Non so se vi è
mai capitato di ascoltare alla radio una nuova canzone e di riconoscere il gruppo
musicale dalle primissime note. La contentezza di ritrovare i tuoi begnamini
sale alle stelle solo per una manciata di minuti, fino a quando un presentatore
incompetente, in modo sbrigativo, senza aggiungere altri particolari, li
presenta con un altro nome sgonfiando in un colpo solo le tue certezze
restando ammutoliti per il resto della mattinata. Anche quando non c’era la
rete, quando le notizie rimbalzavano da una casa all’altra con sistemi
impensabili nel mondo attuale, e anche quando riponiamo nel cassetto le comodità
della rete si ottiene ciò che si vuole: la certezza di non aver perso il sesto senso. Il gruppo musicale aveva scelto di ritornare dopo una lunga pausa in
forma anonima con un nuovo progetto, e poiché è impensabile presentarsi come
nuova formazione se non si riesce a mimetizzarsi, una buona fetta del pubblico li aveva
riconosciuti: Sylvian, Jansen, Karn e Barbieri, avevano scelto di esibirsi non
con il proprio nome ma con un nuovo marchio. I Japan sono ritornati, così si diceva, ma li
chiameremo Rain Tree Crow. Impossibile, il progetto sarà pure nuovo, ma è
impensabile chiamarli con un altro appellativo, così ci ha pensato l’aspetto
commerciale inferiore alle stime e alle aspettative ad abbandonare il nuovo nomignolo;
e mentre il progetto Rain Tree Crow è caduto nel dimenticatoio tutti, almeno
gli appassionati del gruppo, li menzioniamo sempre come i Japan.
Benvenuti nel mio salotto virtuale, un luogo dove posso condividere le mie passioni con chi passa da qui. Si parla di piccole chicche quotidiane, di curiosità lontane e vicine, di storie locali e non solo. Mettetevi comodi e partiamo per un lungo viaggio.
venerdì 23 febbraio 2018
lunedì 12 febbraio 2018
Resurrezione di Lev Tolstoj
Esaminare, commentare e dare un giudizio finale ad un romanzo
scritto da uno degli autori più influenti della letteratura russa può essere imbarazzante, può creare forti disagi, e può anche risultare eccessivamente laborioso senza raggiungere
quel giusto equilibrio di sintesi previsto in tali tipi di incarichi. Questi
ostacoli sono ancora più amplificati se si vuole sfoggiare un piccolo riassunto
in un semplice post di poche righe perché si otterrebbe una pesantezza sia nella forma
che nel linguaggio, e per il gran numero di personaggi presenti in circa seicento pagine, per l’ambientazione, per le lotte interiori, politiche,
economiche e sociali, io lascerei questo difficile compito agi esperti in letteratura
russa.
Il libro oggetto del mio interesse si intitola “Resurrezione” ed è stato
scritto dal Lev Tolstoj, uno dei più grandi della letteratura mondiale, e se
l’elaborato non ha la stessa rilevanza degli altri suoi scritti, per la vastità
degli argomenti presi in considerazione non è di semplice lettura.
giovedì 1 febbraio 2018
I demoni del deserto
Alle 5:28 minuti del 5 dey 1383, secondo il calendario iraniano,
che corrisponde al 26 dicembre 2003 del calendario gregoriano,
in un giorno di festa e di preghiera, un terremoto
spazza via un’intera città, la città di Bam. Tra i pochi sopravvissuti alla calamità naturale c’è un insegnante Agha
Soltani e sua nipote Hakimè, e per ricostruire una nuova vita lontani dalla città
natia ormai distrutta dal terremoto, scappano e intraprendono un lungo viaggio in solitudine e a piedi verso il sud del paese
e verso il mare.
Durante il tragitto, il nonno Agha si rende conto che non è in
grado di capire i comportamenti della nipote, si rende conto che non è come
tutte le altre sue coetanee, non gioca come loro e non parla come tutti i
bambini perché vive un mondo tutto suo inaccessibile agli altri: Hakimè è una
bimba silenziosa, la piccola è autistica.
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