mercoledì 11 ottobre 2017

Via col Vento di Margaret Mitchell

Desideravo leggere il romanzo di Margaret Mitchell da diversi anni, tuttavia c’era sempre quel timore di avere tra le mani un libro sopravalutato dal mondo del cinema e di portarmi dritta verso uno stato di totale delusione. Dopo aver letto la biografia sull’attrice Vivien Leigh scritto da Michelangelo Capua (guarda QUI), con una buona dose di pazienza, dopo aver fatto un bel respiro con un bel sorso d’acqua ho iniziato quest’avventura. E sì, si deve parlare di avventura perché le 872 pagine del volume pubblicato dalla casa editrice Oscar Mondadori, collana Classici Moderni, pesano in tutti i sensi, perché sono scritte con caratteri piccoli e con spazi tra i paragrafi ugualmente fitti tali da stancare la vista, e se prendiamo in considerazione la traduzione la lettura non è stata agevole; inoltre nel libro si scorgono intere frasi pronunciati dagli schiavi tali da farli apparire come persone che non conoscono la propria lingua, situazione inverosimile se sono nati in quel territorio. Escludendo questi particolari, le pagine ti trasportano e ti catapultano verso un mondo ignoto e non visibile alla grande platea cinematografica perché una buona parte del romanzo è stata tagliata forse per esigenze di copione, tralasciando così la parte più autentica e più delicata del romanzo.

Il romanzo "Via col vento" è ambientato in Georgia, nel sud degli Stati Uniti, prima, durante e dopo la Guerra di Secessione, e la scrittrice sviluppa la storia del romanzo in questo particolare contesto con un linguaggio semplice descrivendo vicende di tipo politico-sociale sovrapponendoli con le storie dei personaggi a stretto contatto con eventi storici realmente accaduti, il tutto senza appesantire la lettura.
 
La base del romanzo poggia in gran parte sull’abolizione della schiavitù, su ciò che rappresentò per i cittadini di entrambe le parti, vale a dire abolizionisti e schiavisti, senza trascurare i rapporti tra le diverse classi sociali, includendo bianchi-neri, ricchi-poveri, immigrati o appartenenti ad altre culture; inoltre si evidenziano gli stati d’animo tra chi nega o chi desidera il conflitto, le cause, le incertezze, i drammi, le desolazioni e le devastazioni della guerra, senza tralasciare i mutamenti di un intero Paese dal punto di vista economico e sociale.  
 
 
 
 
Rispetto al film, il libro prende in considerazione anche gli stati d’animo della parte più debole, vale a dire gli schiavi, descritti come persone che si trovano a loro agio in una società che prevede la schiavitù, situazione incomprensibile in uno Stato che impedisce i più elementari diritti, come il diritto alla libertà di pensiero, il diritto all’istruzione e la libertà in tutti i lati; allo steso tempo gli schiavisti appaiono come famiglie legati da un vincolo di sincera affettuosità nei confronti dei propri schiavi, dove i maltrattamenti non sono ammessi perché anche se schiavi sono individui che lavorano. Al contrario, gli abolizionisti, gli yankee, appaiono intolleranti nei confronti degli ex schiavi, e in alcuni parti si riportano brani in cui si sviluppano stati d’animo negativi perché li trattano come lavoratori da sfruttare nelle proprie abitazioni o in altri luoghi di lavoro, per cui sono descritti come razzisti e ancora come approfittatori e violenti.
 
