Oggi trascrivo una ricetta tipica della tradizione sarda, incluso nei ricettari con nomi differenti, in alcune zone si chiama Mustazzeddu e in altre sa Prazzira (entrambi scritti con una o due “z”). È un piatto povero del mondo contadino, e col passare del tempo si è arricchito con nuovi ingredienti, senza perdere la fragranza e il gusto. Questa ricetta l’ho sempre conosciuta nel sud della Sardegna, e mi è sempre stato spiegato che si cucinava prevalentemente quando si panificava prendendo una piccola porzione dell’impasto preparato per il pane, per poi imbottirlo con ingredienti semplici e genuini.
L’impasto è fatto con pochi ingredienti facili da reperire e ben presenti in tutte le case, e se sottolineo che si aggiungono dei pomodori con un po’ di olio di oliva per poi infornarlo nel forno a legna, molti lo paragonano a una focaccia o a una semplice pizza, anche se la lavorazione e il risultato sono totalmente diversi.
L’aspetto è paragonabile a una sorta di sacchetto aperto, al cui interno ci sono generalmente i pomodori con olio e basilico, in altri casi si aggiungono le patate, e nella versione recente con altre verdure; ma il classico è sempre con i pomodorini. Cucinarlo è molto semplice, però c’è un difettuccio, perché è un lievitato, pertanto non si può improvvisare e preparare all’ultimo momento.
Negli ultimi tempi ogni tanto la preparo con i pomodori, patate e cipolle rosolate, e il risultato è sorprendente e grazia il palato.
Non è
necessario indicare precisamente le dosi degli ingredienti, si può
tranquillamente preparare pensando alla consistenza dell’impasto del pane o della focaccia, e ogni massaia adotta la propria ricetta.
A questo punto … allacciate il grembiule perché si prepara su Mustazeddu o sa Prazida.
Ingredienti:
semola rimacinata
olio d’oliva
lievito madre
sale
pomodori
basilico
patate bollite (facoltativo)
cipolla rosolata (facoltativo)
Impastare la semola, il lievito
madre, l’olio, l’acqua e per ultimo il sale (lontano dal lievito) fino a
formare un panetto, e lasciare lievitare.
Tagliare a dadini le patate
bollite, i pomodori crudi, e versarli in un contenitore, aggiungere il basilico
tagliato grossolanamente con un po’ di olio d’oliva e sale, e mischiare gli
ingredienti con un cucchiaio. A parte, in un'altra casseruola, soffriggere leggermente
la cipolla con l’olio d’oliva, e spegnere la fiamma prima che diventi dorata.
Una volta lievitato, l’impasto si
divide in un paio di panetti della stessa grandezza (secondo alcune scuole di
pensiero si dovrebbero far riposare e lievitare un’altra volta) e si stendono
col mattarello fino a ottenere dei dischi non sottili. Al centro, mettere gli ingredienti
precedentemente preparati, quindi il preparato con le patate e i pomodorini
eliminando il succhetto che si è formato, e poi le cipolle rosolate. A questo
punto si devono ricavare dei sacchettini sollevando i lembi di pasta verso il centro
dando dei pizzicotti per sigillare le pieghe, stando attenti a non chiudere
completamente la cima perché si deve lasciare un’apertura al centro. Adagiare i Mustazeddu su una teglia foderata con la carta da forno, distanziandoli l’uno
dagli altri, e spennellarli con un po’ di olio d’oliva. Infornare a 180°/200
(dipende dal forno) per circa 30 minuti fino a quando la pasta sarà dorata.
Sfornare e servire a piacimento caldi o tiepidi … e sono ottimi anche freddi.
Mi affascinano molto queste ricette della tradizione, grazie!!!!!
RispondiEliminaGrazie a te per la visita. Buon proseguimento di giornata.
EliminaCiao Innassia, pur essendo sarda credo di non aver mai mangiato su Mustazeddu... Sembra davvero buono.
RispondiEliminaUn saluto 😘
Se ti piacciono i lievitati, stile focaccia, te lo consiglio.
EliminaBuona scoperta. Ciao.