Un vecchio baule accoglieva un manoscritto incompiuto, e in ogni
pagina si narrava ciò che accadde in Francia durante l’occupazione nazista.
Ogni pagina del libro, scritta con una calligrafia fittissima senza sprecare nessun angolo, racchiudeva il dolore della guerra, della deportazione, della fame e della sopravvivenza.
La scrittrice Irene Nemirovsky aveva previsto cinque parti, e non riuscì a completare il romanzo perché la deportarono e la uccisero nel campo di sterminio di Auschwitz nel ’42, e per 60 anni il manoscritto ha aspettato che qualcuno lo leggesse.
Ogni pagina del libro, scritta con una calligrafia fittissima senza sprecare nessun angolo, racchiudeva il dolore della guerra, della deportazione, della fame e della sopravvivenza.
La scrittrice Irene Nemirovsky aveva previsto cinque parti, e non riuscì a completare il romanzo perché la deportarono e la uccisero nel campo di sterminio di Auschwitz nel ’42, e per 60 anni il manoscritto ha aspettato che qualcuno lo leggesse.
Nel 2004 la figlia Denise Epstein Dauplè lo consegna alla stampa, e
il romanzo "Suite Francese" diventa un caso editoriale tra i più
toccanti degli ultimi anni.
Nel 2014 il mondo della celluloide sviluppa una singola parte del libro ambientata nella cittadina Bussy, e ci consegna
un film drammatico e colmo di una storia d’amore taciuta e tenuta
segreta.
Nel film, così come nel romanzo, s’intrecciano diverse figure distanti tra loro e uniti dallo stesso dramma: l’occupazione e la guerra.
Nel film, così come nel romanzo, s’intrecciano diverse figure distanti tra loro e uniti dallo stesso dramma: l’occupazione e la guerra.
La base del
film ruota attorno a un sistema, dove non c’è spazio per la dolcezza, dove gli
uomini sono separati tra “noi” e “loro”, tra i vincitori e i perdenti, tra gli
invasori e i cittadini francesi. In questo clima c’è chi rompe lo schema della legge
degli uomini, che non accetta di buon occhio che sbocci l’amore tra una donna
sposata e il nemico.
Durante la seconda guerra mondiale, le truppe tedesche occupano Bussy, un piccolo borgo francese. Inizialmente tra Lucille Angellier e
l’ufficiale tedesco Bruno Von Frank c’è una fredda distanza, e
inconsciamente la natura mette da parte il disprezzo trasformandolo in un forte
sentimento da nascondere in entrambi gli ambienti.
Lucille è una giovane donna
sposata con un uomo che non ama e che non vede mai perché deportato in Germania
in un campo di lavoro, e la lontananza dal marito la costringe a convivere con la dispotica,
severa e inflessibile suocera. Bruno è un musicista e compositore, tuttavia la guerra lo costringe a arruolarsi perché
appartiene a una famiglia di militari tedeschi; la passione per la musica la sospende
per spirito di dovere bellico, e la riprende nella casa di
Lucille dove dimora forzatamente.
Lucille e Bruno testimoniano quanto siano
nulle le diversità e le distanze tra due esseri umani, e il punto di contatto tra
i due è un congegno che annulla le disuguaglianze: la musica.
Recentemente ho rivisto per l’ennesima volta il film, e senza
sviluppare ulteriormente la trama della pellicola, perché nota e ben scritturata in ogni
angolo virtuale, oggi imprimo nel Taccuino alcune Voci:
“Popolo della Francia,
in queste ore dolorose rivolgo il mio pensiero agli sfortunati profughi che si
riversano sulle nostre strade, denudati dei loro averi, esprimo loro la mia
compassione e la mia apprensione, e con il cuore stretto che oggi vi dico dobbiamo
cessare questa guerra. Mi sono rivolto sta sera al nemico per domandargli se sia
pronto con noi per cercare tra i soldati dopo la battaglia che con onore la
strada per porre fine alle ostilità”
“La paura si era
impadronita del Paese. Si sparse la voce che un regimento fosse diretto a
Bussy. Io lasciai l’essenziale nello studio di Gaston. La signora Angellier avrebbe
preferito vedere i suoi avere bruciare piuttosto che nelle grinfie di quei
soldati”
“Con l’autorizzazione e
la sottoscrizione del maresciallo Ptain è stato siglato una nuova Costituzione
dello Stato francese che garantisce il diritto al lavoro, alla famiglia e alla
madre patria. Siete stati sconfitti e noi ora siamo al comando. Tutte le armi
da fuoco devono essere consegnate al quartiere generale tedesco domani mattina.
