martedì 2 febbraio 2021

Arctic

L’aereo di Overgård precipita nel circolo polare artico, e in attesa dei soccorsi, in totale isolamento, lontano da un centro abitato e da tutto e da tutti, lo sconosciuto pilota cerca con tutti i mezzi di sopravvivere nella terra inospitale. Il circolo polare artico sarà la sua nuova dimora per molti giorni, e dovrà lottare a mani nude e con poche attrezzature contro il freddo e contro le estreme condizioni atmosferiche tipiche di quel territorio. Di Overgård non traspare nulla, non conosciamo il suo passato, non si svela il suo lavoro, non conosciamo le cause dell’incidente e le condizioni dell’aereo, e il nostro unico appiglio è il suo giubbotto con cui sono state attaccate delle targhette. Di Overgård abbiamo una certezza: è un uomo intelligente e determinato, non è uno sprovveduto, conosce le tecniche di sopravvivenza, è ingegnoso, e nel caso in cui arrivino i soccorsi lascia una traccia in ogni spostamento per marcare la sua presenza. 

In totale isolamento e con pochi mezzi a disposizione, organizza le sue giornate scandite in modo meticoloso da un orologio, utilizza un’attrezzatura adatta a quelle temperature, e giornalmente vive con la consapevolezza di poter incontrare il suo nemico, perché oltre al freddo dovrà vedersela con l’orso polare. Overgård passa le giornate all’interno dell’aereo, studiando il territorio, pescando con delle trappole ingegnose, si ciba esclusivamente di pesce crudo, e come un orologio a una scadenza fissa e ben calcolata manda dei segnali con un apparecchio radio che attiva manualmente con una manovella.

Un giorno qualcuno capta il suo segnale, e all’improvviso agli occhi di Overgård si materializza un elicottero che però, a causa delle estreme condizioni atmosferiche polari, precipita a terra nel momento esatto in cui lo avvistano; morirà il pilota, mentre la copilota, una giovane donna, resta gravemente ferita all’addome e priva di sensi. Fino a pochi istanti prima Overgård era un uomo solitario che lottava contro la natura ostile al genere umano, e da adesso in poi dovrà tenere in vita e prendersi cura anche della donna che lo voleva salvare. Prima di prendere qualsiasi decisione, perlustra palmo a palmo l’elicottero distrutto dall’impatto col ghiaccio, e trova attrezzature di vario genere, una slitta, attrezzature mediche, del cibo, un accendino, un fornellino, una foto della donna con un bimbo e il pilota che posa al finestrino del suo aereo per incoraggiarla a resistere, e la cosa più importante, una dettagliata carta geografica. 

Si rende conto che la sua nuova compagna d’avventura non mostra segnali di miglioramento, e i suoi pensieri si incrociano nello stesso punto, vale a dire tentare la sorte e intraprendere il viaggio mortale per raggiungere un rifugio segnato nella cartina del pilota. Prima di partire studia nei minimi particolari la mappa e parte immediatamente a costo di morire, e lascia un messaggio sull’aereo e sull’elicottero per avvisare a un potenziale soccorritore dove si stanno dirigendo, esattamente scrive che due sopravvissuti si stanno dirigendo verso un rifugio. Mette nella slitta la donna e carica l’attrezzatura, e li trascina a piedi per tutto il percorso. Come calcolato, attraversare quel tratto segnato dalla cartina è terribile, oltre alle condizioni atmosferiche estreme, lotta contro un orso attratto dal loro odore e dal pesce che mangiano, inaspettatamente trova un punto non agevolmente percorribile e non segnato nella cartina, perciò è costretto a cambiare il tragitto e scegliere quello che aveva scartato precedentemente perché più lungo e più esposto ai venti polari ma più semplice da attraversare a piedi. 

