“Ho visto Lila per
l’ultima volta cinque anni fa, nell’inverno del 2005. Stavamo passeggiando di
buon mattino lungo lo stradone e, come ormai da anni, non riuscivamo a sentirci
a nostro agio. Parlavo solo io, mi ricordo: lei canterellava, salutava gente
che nemmeno rispondeva, le rare volte che mi interrompeva pronunciava solo
frasi esclamative, senza un nesso evidente con ciò che dicevo. Erano successe
negli anni troppe cose brutte, alcune orribili, e per ritrovare la via della
confidenza avremmo dovuto dirci pensieri segreti, ma io non avevo la forza di
trovare le parole e lei, che forse la forza ce l’aveva, non ne aveva voglia,
non ne vedeva l’utilità. Le volevo comunque molto bene e quando venivo a Napoli
cercavo sempre di incontrarla, anche se, devo dire, ne avevo un po’ paura. Era
cambiata molto”
Benvenuti nel mio salotto virtuale, un luogo dove posso condividere le mie passioni con chi passa da qui. Si parla di piccole chicche quotidiane, di curiosità lontane e vicine, di storie locali e non solo. Mettetevi comodi e partiamo per un lungo viaggio.
domenica 23 febbraio 2020
Vita tranquilla
Boys, now the times are changing
The going could get rough
Boys, would that ever cross your mind
Boys, are you contemplating
Moving out somewhere
Boys, will you ever find the time?
Here we are stranded
Somehow it seems the same, beware
Here comes the quiet life again?
Boys, now the country’s only miles away
from here
Boys, do you recognize the signs?
Boys, when those driving hands push
against the tracks
Boys, it’s too late to wonder why
Here we are stranded
Somehow it seems the same, beware
Here comes the quiet life again?
As you turn to leave
Never looking back
Will you think of me?
Will you ever, could it ever stop?
sabato 15 febbraio 2020
A scuola di Zeppole
Non c’è nulla da fare … per mettere in pratica i segreti
culinari ci vuole l’aiutino dell’insegnante. Dopo aver constatato che alcune di
noi (“noi” inteso come allieve del corso di cucina) non siamo in grado di
lavorare l’impasto di uno dei dolci più complessi e diffusi del carnevale sardo, se non come
assistenti, tra un messaggio e l’altro, una chiacchierata e l’altra abbiamo
fissato un giorno da dedicare alle mitiche zeppole.
La lezione è stata molto utile sotto tutti i punti di vista: per quattro ore abbiamo seguito passo dopo passo le spiegazioni dell’insegnante assieme a un’assistente speciale. Una donna di ottanta anni ha accettato di condividere con noi la lezione, e i suoi gesti e i suoi preziosi consigli hanno tamponato i dubbi, quello di lavorare l’impasto delle zeppole con le nostre mani senza l’aiutino dell’impastatrice.
La lezione è stata molto utile sotto tutti i punti di vista: per quattro ore abbiamo seguito passo dopo passo le spiegazioni dell’insegnante assieme a un’assistente speciale. Una donna di ottanta anni ha accettato di condividere con noi la lezione, e i suoi gesti e i suoi preziosi consigli hanno tamponato i dubbi, quello di lavorare l’impasto delle zeppole con le nostre mani senza l’aiutino dell’impastatrice.
lunedì 3 febbraio 2020
Un film così così
“Ci sono 239 passeggeri a bordo, 83 israeliani. Legalmente è
un problema dei francesi, la compagnia è la loro, come quasi tutti i
passeggeri. Se è un dirottamento, assicuriamoci che la stampa la capisca”
“Posso chiamare gli editori”
“È un dirottamento, hanno la chiara intenzione di sfidarci. Lo
fanno sempre. Primo Ministro, questo è un nostro problema”
“Vuoi dire un mio problema”
sabato 1 febbraio 2020
Storia del nuovo cognome
“Nella primavera del 1966 Lila, in uno stato di grande agitazione, mi
affidò una scatola di metallo che conteneva otto quaderni. Disse che non poteva
più tenerli in casa, temeva che il marito li leggesse. Portai via la scatola
senza fare commenti, a parte qualche accenno ironico al troppo spago che le
aveva stretto intorno. In quella fase i nostri rapporti erano pessimi, ma
pareva che li considerassi tali solo io. Lei, le rare volte che ci vedevamo, non manifestava nessun imbarazzo, era
affettuosa, mai che le sfuggisse una parola ostile. Quando mi chiese di giurare
che non avrei aperto la scatola per nessun motivo, giurai. Ma appena in treno
sciolsi lo spago, tirai fuori i quaderni, cominciai a leggerli. Non era un
diario, anche se figuravano dettagliati resoconti di fatti della sua vita a
partire dalla fine delle elementari. Pareva piuttosto la traccia di una
cocciuta autodisciplina alla scrittura”
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