Come scrive il nostro Fuhrer, la spada diventerà il nostro aratro e dalle
lacrime di guerra crescerà il pane quotidiano delle generazioni future. Coloro
che sono stati scelti per alloggiare ufficiali devono tornare a casa e
preparare per il loro arrivo”
“Signora, posso
chiedervi gentilmente le chiavi del pianoforte e della scrivania? Vi do la mia
parola che verranno trattati con la massima cura”
“Il nostro soldato lo
sentivo ogni sera. Sempre la stessa musica sconosciuta. Avrei dovuto essere
infastidita, e pure la sua presenza era un sollievo dopo mesi di silenzio”
“Il piano è vostro
immagino”
“Cosa ve lo fa pensare?”
“Non mi figuro vostra
suocera come amante della musica”
“Mio padre mi ha dato
quel pianoforte”
“Vuoi suonate?”
“Si suono, ma mia
suocera non vuole musica in casa finché non sia qui mio marito ad ascoltarla”
“Vi dispiace se mi
siedo?”
“Il brano che suonate
sempre non lo riconosco”
“Non potete”
“Ho studiato musica”
“Si, ma non questa”
“L’avete scritta voi”
“Ero un compositore
prima della guerra quando mi sono sposato”
“Siete sposato?”
“Sono un marito da
quattro anni e un soldato da quattro anni”
“A vostra moglie
mancherete”
“No, non direi”
“Cosa ho fatto?”
“Io vedo tutto quello
che succede in questa casa”
“Mi ha soltanto chiesto
di andare in giardino”
“Dovevi alzarti e andare
via”
“Vi aspettate che io me
ne stia reclusa tutto il giorno in camera mia”
“Io mi aspetto che tu
sia una moglie fedele”
“Lo sono”
“Come puoi parlare o
soltanto respirare quando sai che tuo marito è stato braccato da questi
animali, quando li vedo ho voglia di cavargli gli occhi”
“Cosa è successo?”
“È arrivata la notizia
che l’unità di Gaston è in un campo di lavoro in Germania. Tuo marito è un prigioniero
di guerra. Questo tedesco è un nostro nemico, lo vuoi capire o no”
“Il tedesco a casa mia
sta dietro a Madeleine. L’ufficiale che alloggia qui potrebbe intervenire”
“Non parlo con lui”
“Non è quello che ho
sentito. Non sono venuto per criticarti, ma per farlo trasferire. Vi prego”
“Avete delle rimostranze
nei confronti di un nostro soldate. Vi chiedo scusa”
“Quindi qualcosa farete?”
“Su di lui non ho alcuna
influenza, siamo di pari grado”
“Allora per noi vale una
regola e per voi un’altra”
“Non è quello che ho
detto”
“Abbiamo ceduto la
vittoria non le nostre donne”
“Allora forse dovevate
pensare a proteggerle prima, amico mio”
“Vi prego”
“Ci proverò, ma potrebbe
peggiorare le cose”
“Ditele di lasciarla in
pace, non lo chiederò ancora”
“Presto il reggimento
potrebbe ripartire, non sopporterei l’idea di essere odiato da voi”
“Io non vi odio”
“Allora offritemi del tè”
“Non ne abbiamo quasi
più, l’anno preso i vostri uomini”
“Del vino. Parlerò con Bonnet
ma in cambio chiedo solo un rapporto dignitoso tra noi. Che cosa c’è di male?”
“Ah, mia suocera mi
caccerebbe via e non avrei dove andare”
“Ma questa sera è in
chiesa, non tornerà prima di mezz'ora, un bicchiere solo”
“Come siete diventato un
soldato?”
“Sono di famiglia
militare, era previsto, diciamo, io e i mie fratelli ci siamo arruolati insieme”
“I vostri fratelli dove
sono ora?”
“Uno è stato ucciso in
Polonia, un altro in Normandia, il più piccolo è appena partito per l’Africa”
“Non è giusto
sacrificare la gente, e vale per tutti noi”
“Non posso pensarla
così, porsi domande rende tutto più difficile”
“Voi credete nella
guerra?”
“Diciamo che credo nello
spirito comunitario, a nessuno piace ammetterlo ma di per se le gesta di un
singolo non hanno alcun valore”
“Allora come mai ogni
volta che vi vedo siete da solo?”
“Quand'è che mi vedete?
