia,
Slavonia, Galizia, Lodomeria e di Liria, Cavaliere dell’ordine del Toson d’oro,
Ispettore generale della fanteria imperiale, l’Arciduca Rudolf di Asburgo
.Noi non lo conosciamo
.Chi bussa alla porta?
.L’Arciduca Rudolf di Asburgo
.Noi non lo conosciamo
.Chi bussa alla porta?
.Rudolf, un povero peccatore
L’aereo di Overgård precipita nel circolo polare artico, e in attesa dei soccorsi, in totale isolamento, lontano da un centro abitato e da tutto e da tutti, lo sconosciuto pilota cerca con tutti i mezzi di sopravvivere nella terra inospitale. Il circolo polare artico sarà la sua nuova dimora per molti giorni, e dovrà lottare a mani nude e con poche attrezzature contro il freddo e contro le estreme condizioni atmosferiche tipiche di quel territorio. Di Overgård non traspare nulla, non conosciamo il suo passato, non si svela il suo lavoro, non conosciamo le cause dell’incidente e le condizioni dell’aereo, e il nostro unico appiglio è il suo giubbotto con cui sono state attaccate delle targhette. Di Overgård abbiamo una certezza: è un uomo intelligente e determinato, non è uno sprovveduto, conosce le tecniche di sopravvivenza, è ingegnoso, e nel caso in cui arrivino i soccorsi lascia una traccia in ogni spostamento per marcare la sua presenza.
Only came outside to watch night fall
with the rain
I heard you making patterns rhyme like
Some new romantic looking for the tv
sound
I’ll see you’re right some other time
love
Look now look all around there’s no sign
of life
Voices another sound can you hear me now
this is planet earth
You’re looking at planet earth
Bop bop bop bop bop bop bop bop this is planet earth
Look up here, I’m in heaven
I’ve got scars that can’t be seen
I’ve got drama, can’t be stolen
Everybody knows me now
Look up here, man, I’m in danger
I’ve got nothing left to lose
I’m so high it makes my brain whirl
Elena Rossini ha un raro dono, quello di avere un perfetto olfatto, il cui principale e automatico effetto le ha consentito di creare dei profumi speciali adattandoli in base alla personalità dei suoi clienti. A Parigi la sua profumeria è molto popolare ed è diventata una garanzia di ottima qualità, e per ogni cliente sa che otterrà un’essenza perfetta. Per Elena creare profumi è uno stile di vita iniziata quand’era piccina, e la sua grandiosità è parte essenziale della sua natura ereditata dai familiari, in primis grazie ai consigli e agli insegnamenti ricevuti dalla nonna.
“Comunque, per farla breve, ho deciso di suicidarmi. Il problema col suicidio, però, è che non puoi farla breve, perché è la storia lunga che interessa alla gente, soprattutto la mia, perché io ero, e disgraziatamente ancora sono me, fino a oggi. Ah, perdonatemi, nel caso lo sapeste già. Ma io sono Martin Sharp, l’uomo che aveva tutto, la moglie, due figlie, tre cani, e almeno quattro People Choise Awards, oltre a cinque mattine a settimana nel più importante programma televisivo inglese. Ah, stavano perfino per offrirmi lunedì liberi. Fin qui tutto bene. Avevo raggiunto la mezza età indenne, e avevo qualche soldo in banca, finché non incontrai Susy Jenkins alla presentazione di una crema idratante da uomo. In mia difesa, Vostro Onore posso dire che sembrava che avesse 25 anni, ma non li aveva, finché nell’ordine comportò tabloid scatenanti, una pena detentiva breve, divorzio, discredito, rovina. La notte di capodanno dovrebbe essere una pausa per riprendere fiato, un punto e virgola. Beh, io ero arrivato al punto e basta. Sul serio. Perché mai non avrei dovuto desiderare di buttarmi giù da un palazzo?”
Ho imparato a rispettare le idee altrui,
A capire prima di discutere,
A discutere prima di condannare.
(Citazione di Norberto Bobbio)