“Il libro era spesso e nero e coperto di polvere. La copertina era incurvata e grinzosa; doveva essere stato maltrattato, ai suoi tempi. La costola non c’era più, o meglio sporgeva tra i fogli come un segnalibro voluminoso. Un nastro bianco sporco, legato con un bel fiocco, avvolgeva più volte il volume. Il bibliotecario lo porse a Roland Michell, che lo aspettava seduto nella sal di lettura della London Library. Il libro era stato prelevato dallo scaffale protetto n. 5, in cui era normalmente custodito tra le Pranks of Priapus e the Graecian Way of Love. Erano le dieci del mattino di un giorno di settembre del 1986. Roland sedeva al tavolo singolo che prediligeva, nascosto da una colonna quadrata che tuttavia non gli impediva di vedere l’orologio sopra il caminetto”
martedì 11 agosto 2020
Un santuario nuragico
Controllando la cartella delle foto, mi sono resa conto di non aver ancora trascritto nel Taccuino le Voci provenienti da uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna, un sito super visitato dalle scolaresche, e un luogo piacevole da rivedere in età adulta quando la scuola è un ricordo. Oggi pubblico alcune immagini del santuario nuragico di S. Vittoria di Serri. L’immensità del sito riguarda ciò che si vede, e quindi ciò che è stato recuperato con gli scavi, e ciò che ancora deve essere portato alla luce. Nel libro della serie “Sardegna archeologica, guida e itinerari, n. 7”, dedicato al reperto archeologico, si legge “Il villaggio santuario di S. Vittoria si estende per circa tre ettari e mezzo alla estremità sud occidentale della Giara (…) Il santuario si compone di quattro gruppi principali di edifici: quello dei templi (a pozzo ed “ipetrale”) con la capanna del sacerdote e gli annessi, quello del Recinto delle Feste dove i pellegrini vivevano il momento della festa, del cibo e del riposo, il gruppo del recinto del “doppio betilo” e quello di ESE (entrambi questi gruppi di edifici parrebbero legati all'insediamento stabile). A parte stanno la “Capanna del Capo”, la “Curia” ed alcuni altri ambienti appartati”
Al Ard Doc Film Festival 2020
Ritorna l’appuntamento annuale del Festival del Cinema Sardo e Palestinese, Al Ard Doc Film Festival, e rinvio dopo rinvio ritorna eccezionalmente in estate. Normalmente il Festival si svolge nel mese di marzo, e quest’anno è stato spostato nel mese di agosto a causa della pandemia che ci ha colpito improvvisamente. Il Festival del Cinema Documentario Arabo e Palestinese sardo è un’opportunità che ci offre tutti gli anni l'Associazione Amicizia Sardegna Palestina di Cagliari, e quest'anno Al Ard ha raggiunto la XVII edizione.
Dopo Ferragosto, per alcuni giorni passiamo dei bei momenti in compagnia di tanti registi internazionali, e gli appassionati della celluloide possono scoprire film e documentari mai visti, e un altro punto di forza del Festival sono le mostre e i dibattiti sulla situazione arabo e palestinese.
In questi giorni sono state comunicate le date, gli orari, il luogo e la lista ufficiale dei film in concorso e fuori concorso: Al Ard Doc Film Festival, XVII edizione, si svolgerà dal 17 al 22 agosto 2020 presso il Centro Artistico e Culturale Il Lazzaretto di Cagliari.