Il personaggio principale è uno psicologo infantile, e la sua specializzazione consiste nel far emergere i ricordi seppelliti nella mente dei bambini con una tecnica particolare: l’ipnosi. Il Dott. Pietro Gerber è un professionista della mente infantile, e abitualmente collabora con i Tribunali dei minori per risolvere casi delicatissimi in cui sono coinvolti i piccoli pazienti. La sua specialità, appunto l’ipnosi infantile, è perfetta e in poco tempo cattura l’attenzione dei bimbi riuscendo a risolvere casi eclatanti, tanto da soprannominarlo “l’addormentatore di bambini”. Per Gerber, l’ipnosi è un’ottima tecnica perché consente di arrivare nel profondo inconscio dei bimbi, capace di sollecitarli per rivelare verità nascoste nella mente, e quindi permette di guarirli per sempre da traumi difficili da identificare nel breve e lungo periodo e ardui da estirpare.
Un giorno, Pietro Gerber riceve
una telefonata da una collega australiana per discutere di uno strano caso che
riguarda una sua paziente di nome Hanna Hall; la dottoressa in poche battute le
confida che ha bisogno del suo aiuto per districare un caso unico e difficile
che può risolvere solo lui. Quella telefonata inculca in Pietro una serie di
perplessità, perché Hanna è una donna adulta; ci pensa, e decide di fissare un
appuntamento con la nuova misteriosa paziente.
Strato dopo strato, s’inizia a comporre
la psiche della paziente, e si scoperchia un passato fatto di luoghi sempre
diversi, di genitori che cambiano in continuazione la dimora lontano da sguardi
indiscreti obbligando Hanna a non instaurare rapporti con gli estranei perché
stanno scappando. Il cambio della dimora comporta anche la modifica dei nomi,
una volta si chiamano in un modo e poi in un altro, con nomi sempre diversi; il
reale nome è incerto, e a un colloquio la paziente si presenta così: Sono Biancaneve, Aurora, Cenerentola, Bella,
ShahrazadI.
Si scopre che Hanna deve
rigorosamente seguire le regole impartite dai genitori, tra i quali: gli
estranei sono il pericolo; non dire mai il tuo nome agli estranei; se un
estraneo ti chiama per nome devi scappare; non avvicinarti agli estranei e non
farti avvicinare da loro; fidati soltanto di mamma e papà. Hanna tenta di ricordare
questi luoghi con una mente oscura, e la Casa delle Voci stimola le ricerche e
le riflessioni.
Vari interrogativi appaiono in
diversi contesti, inizialmente con le regole rigide, e poi quando leggiamo che
i genitori di Hanna le avevano legato un campanello alla caviglia perché i
morti potevano riprenderla dalla terra, o quando durante un incendio la madre
le fa bere l’acqua della dimenticanza, o quando sappiamo che quando scappavano
da un luogo all’altro trasportavano una cassa di legno con il corpo del
fratellino morto in circostanze poco chiare.
Alcune domande appaiono prive di
risposte, e per comprendere il significato di ogni nuovo tassello è necessario
arrivare fino in fondo delle indagini ribaltando in un colpo solo le certezze
acquisite.
Hanna è una paziente misteriosa,
potrebbe mentire, recitare una parte o essere affetta dalla doppia personalità,
o peggio essere una manipolatrice; ogni dubbio è lecito.
Lo studio della paziente Hanna trascina
Gerber in un mondo che aveva dimenticato tanto da investire in pieno la sfera
privata, diradando la trama su più orizzonti.
Una volta che Gerber ci trascina
fino alla fine, sbrogliando il privato e la sua missione lavorativa, quando
ormai stanno per ultimare i capitoli, mi assale un pensiero: c’ero quasi arrivata.
La casa delle Voci di Donati
Carrisi è un thriller psicologico che si dovrebbe leggere tutto d’un fiato, ma
che la quotidianità ci impedisce di terminarlo in poche ore. Ogni sospetto,
ogni Voce e ogni ricordo, trasforma il thriller in un miscuglio di generi
sempre più fitti di dubbi, per cui si incrociano il paranormale, il mistero;
tutti enigmi che rimbalzano nella psiche di pochi personaggi. Le domande che si materializzano durante la
lettura sono varie, come ad esempio, nasce spontaneo l’interrogativo del perché
un professionista stimato, specializzato in un ramo, decida di applicare le
proprie competenze in pazienti che non vorrebbe o potrebbe seguire.
Gli ingranaggi dei tasselli
inizialmente sono senza risposte, la trama è cupa, con capitoli brevi e lenti, e
se la storia è cupa fino alla fine e difficile da districare, all’improvviso il
finale accelera in poche righe per risolvere il mistero in una manciata di
battute. Quando la storia sta per giungere alla fine, si nota che lo scrittore
aveva inserito tutti gli elementi per trovare autonomamente la soluzione dei
misteri, per cui, si dovrebbero fiutare nella nostra mente prima di vedere la
Voce “fine”; all’incirca a metà libro.
Scheda del libro:
Titolo: La casa delle Voci
Scrittore: Donato Carrisi
Casa editrice: Tea
Genere: thriller
Pagine: 400
Anno: 2019
Prezzo di copertina: € 5,00
P.S. 'La casa delle Voci' è il primo libro che avevo letto di Donato Carrisi, e come capita quando il tempo libero è risicato, non l'avevo ancora recensito. Oggi lo posso spuntare dall'elenco delle Voci da trascrivere nel Taccuino.
Carrisi è per me una garanzia. Amo i suoi romanzi ricchi di suspense che coinvolgono il lettore. Il lato oscuro della psiche umana intriga sempre e la tua ottima recensione esprime al meglio i lati positivi del romanzo. Un saluto :)
RispondiEliminaCiao. Per me è la prima esperienza con Carrisi. Ha la capacità di incollarti alle pagine, e i personaggi come le ambientazioni sono ben costruiti. Grazie del commento. Alla prossima...
EliminaNon ho mai letto i romanzi di Donato Carrisi, spero di poterlo fare al più presto.
RispondiEliminaBella recensione, un saluto 😘
Scrive benissimo, non è banale e la lettura non è passiva, perché ti coinvolge tanto da seguire le piste assieme ai protagonisti. Te lo consiglio. Ciao.
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