Un giovane contadino nuorese, Pietro Benu, prende servizio
presso dei piccoli possidenti di terreno, i Noina. L’uomo è giovane, forte, perbene,
ed è considerato dai suoi concittadini un grande e onesto lavoratore, ma con un particolare in più
da non sottovalutare per i suoi datori di lavoro: è nato povero e lo sarà per
sempre. Pietro ha una buona reputazione, ma oltre al duro lavoro non può
pretendere più di ciò che ha, non potrà migliorare la propria posizione sociale
perché per la mentalità di alcuni sarà sempre un povero contadino. Per cui non
potrà mai perdere la testa per la ricca Maria Noina, figlia del suo datore.
All’inizio Pietro fa la corte alla nipote dei Noina, Sabina, una donna non
ricca, e i due si innamorano, e non c’è nulla di male per le umili origine
della donna anche se parente di proprietari terrieri. Ma in seguito Pietro si
invaghisce della ricca Maria, una donna ambiziosa che mira a un matrimonio di
convenienza.
Sulle prime la figlia del possidente si beffa del contadino, per cui non prende in considerazione un unione seria tra i due perché stupido e disonorevole. Tuttavia, insistendo, Pietro la coinvolge in un segreto e appassionato rapporto d’amore e giurano fedeltà reciproca, ma aimè durerà poco tempo. A tradimento Maria sposa Francesco Rosana, un uomo rozzo, brutto ma pur sempre ricco.
Nella testa dell’onesto Pietro si tramano ritorsioni contro la donna e la ricca famiglia per l’infedeltà e per l’insulto ricevuto. Dopo il tradimento, con astuzia, con calma, Pietro predispone un programma, e tal fine mente, e da uomo onesta diventa vile, ladro, simula le sue intenzioni, combina affari con un malvivente diventando ricco. Mette in atto il suo piano a lungo meditato, diventa ricco, e simulando il suo vero stato d’animo, con l’inganno assassina Francesco, il marito di Maria, e di proposito riesce a riconquistare la ricca donna sposandola. Maria scoprirà la verità grazie ad una lettera anonima, ma a causa della sua posizione sociale non potrà denunciare la vera identità dell’assassino del suo primo marito, e di comune accordo, per convenienza, per evitare lo scandalo i coniugi prenderanno una decisione incomprensibile per chi non appartiene a quell’ambiente arcaico.
Sulle prime la figlia del possidente si beffa del contadino, per cui non prende in considerazione un unione seria tra i due perché stupido e disonorevole. Tuttavia, insistendo, Pietro la coinvolge in un segreto e appassionato rapporto d’amore e giurano fedeltà reciproca, ma aimè durerà poco tempo. A tradimento Maria sposa Francesco Rosana, un uomo rozzo, brutto ma pur sempre ricco.
Nella testa dell’onesto Pietro si tramano ritorsioni contro la donna e la ricca famiglia per l’infedeltà e per l’insulto ricevuto. Dopo il tradimento, con astuzia, con calma, Pietro predispone un programma, e tal fine mente, e da uomo onesta diventa vile, ladro, simula le sue intenzioni, combina affari con un malvivente diventando ricco. Mette in atto il suo piano a lungo meditato, diventa ricco, e simulando il suo vero stato d’animo, con l’inganno assassina Francesco, il marito di Maria, e di proposito riesce a riconquistare la ricca donna sposandola. Maria scoprirà la verità grazie ad una lettera anonima, ma a causa della sua posizione sociale non potrà denunciare la vera identità dell’assassino del suo primo marito, e di comune accordo, per convenienza, per evitare lo scandalo i coniugi prenderanno una decisione incomprensibile per chi non appartiene a quell’ambiente arcaico.
Nel romanzo si osservano
i costumi e le consuetudini di un mondo agropastorale in cui si contrappongono
la vita dei ricchi, piccoli possidenti di terreni, e l’umile lavoro dei poveri
contadini al loro servizio; si osserva un mondo in cui le loro vite, quello dei
ricchi e quello dei poveri, non possono mescolarsi per la loro rigida posizione
sociale. Amalgamando due mondi, due modi di vivere, da una parte i benestanti e
dall'altra parte i servi, la Deledda descrive la morale, la convenienza,
l’immoralità di entrambi, situazioni che si sviluppano con semplicità ed
armonia. La vita nuorese è imbalsamata con i suoi pregiudizi, e senza omettere
la mentalità ottusa di alcuni, la scrittrice riesce a descrivere anche la vita
quotidiana, come si svolge una festa nuziale, descrive i riti funebri, come si
organizza il lavoro in campagna e come liberare la mente con le feste paesane.
Brani da ricordare
… Le donne lo accolsero con freddezza, quasi con
diffidenza, ed egli si sentì triste quando entrò nella cucina ancora buia e
attaccò il suo cappotto nell’angolo vicino alla porta (…) Così vicini,
bellissimi entrambi, nei loro costumi caratteristici, servo e padrona
apparivano, ed erano, campioni magnifici di una stessa razza; eppure una
distanza enorme li divideva … pag. 47
… Dalle finestre e dalle porte pioveva su loro una fitta
gragnuola di frumento, di confetti, di fiori; e ciò non bastando le donne scaraventavano
davanti alla sposa qualche piatto che si frantumava con fracasso. Quest’atto,
che ha un significato, e non si compie davanti alle spose vedove o non vergini,
faceva arrossire Maria e sorridere Francesco … pag. 198
… In quel momento si udì il canto funebre dei sacerdoti
che venivano per potar via la salma; una campana squillava, lenta e lugubre, in
lontananza. Nella cucina le donne si misero a piangere con frenesia: due
parenti del morto cominciarono sos attidos. Cantavano una per volta, ed ad ogni
versetto le donne rispondevano con un coro di gemiti, singulti e grida …
pag. 240
Scheda del libro
Titolo: La via del male;
Autrice: Grazia Deledda;
Editore: Oscar Mondadori del 1983;
Genere: romanzo;
Pagine: 336.
Non l'ho ancora letto. Provvederò.
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