“Le impressionanti analogie tra la moderna anoressia nervosa e il
processo di santità di tante figure d’eccezione da Chiara d’Assisi a Caterina
da Siena da Francesca Romana a Veronica Giuliani in un affascinante racconto”
È l’introduzione
del libro “La Santa Anoressia” di Rudolph M. Bell, pubblicata direttamente nella copertina. Prima di iniziare il viaggio percorso dallo scrittore, è
d’obbligo avvisare il lettore che il contenuto non è indirizzato esclusivamente
ai religiosi o alle persone non credenti: la religione o
l’appartenenza ad un credo non è lo scopo del saggio.
Bell, studiando il
comportamento di alcune donne e partendo dal significato del digiuno nel
medioevo fino ai giorni nostri, mette in evidenza il problema dell’anoressia
nei vari periodi storici, inoltre mette in relazione il disturbo alimentare
legandolo alla cultura nel periodo in cui si sta vivendo, e quindi per ogni
periodo storico nota un mutamento nella giustificazione e nella percezione del
digiuno. Mentre nell’anoressia “moderna” si guarda l’aspetto fisico e la
magrezza come sinonimo di bellezza, in altri periodi storici il digiuno era
visto come un conflitto tra il mondo esterno e il disagio interiore, tra ciò
che non appare e la consuetudine dei costumi in ambienti culturalmente chiusi
al mondo femminile, dove non si potevano esprimere concetti come, ad esempio, l’autonomia
femminile.