Un altro frammento non approfondito dal film ma descritto in modo magistrale dal libro, riguarda la rivelazione di alcuni intrighi di tipo politici per ottenere maggiori tutele e maggiori diritti nei confronti degli ex schiavi, come il diritto di voto e di rappresentanza nelle istituzioni, ritenuto per alcuni personaggi del romanzo un’anormalità in uno Stato di diritto perché non tollerano questo tipo di parità. Allo stesso tempo, nel romanzo, si evidenziano le difficoltà degli ex schiavi non abituati all’autonomia perché privi di quell’istruzione e di quella preparazione intellettuale indispensabili per avere quella fermezza e quel potere mentale da sfruttare per poter sguazzare con facilità nel mondo dei “bottoni”, dove si stringono alleanze di tipo politico ed economico di un certo rilievo. Infatti per alcuni ex schiavi il cambiamento del proprio stile di vita è mutato talmente velocemente da non riuscire ad avere quell’autonomia interiore e intellettuale indispensabili per poter gestire le più elementari questioni giornaliere, e ritenendosi inadeguati nel prendere le più elementari decisioni perché analfabeti o non capaci a gestire il nuovo mondo, difficoltà causati dalla schiavitù, scelgono di raggiungere i loro ex padroni, ma anch’essi ormai caduti in povertà e quindi non più capaci ad accoglierli.
 
Nel libro, senza approfondire il discorso, si comprende il disagio sociale degli schiavi in difficoltà dopo la fine della guerra, perché non hanno potuto studiare o prendere decisioni in totale autonomia per tutta la loro vita e per intere generazioni.
 
Un’altra parte ommessa dal film, ma ben narrata nel libro, riguarda l’intolleranza verso il diverso, in particolare questa differenza tra il cartaceo e la pellicola riempie di sorpresa tutti coloro che conoscono la pellicola hollywoodiana perché si narrano vicende relative alla mentalità di alcuni individui, comprese le azioni compiute dall'organizzazione segreta dei Ku Klux Klan, e se prendiamo in considerazione il fatto che alcuni personaggi principali hanno avuto stretti rapporti con tale associazione, il lettore potrebbe mutare la propria opinione in senso negativo verso alcune personalità di spicco.
 
La storia narrata nel romanzo non si può abbozzare con un semplice riassunto, inoltre sarebbe scorretto elencare ulteriori differenze tra il libro e la pellicola a chi vuole leggere e scoprire in prima persona il libro della scrittrice Margaret Mitchell da cui è stato tratto uno dei film più famosi e più visti nel mondo della celluloide. Voglio solo accennare il fatto che Rossella mi è apparsa come una donna moderna che ha rotto tutti gli schemi di una società occlusa al mondo femminile, dotata di una forza interiore tale da far riemergere e rifiorire il patrimonio familiare perduto con la guerra, salvando così se stessa e tutta la famiglia dalla povertà, e tale forza d’animo si osserva anche con altre figure femminili e maschili con la differenza che non hanno osato comportarsi con slealtà, tutti particolari da scoprire con la lettura.
 
Al fine di scoprire in prima persona alcuni aspetti della guerra di Secessione americana, consiglio a tutti la lettura del libro “Via col vento”, nel quale si descrivono alcuni particolari della vita sociale di alcune famiglie del mondo che conta e di come hanno coordinato questioni belliche e gestito il tracollo dell’economia causato dal conflitto attraverso azioni illegali e immorali con soprusi e maldicenze. In particolare accertiamo la vera mentalità del personaggio principale, Rossella, che arranca con azioni non convenzionali e con le peggiori intenzioni pur di accumulare potere e denaro, e sfidando con arroganza tutta la società, nessuno escluso, pareggia i bilanci familiari a scapito delle persone più deboli. 
 
 
Alcune frasi ...
Rossella O’Hara non era una bellezza; ma raramente gli uomini se ne accorgevano, quando, come i gemelli Tarleton, subivano il suo fascino … pag. 3
Dio mi è testimone che gli yankee non  mi abbatteranno. Supererò questo; e quando sarà passato, non soffrirò mai più la fame. Né io né i miei. Dovessi rubare o uccidere… Dio mi è testimone che non soffrirò più la fame mai più … pag. 365
... Penserò a tutto questo domani, a Tara. Sarò più forte, allora. Domani penserò al modo di riconquistarlo. Dopotutto, domani è un altro giorno ... pag. 872

Scheda del libro:
Titolo: Via col vento
Autrice: Margaret Mitchell
Titolo originale: Gone with the wind
Traduttrice: Ada Salvatore e Enrico Piceni
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Classici Moderni
Genere: romanzo
Anno edizione: 1989
Pagine: X, 872

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