. Si è laureata
come prima della classe Law Review di Harvard e della Columbia. Non sapevo che
fosse possibile.
. La ringrazio
sig. Green. Ho lavorato duramente.
. Beh, lei vorrà
uno studio affermato, casi lucrosi, strategie giuridiche complesse.
. No, credo che
“Bibler and Green” si addica alla perfezione, vi siete occupato del fallimento
della Mercer l’anno scorso.
. Coraggio, da quanti è andata? Ha avuto tutti rifiuti, quanti? Dieci?
. Dodici.
. Una donna, una
madre, ed ebrea per giunta. Mi sorprende che molti l’abbiano fatta entrare.
. Uno mi ha
mandato a fare il colloquio come dattilografa, un altro mi ha detto che sarei
troppo occupata a preparare dolci per essere efficiente, uno chiude i propri
clienti nello spogliatoio del suo club perciò sarei fuori dal giro, poi mi è stato
detto che le donne sono troppo emotive per fare l’avvocato, e lo stesso
pomeriggio che una donna che si laurea come prima della classe dev’essere una
vera rompipalle e una pessima collega, mi è stato chiesto quando farò il
prossimo bambino e se celebro lo shabbat, un altro mi ha detto che avevo un
curriculum strabiliante ma che hanno assunta una donna l’anno scorso e non
potevano averne due.
. Sarà furiosa.
. Mia madre mi
ha insegnato a non cedere alle emozioni.
. Stronzate. È
piena di rabbia. Bene, la usi, devo dirle signora Ginsburg, sono colpito.
. Signor Green,
io voglio fare l’avvocato, voglio rappresentare i clienti davanti alla Corte
alla ricerca della giustizia. Si renderà conto di quanto mi sono impegnata
negli studi. Ho lavorato sodo e sono riuscita ad eccellere, e lo giuro, farò lo
stesso per le.
. Il fatto è che
… siamo uno studio molto unito, quasi una famiglia e le mogli sono gelose.
. Ti hanno
presa? Ti hanno presa! È fantastico. Ti daranno un ufficio con la finestra o
devi fare qualche altra acrobazia?
. Non è da “Bibler
and Green”, non ero adatta per quello che cercavano.
. D’accordo,
sapevo che altri ci avrebbero ripensato. Chi ti ha preso?
. Clydle
Ferguson ha lasciato la sua cattedra alla Rutgers.
. Kiki!
. Nessun altro
di colore poteva rimpiazzarlo, così hanno pensato che una donna sarebbe stata
la cosa più simile. Ottimo!
. Non puoi
arrenderti. È pieno di studi lì fuori. Questa è la più grande città del Paese
più litigiosa nella storia del pianeta. Tu puoi ancora …
. Marty, ho un
lavoro. Dai, apriamo lo champagne.
. Ok. Ok.
Allora, festeggiamo.
. L’art. 214 del
cod. tributario presume chi fa assistenza sia una donna. Questa è chiara
discriminazione sessuale contro un uomo. Se una Corte Federale dichiarasse
questa legge incostituzionale, allora, potrebbe diventare il precedente cui
altri farebbero riferimento per la loro causa, sia uomini che donne, e potrebbe
ribaltare il maledetto sistema della discriminazione.
. Spiacente
professoressa Ginsburg, forse un giorno, ma il Paese non è ancora pronto. Cambi
prima la mentalità, poi cambierà le leggi.
. Ci sono 178
leggi che discriminano in base al sesso, contatele, il Governo ha fatto il
favore di elencarle per Voi. Già che ci siete, Vi esorto a leggerle, sono
ostacoli alle aspirazioni dei nostri figli.
. Ci sta
chiedendo di ribaltare un secolo di precedenti?
. Vi sto chiedendo di stabilire un nuovo
precedente come i tribunali hanno fatto in passato quando una legge era
superata.
. Ma in quei
casi i tribunali avevano un appiglio costituzionale. La parola “donna” non
appare nemmeno una volta nella Costituzione degli USA.
. Nemmeno la
parola “libertà”, Vostro Onore.
. Continui
professoressa Ginsburg.
. Lo scopo
principale dell’art. 214 non è di proteggere le donne, né di discriminare gli
uomini, ma di fornire l’opportunità a chi lo accudisce di lavorare fuori casa. Pertanto,
come fece la Corte Suprema in Levi contro Luisiana questa legge si può
perfezionare per meglio aderire all’intento del legislatore.
Poche Voci tratte da un film per porre l’accento su quanto sia
stato difficile, e quanto è ancora difficile ai giorni nostri, intraprendere
una carriera prestigiosa perché “donna”. Il film “Una giusta causa" racconta un pezzo di storia sulle lotte per
ottenere la parità di genere. In questo caso, la pellicola riporta una
battaglia legale che fece Ruth Ginsburg, una delle pochissime donne che riuscì
a entrare nella prestigiosa Harvard Law School e poi presso la Columbia
University ottenendo il massimo dei voti; ma nonostante abbia conseguito degli
ottimi studi in importanti scuole e università, non riuscì a entrare dalla
porta principale in uno studio legale perché “donna”. Ruth Ginsburg non si fece
da parte, inizialmente accettò un lavoro come insegnante, e contemporaneamente ha continuato a lottare per la parità dei sessi.
Su sollecitazione del marito, rappresenta come legale un uomo
accusato di evasione fiscale, e qui, codice tributario in mano, trascina la
causa fino alla Corte d’appello perché a suo giudizio la norma americana è
discriminatoria in senso inverso. La Ginsburg riuscì a dimostrare che una legge
può essere discriminatoria per una donna come per un uomo, e con la sua
battaglia aprì le porte per abrogare una serie di norme americane ritenute
incostituzionali perché discriminatorie. Accettando la causa per assistere un
cliente “uomo” riuscì, da un'altra prospettiva, ad apportare una serie di
modifiche alla legislazione americana abrogando leggi e decreti perché contro
la Costituzione americana, accelerando così il cambiamento mentale della
società.
Quando si accenna alle lotte americane per la parità di genere,
spunta il nome Ruth Ginsburg, e non si parla di una semplice professionista, ma
di una professoressa, legale, magistrato e giudice della Corte suprema
americana, la quale riuscì a dare una scossa al sistema giuridico del suo Paese
e che fece da apripista per altre battaglie. E il film è riuscito a far
emergere una figura scomoda, battagliera e una delle donne più influenti del
nostro tempo. E l’attrice Felicity Jones
ha avuto il privilegio di personificare Ruth Ginsburg.
Scheda del film:
Titolo: Una giusta causa
Titolo originario: On
the basis of sex
Regia: Mimi Leder
Genere: biografico
Anno: 2018
Durata: 120 min.
Interpreti: Felicity
Jones (Ruth Bader Ginsburg), Armie Hammer (Marty Ginsburg), Kathy Bates
(Dorothy Kenyon), Sam Waterston (Erwin Griswold), Cailee Spaeny (Jane
Ginsburg), Justin Throux (Mel Wulf), Jack Reynor (Jim Bozarth).
Annotazione: le foto le ho scattate col cellulare.
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