Dimenticate tutto per due minuti, coraggio”
“Lucille, la signora sta
arrivando andate in giardino. Presto”
“Dovrei essere io quello
temuto da tutti, ma lei farebbe scappare persino la peste. Volevo ringraziarvi,
siete stata gentile. Era da molto tempo che non parlavo così con qualcuno. Vi
ringrazio. Buona notte”
“Io non faccio che
lavorare, se non avessi l’amore, io, non m’importa dov’è andato, sono esseri
umani come noi e non hanno cacciato loro la mia famiglia, voi l’avete cacciata”
“No, è stata mia
suocera, non è colpa mia”
“Aprite gli occhi Lucille,
i nostri non sono migliori di loro, alcuni sono molto peggio. Chiedete al
vostro ufficiale, lui lo sa. Chiedeteglielo che cosa ha letto in quelle lettere. Chiedeteglielo
che cosa ha letto di vostro marito. È ora che lo sappiate, lo sanno tutti ormai”
“Che cosa avete?”
“Ho sposato un uomo che
avevo visto solo due volte, ho cercato di convincermi che eravamo innamorati,
tanto valeva morire”
“Questo vuol dire essere
protetti dall'esercito tedesco?”
“Lucille, aspettate,
guardatemi. Quello che ho visto li dentro è indifendibile. Io non ho niente in
comune con quelle persone. L’unica persona con cui ho qualcosa in comune sei tu”
“L’aria era densa di
mormorii. C’era chi vedeva in me una collaborazionista e chi ammirava il mio
coraggio, ma nessuno sapeva cosa avessi davvero”
“Ma cosa pensavo. I miei
amici, i miei vicini venivano braccati come animali, mentre io vivevo in un
illusione, che ignobile follia”
“Concittadini, ieri un
ufficiale appartenente alla Wehrmacht è stato ucciso da un certo Benoit Labarie,
domiciliato alla proprietà Montmort. Chiunque sia reo di aver prestato a
quest’uomo asilo, aiuto o protezione, o chiunque sappia dove si trova, dovrà
rivelare questa informazione al quartier generale tedesco entro 48 ore da
questo avviso o incorrerà nell’immediata condanna a morte mediante fucilazione”
“Mi ero detta "sono come
noi in fondo". Mi sbagliavo, apparteniamo a specie differenti irriconciliabili
nemiche in eterno”
“Ti prego parlami. Qualcosa
non va?”
“Ho commesso uno
sbaglio”
“I tuoi sentimenti sono
cambiati?”
“Si”
“Tu menti”
“Ci rivedremo, questo lo
so già. Non sarò più un soldato e tu neanche mi riconoscerai”
“Abbi cura della tua
vita”
“È preziosa per te?”
“Si, si, è preziosa per
me”
“Non una parola fu mai pronunciata
sui nostri veri sentimenti, non una parola sull’amore. Dopo la guerra mi giunse
notizia che Bruno era morto, ma forse era soltanto scomparso, come me. Portai
Benoit in una fattoria e una settimana dopo riuscimmo ad arrivare a Parigi.
Combattemmo per quello in cui credevamo e quattro anni dopo la Francia fu
Liberata. Col tempo cercai di dimenticare le persone che avevo perso, ma la
musica mi riporta sempre a lui”
Scheda film:
Titolo: Suite Francese
Regista: Saul Dibb
Genere: drammatico
Musica: Rael Jones
Sceneggiatura: Saul Dibb, Matt Charman
Fotografia: Eduard Grau
Anno: 2014
Durata: 107 min.
Attori: Matthias Schoenaerts (Bruno Von
Falk), Michelle Williams (Lucille Angellier), Kristin Scott Thomas (Madame
Angellier), Lambert Wilson (Visconte de Montmort), Ruth Wilson (Madeleine
Labarie), Margot Robbie (Celine), Tom Schilling (Kurt Bonnet)
Doppiatori: Gianfranco Miranda (Bruno von Falk), Chiara Colizzi
(Lucille Angellier), Laura Boccanera (Madame Angellier), Domitilla d’Amico
(Celine).
Trailer in lingua originale:
Trailer in italiano:
Colonna sonora
Link utili:
Musica:
https://www.youtube.com/watch?v=iMAUT5a0uGA
https://www.youtube.com/watch?v=AFaW7YMx-uc
Clip:
https://www.youtube.com/watch?v=MHI4oEnswa8
https://www.youtube.com/watch?v=Cky6q7v_PvQ
https://www.youtube.com/watch?v=OonNxiAc55U
https://www.youtube.com/watch?v=XlN0HpyTwuw
https://www.youtube.com/watch?v=FQ6xhpv-2dg&t=8s
Per conoscere il testo e la scheda di un pezzo della colonna
sonora del film, clicca QUI
Nel Taccuino c’è un altro film interpretato da Kristin Scott
Thomas, guarda QUI
N.B. immagini prelevata dalla rete tramite il motore di ricerca
Google.
Da brividi.
RispondiEliminaCiao Innassia.
Il film presenta un singolo frammento dell’orrore della guerra, e per una visione completa consiglio sempre di leggere il libro "Suite francese" di Irene Nemirovsky. Ciao Gus
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