venerdì 16 ottobre 2020

Il giovane Karl Marx

A nome dei miei amici in Francia, in Germania, in Svizzera e in Belgio, mi presento qui davanti a voi oggi per esporre alcuni principi sui quali intendiamo fondare la lotta avvenire. Ma non facciamoci illusioni, questa lotta sarà estremamente violenta (…) probabilmente ci sono delle persone qui che piangono quando sentono le parole gentilezza, gentilezza, fraternità, ma le lacrime non danno il potere. Il potere non versa lacrime. La borghesia non mostra gentilezza e non la conquisterete con la gentilezza. Cittadini, amici, cari compagni, perché siamo qui oggi? Tutti gli uomini sono fratelli? Tutti sono fratelli? Io tutti quegli che sono qui oggi? I borghesi e gli operai sono davvero fratelli? No, non lo sono. Loro sono nemici. Noi dobbiamo sapere qual è il nostro obbiettivo. Siamo qui per un’idea astratta? Un sogno d’amore sentimentale? Quanto ci porterà lontano un’idea del genere?

Dobbiamo sapere ciò che vuole La Lega, per che cosa combattere, per quale società e dobbiamo decidere adesso. Ho qui il libro di cui Marx ha scritto il soggetto e la sua risposta a Proudhon e lui pone una domanda fondamentale. La domanda che riassume tutta la nostra lotta. L’antagonismo fra il proletariato e la borghesia può soltanto portare a una rivoluzione totale, e finché le classi continueranno a esistere l’ultima parola della scienza sociale sarà sempre “La lotta o la morte, la lotta sanguinosa o il nulla”. Oggi la rivoluzione industriale ha creato lo schiavo moderno. Questo schiavo è il proletariato. Se libererà se stesso sarà libero tutto il genere umano, e questa liberazione ha un nome: Comunismo. Ed è questa la ragione per la quale propongo di abolire quel moto perché debole e fuorviante. Eccolo qui il nostro moto “Proletari di tutti i Paesi unitevi”. Io vi chiedo che la Lega dei Giusti da questo momento sia chiamata “La Lega dei Comunisti”. Alzate la mano, chi è a favore? E ora voti chi è contro? A partire da ora il nostro nome sarà “La Lega dei Comunisti   

Questo frammento è un discorso tratto da un noto film intitolato ”Il giovane Karl Marx”, e si riferisce a un episodio entrato dalla porta principale tra gli eventi storici più importanti dell’ottocento, il cui principale effetto fu di guidare la classe operaia e produrre un nuovo concetto e apportare un’ulteriore consapevolezza nel mondo del lavoro, talmente importante da influenzare a cascata tutto il novecento fino ai nostri giorni. Nella pellicola c’è un naturale connubio tra situazioni private, amicizie e lotte politiche nel periodo intercorrente tra il 1843 e il 1848. Il film ripercorre la vita privata e pubblica di Karl Marx e dell’amicizia con Friedrich Engels, entrambi entrati di diritto nella storia e nei libri di scuola, soprattutto nella storia del pensiero economico e nei manuali di micro e macro economia. 



Nel film si gustano scene indimenticabili, in particolare una. Friedrich Engels riuscì a inserirsi all’interno della Lega dei Giusti, e con l’appoggio di Karl Marx assieme ad altri compagni di partito stravinsero a una votazione trasformando dalla radice tutta l’organizzazione: La Lega dei Giusti cambiò nome, identità e diventò La Lega dei Comunisti. La votazione aprì le porte a una serie di cambiamenti i quali divennero il punto di riferimento di uomini e donne, politici, rivoluzionari, ribelli, tutti effetti capaci di nutrire nel tempo e nello spazio trasformazioni sociali ed economiche in ogni parte del mondo. La votazione produsse anche un naturale effetto: nel 1848 Marx e Engels scrissero “Il manifesto del partito comunista”, e a grandi linee il film ripercorre le tappe più essenziali, senza approfondire dettagliatamente ogni istante, che portarono a tale risultato.

