Un libro sui forti sentimenti visto dalla parte di chi per errore commette un omicidio, e più di ogni altra cosa è un romanzo sulla vita e sulla rinascita alimentato dai sensi di colpa difficili da estirpare. I protagonisti del romanzo “Il vento non lo puoi fermare” di Elvira Serra, sono delle persone giovani con tutta una vita davanti piena di sogni da realizzare e da costruire. La vittima è una donna sposata con una bimba piccola, la quale si trova al momento sbagliato nel posto sbagliato. L’omicida, il protagonista, è un giovane studente universitario pieno di progetti da realizzare e da materializzare dopo un percorso di studi. Ma la malasorte improvvisamente si presenta una notte al Poeto di Cagliari per distruggere i sogni.
sabato 22 maggio 2021
giovedì 20 maggio 2021
La danza del mulino
Ritorna l’appuntamento con la saga di Poldark, e col nono volume le storie narrate si riferiscono al 1812 e al 1813. Ancora una volta, una buona fetta della storia si sviluppa in Cornovaglia, e c'è anche un breve spazio per tiepidi riferimenti di tipo geopolitico determinate dai conflitti, come l’evolversi del potere di Napoleone; e quindi le Voci si connettono dall'Inghilterra, dalla Russia, dalla Francia e dalla Spagna, fino ad arrivare col pensiero nei territori americani.
domenica 16 maggio 2021
Torta salata di riso con bietole
Quando sbagli le proporzioni degli ingredienti e hai il frigo pieno di avanzi. Quando pensi di aver cucinato discretamente, e non ti accorgi di aver cucinato non per poche persone, ma per il banchetto dei "mille di Garibaldi". Questo è il problema. E già, il classico sbaglio culinario, non azzeccare le giuste quantità per un pranzo o una cena trascina infinite serate con la stessa pietanza. E accipicchia, questa situazione accade sempre quando s’incontrano due variabili: quando non azzecchi le quantità, in automatico, all’ultimo momento, c’è sempre qualcuno che salta l’appuntamento del pranzo, così il frigo continua a scoppiare di avanzi. La soluzione immediata è sempre la stessa, mangiare gli avanzi o congelarli, e qua sorge un altro dilemma: perché dobbiamo mangiare eternamente gli avanzi per l’ennesimo giorno se c’è la possibilità di reinventare un nuovo piatto?
Musica. "Il segno del comando"
Nun me lo dì stanotte
A chi hai
stregato er core
La verità
fa male
Lasciame
sta visione pe’ spera’
Din don,
din don, amore
Cento
campane stanno a dì de no
Ma tu, ma
tu, amore mio
Se m’hai
lasciato ancora nun lo dì
No, nun lo
dì, nun parlà
Sei una
donna o una strega, chissà?
Me resta
‘na speranza, la speranza di quer sì
Din don,
din don, amore
Pure le
streghe m’hanno detto no
Ma tu, ma tu, amore mio
Se m’hai stregato dimmelo de sì
Il segno del comando
Correva l’anno 1971 quando la RAI trasmise in cinque puntate uno degli sceneggiati più belli e perfetti della tv. Se dico sceneggiato doc degli anni Settanta, ognuno ha in mente un titolo, e tutti, proprio tutti, ripeteranno “Il segno del comando”. Le basi per definirlo un capolavoro ci sono tutti: ottima sceneggiatura, eccellente fotografia, storia accattivante, musica perfetta per ogni scena, una regia che fece scuola, e più di ogni cosa la recitazione perché in un colpo solo c’è la crema DOC del teatro italiano. Il punto di forza dell’intera opera d’arte (io la definisco così) è l’intreccio di una serie di generi, i quali si mescolano, si amalgamano, si toccano e si sfiorano con un tatto geniale, talmente perfetto da mandare in visibilio un’intera nazione paralizzandolo sullo schermo dalla prima fino all’ultima puntata, ripetendo lo stesso risultato ogni volta che la RAI trasmise le repliche.
sabato 8 maggio 2021
I delitti della salina
Uno degli ultimi libri che ho letto è ambientato a Cagliari agli inizi del Novecento, e le Voci sono cariche di rivendicazioni sociali, i borghesi non si mescolano con i popolani, e le differenze di classe sono ben visibili in tutta la città. Una piccola parte della città è rappresentata da benestanti e da inafferrabili potenti perché da generazioni portano un illustre nome, e una grossa fetta della popolazione è costituita da donne e uomini che vivacchiano egregiamente anche se non danarosi, e poi ci sono i lavoratori che non contano nulla e in prima fila ci sono i piciocus de crobi, così si chiamano i bimbi che lavorano come facchini nel mercato.
L’amore bugiardo
“Nick e Amy svaniranno, ma del resto non siamo mai esistiti davvero. Nick amava la ragazza che fingevo di essere: la strafica. Gli uomini dicono sempre così, no? Il complimento assoluto è “una strafica”, la strafica è sexy, la strafica è divertente, la strafica non si arrabbia mai col suo uomo, si limita a sorridere rammaricata e amorevole, e poi gli offre la bocca per scopare. Le piace quello che piace a lui, quindi, ovviamente, lui è un patito dei vinili e dei manga sadomaso, ma se lui vuole, lei sarà una sciacquetta che parla di football e mangia ali di pollo al fast food. Quando ho conosciuto Nick Dunne ho capito che voleva una strafica e per lui, lo ammetto, ero disposta a provarci.