lunedì 22 febbraio 2021

Il destino di un principe. Film tv

.Chi bussa alla porta?

.Sua Altezza Imperiale il Principe ereditario d’Austria, Principe reale di Ungheria e Boemia, Lombardia e Venezia, di Dalmazia, Croazia, Slavonia, Galizia, Lodomeria e di Liria, Cavaliere dell’ordine del Toson d’oro, Ispettore generale della fanteria imperiale, l’Arciduca Rudolf di Asburgo

.Noi non lo conosciamo

.Chi bussa alla porta?

.L’Arciduca Rudolf di Asburgo

.Noi non lo conosciamo

.Chi bussa alla porta?

.Rudolf, un povero peccatore



Le prime righe del post fanno parte di un dialogo pronunciate nella scena iniziale e finale del film "Il destino di un principe", e si riferiscono ad un preciso momento: si bussa alla porta della chiesa per ottenere il permesso di entrare, e ottenere una funzione religiosa per Rudolf d'Asburgo, morto suicida. 

La tragedia di Mayerling fu uno dei casi più clamorosi che sconvolsero l’Impero Austro Ungarico, il cui effetto principale non consentì di diffondere ufficialmente, e in carta bollata, ciò che accadde all’erede al trono all’interno della stanza della sua casa di campagna. In quel periodo, le tradizioni e gli usi di uno Stato andavano a braccetto con le convinzioni religiose, e per salvaguardare l’onore della monarchia e dell’erede al trono si dovette aspettare parecchio tempo prima di conoscere ogni dettaglio. 

La religione non accettava il suicidio, anche se il defunto portava il nome dell’erede al trono dell’Impero Asburgico, figlio dell’Imperatore Francesco Giuseppe e dell’Imperatrice Elisabetta.

Negare l’autorizzazione per ottenere e ricevere una funzione religiosa e non permettere la tumulazione nella Cripta dei Cappuccini, avrebbe comportato ripercussioni politiche e morali, soprattutto quando in quella stanza Rodolfo D’Asburgo non era solo, ma in compagnia della sua amante Maria Veetzera, anch’essa morta in circostanze misteriose. La notizia della morte dell'erede al trono e della sua amante è coperto da un segreto, il quale spazia dal suicidio all’omicidio. 

Così, per ragion di Stato, si decise di tenere segreti i particolari della sua morte. Le ipotesi che si susseguirono furono molteplici, si parlò di suicidio, e anche di cospirazione internazionale includendo l’omicidio per impedire l’incoronazione di Rodolfo alla morte del padre.



Un frammento della vita di Rodolfo D’asburgo, è stato raccontato in un film per la tv, e come accade in questi casi, è iniziato ed è terminato prendendo in considerazione questo aspetto: riuscire ad ottenere l’estremo saluto e le esequie di tipo religioso ed entrare dalla porta principale nella Cripta dei Cappuccini.

Il film “Il destino di un principe” narra una parte della vita pubblica e privata di un uomo, Rodolfo D’Asburgo, e di una donna, Maria Veetzera, entrambi imprigionati in una vita già segnata dalle loro rispettive famiglie e dalla società, e si evidenziano i punti deboli delle consuetudini tracciate da forze potenti.

Il destino di un principe” racconta il delicato rapporto tra un padre, Francesco Giuseppe l’imperatore dell’Impero Austro Ungarico, e un figlio, Rodolfo D’Asburgo principe ed erede al trono di uno degli Stati imperiali più importanti dell’Ottocento. Un altro aspetto ben tracciato riguarda da una parte la presenza di un imperatore rigidamente ancorato a saldi principi tramandati di generazione in generazione, e dall’altra c’è l’erede al trono con idee più moderne e rivoluzionarie e in contrasto con l’etichetta di Corte, ed entrambi i punti di vista sono sviluppati includendo la crisi dell’Impero Austroungarico e della situazione politica ed economica europea di quel tempo.