La pellicola non ha ripercorso in modo approfondito il pensiero marxista in senso stretto (non è un esame di storia economica), è stato un lavoro ben lontano da una biografia strutturata come un'enciclopedia, per cui ha sfiorato a piccole dosi un periodo storico nel quale i rapporti tra la classe operaia e i borghesi, i lavoratori e i padroni, la situazione salariale, licenziamenti illegittimi o nulli, la sicurezza, e la gestione del lavoro pullulavano di lotte e rivoluzioni. Ripercorrere esattamente le vicende vissute da Marx e Engels avrebbe comportato una sceneggiatura e un copione ben più sostanzioso, e questo non significa attribuire alla pellicola una valutazione negativa, e non c’è stato un intento tale da frodare chi non padroneggia questioni strettamente economiche o politiche.


A mio avviso, il frutto del film si può valutare come un primo approccio per iniziare a rovistare e setacciare il materiale pubblicato da Marx e Engels, ed è stato sviluppato come un romanzo biografico, situazione accettabile quando siamo difronte a degli argomenti ostrici o non tanto leggeri da affrontare nei momenti di pacchia, soprattutto quando c’è una grossa platea pronta a misurare e pesare ogni parola e fustigare ogni millimetro del film.



Gli elementi per ottenere un indimenticabile film ci sono tutti, accettabile sceneggiatura, belle inquadrature, interessante fotografia, buona ricostruzione dei personaggi, fedele alla storia reale, però però si poteva osare ancora di più senza temere i critici. In sostanza, senza esporre una breve sinossi, il film non è una caricatura pedante per intellettuali, si rappresentano in modo semplice e normale alcune tappe degli anni giovanili di due uomini che col loro pensiero apportarono una rivoluzione di tipo economico, filosofico e politico.



Consiglio la visione a tutti perché, come si legge all’inizio del film, “In questo inizio 1843, l'Europa dominata dalle monarchie assolute, devastata dalla crisi, carestie, recessioni, si trova all'alba di profondi cambiamenti. In Inghilterra la nuova rivoluzione industriale soppianta l'ordine mondiale dando origine a una nuova classe operaia. Nascono le organizzazioni per i lavoratori fondate sul principio comunista secondo cui tutti gli uomini sono fratelli. Due giovani tedeschi metteranno in discussione questo principio utopistico trasformando la lotta  e il futuro del mondo”.


Trailer

 


Scheda del film:

Titolo: Il giovane Karl Marx

Regia: Raoul Peck

Genere: storico biografico

Anno: 2017

Durata: 118 min.

Cast: August Diehl (Karl Marx), Stefan Konarske (Friedrick Engels), Vicky Krieps (Jenni Von Westphalen, moglie di Marx), Hannah Steele (Mary Burna, compagna di Engels),  Olivier Gourmet (Pierre Joseph Proudhon), Alexander Scheer (il rivoluzionario Wilhelm Weitling), Marie Meinzenback (la governante di Marx).


Recentemente ho rivisto il film in internet, e oggi registro nel Taccuino alcuni screenshot; però le immagini sono scure e mosse, lontanissime dalla perfezione, e preferisco ugualmente registrarle.












































Annotazione: le foto le ho scattate col cellulare mentre stavo guardando il film.

2 commenti:

  1. Le utopie cominciano con grandi proclami e finiscono con le dittature.
    I cambiamenti richiedono tempo e pazienza.

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    1. Diversi fattori contribuiscono all’insediamento di una dittatura, si attuano stratagemmi per addormentare i cervelli, s’impoverisce la cultura con pochi investimenti nella scuola, non si legge e non si comprende un testo fino a non riuscire ad analizzare un’informazione con un senso critico o peggio non distinguere una notizia falsa, fino a quando si affidano a un solo individuo le chiavi del cervello. Buon sabato Gus.

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