Dopo pochi giorni di cammino, ipotizzando che la donna sia morta l’abbandona, e per salvare sé stesso tenta l’attraversata da solo. Overgård cade in una voragine coperta dalla neve e dal ghiaccio, si sveglia incastrato nella roccia della grotta polare e riesce a liberarsi ferendosi la gamba. Dopo l’incidente, ritorna indietro dalla donna e accorgendosi che non è ancora morta la carica nella slitta e ripartono. Dopo pochi giorni di tragitto, Overgård è ancora più solo, in compagnia delle sue deboli forze, ferito, sfinito dal lungo cammino, e pur essendo circondato da situazioni negative estreme tenta con tutta la forza di restare in vita per raggiungere il rifugio. Quando sopraggiunge l’ultima possibilità, all'improvviso si materializza l’epilogo tanto atteso.  










Arctic è un film sulla sopravvivenza, sulla solitudine, sulla voglia di resistere ad ogni costo, è un film per la vita, sulla solidarietà e sull’aiuto reciproco, dove non c’è spazio per l’improvvisazione e i facili successi, dove ogni singola persona deve combattere contro la natura che l’ha creato. Il superstite non è più il padrone del creato ma è un ospite in un mondo ostile al genere umano. Ogni passo commesso dall’uomo è valutato dalla natura, e non ricevendo un minimo aiuto la sua unica salvezza è l’intelligenza. Arctic è un film drammatico e d’avventura diretto da Joe Penna, il quale è riuscito ad ottenere un buon risultato lavorando in condizioni estreme e con un cast risicato, esattamente la storia ruota su tre personaggi di cui solo uno è quello predominante per la maggior parte del tempo: c’è il superstite Overgård, la donna ferita, e il pilota il quale muore nello stesso istante in cui compare sulla scena. Un’altra particolarità dell’intera pellicola riguarda la sceneggiatura, perché non prevede grandi discorsi articolati, se non poche ed eccezionali battute pronunciate in poche e precise situazioni da Overgård, perché inizialmente era solo e successivamente perché la signora gravemente ferita non parla la sua lingua o priva di sensi. Stupenda la fotografia col quale abbiamo goduto dei bei panorami con tutta la potenza della natura dell’estremo nord, in cui l’unica e inconfutabile autorità è determinata dalle caratteristiche e dalla morfologia dell’Artico: il ghiaccio, il silenzio, la neve e il vento polare. Ancora una volta ho constatato la maestria e l’abilità dell’attore Mads Mikkelsen, il quale gestisce il personaggio in condizioni estreme, e in assenza di parole e di suoni articolati con la sua Voce ha utilizzato tutto il corpo per comunicare ogni minimo atto e ogni minima sofferenza. Per la complessità della recitazione e del luogo scelto per riprendere le scene, l’attore, quando descrive questo specifico lavoro, lo classifica come uno dei più difficili e faticosi nella sua carriera.  

Le immagini sono molto scenografiche e prediligere una o l’altra è il classico dilemma. Questi sono  gli altri screenshot che ho selezionato:


 





























































Scheda del film:

Titolo: Arctic

Regia: Joe Penna

Musica: Joseph Trapanese

Fotografia: Tómas Örn Tómasson

Genere: drammatico, avventura

Durata: 97 min.

Anno: 2018

Attori: Mads Mikkelsen è il superstite Overgård, María Smáradóttir è la copilota ferita, Tintrinai Thikhasuk interpreta la parte del pilota dell’elicottero.


Annotazioni: tutte le foto le ho scattate col cellulare mentre stavo guardando il film.



6 commenti:

  1. E' sicuramente un buon film.
    Ciao Innassia.

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    1. Il film è ben strutturato e ben recitato. Se ti piace il genere te lo consiglio. Ciao @Gus

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  2. interessante, mi ricorda un altro film che ho amato molto: The Gray, con Liam Nelson.
    Grazie

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    1. Ciao Luigi. C'è una differenza perché in Artic c'è un solo uomo che lotta per la sopravvivenza e in più si prende cura della donna ferita. Invece con 'The Gray', se non ricordo male, c'è un gruppo di uomini che possono collaborare per sopravvivere.

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  3. Visto ed apprezzato, una grande prova attoriale da parte di Mads Mikkelsen.

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    1. Ciao Nick. Mads Mikkelsen è uno dei miei preferiti recita divinamente, e anche in questo caso dimostra ancora una volta la sua grandezza.

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