Un legal thriller americano del 1987, ricordato per una serie di circostanze, tra i quali l’esordio di uno scrittore diventato dal primo momento, subito dopo la pubblicazione, una pietra miliare dell’intero settore, riconosciuto anche dai cinofili per essere stato impresso nel mondo del cinema. Presunto Innocente di Scott Turow riuscì a conquistare sia i lettori e sia i cinofili, e chissà se lo scrittore, mentre scriveva il libro, si rese conto, o se avvertì, qualche segnale sulla portata della storia, del modo di scrivere e sull’esposizione dei fatti; tutti dettagli additati come ben calibrati in una nuova veste letteraria.
Presunto innocente, nel momento in
cui apparve sugli scaffali delle librerie, divenne un punto di riferimento per
aver descritto a colpi di penna non un classico romanzo giallo con battibecchi normali
tra avvocati e imputati. La storia prende in considerazione una serie di
elementi, uno in particolare, i tribunali americani e tutto ciò che ruota
attorno a questo mondo totalmente diverso dal nostro. Lo scrittore riuscì a
incastrare nella giusta dose ogni particolare dall’inizio alla fine della
storia, per cui è bandita la trascuratezza su ciò che accade prima e dopo il
delitto, e ogni indizio raccolto è creato nelle giuste proporzioni, come i
dubbi, compresi quelli falsi necessari per stimolare l’attenzione e la
riflessione. Le prove raccolte sono ugualmente ben tracciate, e anche in questo
punto, chi legge la storia segue le tattiche degli avvocati sezionandoli nei
minimi particolari.
Recentemente l’ho letto dopo aver
rivisto il film, e tirando le somme, considerando il genere, la tecnica di
scrittura e le ambientazioni, il libro di Scott Turow si può annoverare come il classico thriller stile americano allo stato puro, ben lontano dalle ambientazioni e costruzioni
degli indizi e delle prove della nostra Italia, in più, a tratti,
incomprensibile per avere una legislazione totalmente diversa.
La parte più difficoltosa della
lettura non riguarda la storia ambientata nei tribunali americani, ma sganciare
dalla mia mente le immagini del film, cercavo di catturare e confrontare i
paragrafi del libro con le sezioni della pellicola; uno strazio, tanto da
abbandonarlo e riprenderlo diverse volte. Ma, rispetto al film, il libro
approfondisce la parte psicologica dei personaggi, s’inseguono le prove e i
ragionamenti con maggior dettaglio, e si respira meglio quell’ambiente fatto di
leggi penali complesse, di comportamenti scorretti compiuti da chi dovrebbe
eseguire alla lettera ciò che è impresso nel decalogo del buon avvocato.
Lettura consigliata.
Scheda del libro:
Titolo: Presunto innocente
Titolo originale: Presumed
innocent
Autore: Scott Turow
Traduzione: Roberta Rambelli
Casa editrice: Mondadori
Collana: Best Sellers
Genere: legal thriller
Pagine: 442
Anno: 1991
Ciao Innassia, quando leggo un legal thriller mi piace entrare in un mondo di ambiguità e poteri nascosti. La verità spesso è una chimera e nessuno è mai del tutto innocente :)
RispondiEliminaCiao. La difficoltà dei legali thriller americani è la legislazione totalmente diversa. In questo genere di lettura non è semplice entrare nei meccanismi proprio per questo motivo; una caratteristica da non prendere sottogamba se si vogliono analizzare i fatti.
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