Il film mostra ciò che non si dovrebbe sapere, vale a dire la “doppia vita” di Rodolfo D’Asburgo, perché in pubblico si esibisce la perfezione, la sua perfetta esistenza graziato dalla famiglia felice e perfetta, in privato frequentatore di bordelli dove beccò la gonorrea che poi trasmise alla moglie rendendola sterile, in più di una circostanza si mostra come consumatore di oppiacei, depresso, con crisi suicide che confidò a una prostituta e sua intima confidente. Oltre agli aspetti privati, il film sviluppa la parte pubblica di Rodolfo, si individua come un uomo politico rivoluzionario, liberale e non conservatore come il padre, e si identifica come un uomo con idee socialiste contrario ai vecchi concetti dettati da ragion di Sato di una delle monarchie europee più potenti dell’Ottocento.

Il film è stato interpretato da un cast stellare, iniziando da Omar Sharif che impersona un pittore e confidente di Rodolfo d’Austria, e un altro attore di fama internazionale è Klaus Maria Brandauer il quale, con la sua recitazione, sviluppa la personalità di Francesco Giuseppe d’Austria riuscendo col suo carisma a portare alla luce il suo intimo rapporto col figlio. I personaggi principali della pellicola sono l’attore Max von Thun il quale interpreta l’erede al trono, mentre l’attrice Vittoria Puccini impersona la baronessa Maria Veetzera conosciuta dalla cronaca mondana come l’amante di Rodolfo d’Austria. Nel cast dei personaggi maggiori c’è anche un’altra attrice italiana, Sandra Ceccarelli, la quale indossa i panni dell’imperatrice Elisabetta, conosciuta al grande pubblico col suo pseudonimo Sissi.






Recentemente ho rivisto il film per la tv, e come accade quando c’è dello spazio da riempire, ho rovistato alcuni articoli per conoscere maggiormente la storia di Maria Veetzera e di Rodolfo d’Austria. Le sorprese non sono mancate, in primo luogo salta agli occhi il trattamento che riservarono alla salma di Maria Veetzera, il cui processo morale dettato dalla religione e da una società bacchettona in caso di suicidio non le permise di ricevere l’estremo saluto, ma l’accompagnarono nell’ultima dimora in fretta e infuria come un sacco di patate da nascondere, e fu inumata in gran segreto lontana da occhi indiscreti. Moralmente indigna la differenza di trattamento perché lei donna e il suo amante un uomo ed erede al trono; tutte storie che si ripetono quando si vuole salvaguardare l’onore di una parte, normalmente sempre l’uomo, e in questo caso specifico la monarchia. I misteri che circondano la morte di Maria Veetzera sono discordanti, si vocifera che sia stato causato da un aborto, si ipotizzò che la sua morte sia avvenuta molte ore prima di Rodolfo d’Austria, oltre al fatto che chi impugnò l’arma e sparò fu l’uomo che amò. Per salvaguardare la monarchia, nella versione iniziale si enunciò in un comunicato ufficiale che Rodolfo perì a causa di un improvviso attacco cardiaco, ma le Voci che circolarono per un bel po’ furono ben diverse, fino a quando tacere non produsse più gli effetti sperati e svuotarono il sacco. Secondo la versione ufficiosa, gli amanti si trovavano nella casa di campagna, e decisero di comune accordo di compiere l’estremo gesto; Rodolfo prese l’arma la puntò alla sua amata e sparò, ricompose la salma della sua amata congiungendo le mani e si suicidò dopo aver scritto alcune lettere.

"Il destino di un principe" racconta una storia complessa e colma di epiloghi di tipo politico da approfondire con letture specifiche, e pur non esaminando nello specifico ogni istante per ragioni cinematografiche, si può considerare come un punto di partenza per collaudare questo percorso.






































Scheda del film:

Titolo: Il destino di un principe

Regia: Robert Dornhelm

Genere: storico, drammatico

Anno: 2006

Durata: 180 min.

Cast: Max von Thun (Rodolfo d’Austria), Vittoria Puccini (la baronessa Maria Veetzera), Sandra Ceccarelli (Imperatrice Elisabetta, nota col nome Sissi), Klaus Maria Brandauer (Francesco Giuseppe d’Austria), Omar Sharif (Hans Canon)


N.B. le prime righe in corsivo riferite al dialogo iniziale e finale del film le ho sbobinate per il post.

Un'altra Voce con Vittoria Puccini, il film/miniserie L'Oriana, clicca QUI

Annotazione: immagini prelevate dalla rete tramite il motore di ricerca Google.


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